di Sergio Pastena
Ricordate Muster-Thiem, il primo turno dell’anno scorso a Vienna? Un giocatore di 43 anni, l’altro di 18 appena compiuti, entrambi austriaci. Beh, noi un ex numero uno al mondo non ce l’abbiamo, ma il quarto di finale che si è delineato nel Future di Pozzuoli è un po’ la versione italiana di quella sfida, seppur con una differenza di età inferiore.
Da un lato della rete ci sarà Alessio Di Mauro: siracusano, vicino ai 35 anni, una carriera lunghissima passata a correre nei Challenger con qualche soddisfazione anche nei tornei Atp. Il mancino siciliano vanta un best ranking al numero 68 e una finale nel torneo di Buenos Aires, oltre a sei titoli Challenger. Insomma, un curriculum di tutto rispetto per uno che ha esordito nel circuito maggiore a 21 anni (nel 1998) ed è sempre stato una continua rivelazione, raggiungendo livelli che ad inizio carriera nemmeno il più ottimista dei tifosi avrebbe potuto pronosticare. Abbiamo già avuto occasione di parlare di Alessio, tante volte: abnegazione, forza di volontà, la capacità di alzare sempre l’asticella e di non mollare mai. Come quando, nel 2008, fu squalificato per una stupidaggine ed ebbè la forza di tornare ed arrivare nei primi 200. A Pozzuoli, dove ha già trionfato nel 2010 battendo Vagnozzi in finale, Di Mauro è arrivato con una wild card ed ha eliminato in sequenza Giulio Torroni e la testa di serie numero 5 Matteo Marrai, uno che quest’anno vanta già due quarti di finale nei Challenger.
E dall’altra parte? Beh, dall’altra parte ci sarà la grande speranza del tennis italiano, Gianluigi Quinzi. Sedici anni compiuti a febbraio, quattro punti Atp alla vigilia di questo torneo che, tra quindici giorni, diventeranno almeno sette e lo porteranno a ridosso dei primi mille. GQ è arrivato per la prima volta ai quarti in un Future e lo ha fatto eliminando all’esordio il dominicano Victor Estrella, testa di serie numero 2 e numero 220 del mondo. Un banco di prova notevole, considerando che Estrella è esperto (ha 31 anni) ed è reduce dal miglior periodo della sua carriera, culminato con la vittoria nel Challenger di Medellin e il relativo best ranking a novembre dell’anno scorso. Al secondo turno Quinzi ha trovato Massimo Capone, un altro che i campi di provincia li conosce bene: dopo aver perso il primo set 3-6, Gianluigi ha reagito piazzando un perentorio 6-3 6-2 e assicurandosi il passaggio del turno.
Due mondi a confronto: da una parte un ritardatario che ha recuperato il tempo perso ed ha centrato una carriera straordinaria, dall’altra un talento precoce che ha tanta voglia di bruciare le tappe senza bruciarsi. Da un lato un macinatore di chilometri che con il cuore e il fiato ha ovviato a una potenza alquanto ridotta, dall’altro uno che a sedici anni è più alto di lui ed ha un fisico che rispecchia il prototipo del tennista moderno. Mentre uno giocava il suo primo Future l’altro aveva da poco imparato a camminare…
Chiunque vinca, partiranno gli applausi e saranno meritati.
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