Passare dall’inferno al paradiso nel giro di 2 ore. Ritrovarsi il carro pieno dopo averlo avuto vuoto per più di due mesi. Guardarsi intorno e non esultare per una vittoria straordinaria contro l’attuale numero 4 del mondo, nonchè giocatore più forte della storia sulla terra battuta.
La storia di odio/amore con il tennis di Fabio Fognini, è ormai nota a tutti. Dopo la vittoria, proprio contro il maiorchino, a Rio erano arrivate ben cinque sconfitte consecutive, la maggior parte delle quali dopo un primo set con tante occasioni sprecate ed un secondo praticamente buttato via. A Montecarlo era ritornato al successo, ma aveva subito abbandonato il torneo per mano di un ispiratissimo Grigor Dimitrov,
Facendo un passo indietro e guardando alla carriera del ligure, è facile intuire come la continuità non sia mai stata la caratteristica a contraddistinguerlo. Fognini, è così. Ha fatto progressi incredibili dal punto di vista mentale, dopo tutti gli infortuni e le brutte cadute ha sempre trovato la forza di rialzarsi, in un modo o nell’altro. Tanto estroverso, chiacchierone e polemico in campo, quanto timido, simpatico e gentile fuori. I momenti difficili hanno di gran lunga superato quelli senza problemi, le sconfitte sono ricordate più delle vittorie. In Italia funziona così, vale nel tennis maschile come in quello femminile.
Fognini non ha mai saputo gestire in pieno tutte le pressioni, ha sempre accusato il colpo del dover “dimostrare qualcosa”, ma ci ha sempre provato, onorando la maglia azzurra e non mollando mai. Oggi, il ligure, impegnato nel match di terzo turno a Barcellona contro Rafael Nadal, ha dato l’ennesima prova del suo talento, riuscendo in un’altra piccola impresa. Perchè non era facile, perchè non ha mai mollato un punto e perchè ha saputo approfittare al massimo di un avversario tutt’altro che ispirato, vincendo per la seconda volta consecutiva sul rosso contro uno che su questa superficie ha perso due partite di fila solo contro Gaston Gaudio e Novak Djokovic
Impostando il match in maniera fantastica, spingendo senza sosta sul rovescio dello spagnolo per poi aprirsi il lungolinea per esplodere con l’accelerazione di dritto, servendo bene e tenendo lo spagnolo inchiodato alla riga di fondo, Fabio ha tenuto sotto controllo le emozioni in maniera perfetta, recuperando due volte un break di svantaggio nel secondo set, mostrando anche quanto ci tenesse a fare bella figura di fronte ad un pubblico schierato completamente contro, facendo vedere, finalmente, un po’ di aggressività in campo, segnale di fiducia e determinazione.
Le sconfitte accumulate di Fabio negli ultimi mesi, hanno avuto tutte lo stesso registro. Non è passato inosservato l’atteggiamento un po’ remissivo del ligure, poco attaccato agli scambi e alle fasi calde della partita. Precisando che non fa certo piacere vederlo buttare una racchetta a terra o inveire contro un arbitro, gli atteggiamenti fuori dagli schemi di Fabio hanno sempre finito per dare forza, convinzione e voglia di vincere. Oggi non ha fatto niente di tutto questo, ma ha più volte provato a caricarsi, anche nelle situazioni più difficili. Paradossalmente, c’è da preoccuparsi più quando Fabio è tranquillo rispetto a quando si lascia andare di più. Ogni tennista ha il suo modo di stare in campo, di relazionarsi con il pubblico e di giocare le partite. A rappresentare un problema non sono i giocatori, perchè le critiche ingiuste che Fabio ha ricevuto sono frutto del pensiero calciofilo italiano, che purtroppo ha finito per contagiare anche uno sport tanto nobile come il tennis.
Fabio Fognini è, ad oggi, uno dei migliori giocatori del mondo su terra battuta. Ha vinto tre tornei negli ultimi due anni, ha fatto quarti Slam e ha sconfitto giocatori del calibro di Nadal, Berdych e Gasquet. L’augurio, è quello che il ligure possa tornare ad esprimere il suo miglior tennis proprio a partire da questa settimana, visto che il torneo ancora è in corso e c’è la possibilità di regalarsi le semifinali, perchè l’ostacolo a dividerlo da questo risultato è rappresentato da Pablo Andujar, sconfitto cinque volte su cinque nei precedenti scontri diretti.