di Sergio Pastena
Aria di restaurazione, potremmo dire. O forse semplice ritorno alla normalità.
Fatto sta che questi Slam estivi stanno mostrando una tenuta fuori dal comune da parte dei giocatori più attesi, quasi che un Wawrinka vincitore di uno Slam e di un Atp 1000 fosse un affronto da lavare al più presto. Ci riferiamo a Murray: mai era partito così forte a Wimbledon, neanche in quel 2010 nel quale per le prime partite fu ingiocabile. Lo scozzese ha lasciato 19 games, tra i quali solo un paio al povero Blaz Rola che pure aveva fatto una gran figura al primo turno. La parte del difensore qui tocca a lui e sembra destinato a portarla avanti alla grande, anche se bisognerà aspettare qualche avversario più testante per dirlo.
Rafael Nadal qualche difficoltà in più ce l’ha, ma se confrontate con le due ultime apparizioni sull’erba londinese sono quintali di zucchero. Lo spagnolo si è trovato sotto sia con Klizan che con Rosol in un impeto bipartisan e in particolare nel secondo caso ha rischiato di cadere preda dei fantasmi del passato. Tutto risolto, ora c’è Kukushkin. Djokovic, invece, ha sofferto tanto contro uno Stepanek stupendo e capace quasi di portarlo al quinto set. In quanto al Re, sembra abbastanza in salute nonostante gli acciacchi: Lorenzi non era uno scoglio duro, ma già la partita contro il bombardiere Muller ha detto qualcosa di più.
Venendo al resto, qualche sorpresa c’è stata: Ferrer, ad esempio, ha messo il piede su una mina russa rispondente al nome di Andrey Kuznetsov, poi eliminato da Leonardo Mayer. I francesi si sono infognati al secondo turno e solo due sprint finali hanno permesso la sopravvivenza di Tsonga e Chardy, poi più brillanti al terzo turno. Americani inesistenti come sempre, con il solo Isner a cantare e portare la croce, avanti Dimitrov al quinto contro Dolgopolov e gran terzo turno per il reduce di Taiwan Jimmy Wang.
E gli italiani? Non bene, non male, dipende. Fognini è andato fuori contro Anderson, cosa che su una superficie veloce ci può stare, ma pesa il rammarico per il vantaggio gettato al vento. Seppi le ha prese da Mayer al quinto, su Volandri non c’erano aspettative e di Lorenzi abbiamo già parlato. Manca Bolelli, Simone Bolelli: vittoria in quattro su Tatsuma Ito, mantenendo sempre la concentrazione nei momenti decisivi, poi l’exploit che non ti aspetti contro Philipp Kohlschreiber, uno che sull’erba vale molto di più del suo numero 28. Vittoria al quinto set e sfida oggi contro Nishikori nell’ultima tranche di terzo turno.
A proposito di terzo turno, oggi si sfideranno Kyrgios e Vesely, artefici di una mezza caporetto francese con le vittorie al quinto su Gasquet e Monfils. Il vincente probabilmente troverà Nadal, per provare ad andare a prendersi i palcoscenici che contano.
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