di Sergio Pastena
Qualche nota sul primo turno del Masters Series di Miami.
Qualificaldi
Non si è arrivati ai livelli del 2009, quando 10 qualificati su 12 passarono il primo turno, ma 8 pass è un bottino più che degno, considerando l’incrocio tra Garcia-Lopez e Ram. E dire che la truppa non sembrava poi così forte, tra oscuri mestieranti, residuati d’epoca e promesse non ancora sbocciate. Invece Bubka manda al tappeto il solito, anemico Gulbis (38% di prime), Goffin fa fuori in due set un Young che sembra tornato in letargo e Dancevic conferma di stare bene e fa secco Chardy. In aggiunta, tra gli altri, merita una menzione speciale il bisnonno Arnaud Clement, 34 anni e spiccioli, che dà un doppio 6-3 a Dudi Sela e passa il turno. E perché no, anche Bjorn Phau, che stende Berlocq col suo rovescio d’oro.
Il movimento è in salute
Il migliore è stato Potito Starace, capace di portare al terzo set Ryan Harrison e di dargli filo da torcere sul duro, impresa non facile. Ci si poteva aspettare qualcosa di più da Cipolla, che ha ceduto in due set a Stebe. Non sorprende troppo la stesa che ha rimediato Bolelli da Ramos. Ma Seppi, ne vogliamo parlare? Non è dato sapere cosa sia successo in campo, ma beccare Bautista-Agut al primo turno di un Masters Series e perderci è roba da codice penale: sarà che da Munoz De la Nava in poi l’altoatesino è allergico agli spagnoli con più di un cognome (salvo il povero Garcia-Lopez, che ha battuto 5 volte su 5). Insomma, il solito disastro. No, aspettate, scusate un attimo… [FIT Mode ON]”Se Bolelli avesse passato il turno avremmo potuto avere 7 italiani nei 100! Sarebbe stato un record! Il movimento è in salute![FIT Mode OFF].
Menù per il secondo turno
I piatti forti: senza dubbio il match tra Djokovic e Baghdatis, oltre ad essere il primo in tabellone, incuriosisce: il cipriota è in buone condizioni e ha il maledetto vizio di far sudare sempre i più forti (senza batterli quasi mai). Ancora: Del Potro potrebbe non avere vita facile contro Karlovic, che ha battuto Kubot tirando solo il 57% di prime ma ben 27 aces. In pratica la metà dei punti che ha vinto con la prima l’avversario non è arrivato neanche a toccarlo. Anche Tomic-Ferrer è degno di nota: lo spagnolo, dopo Dimitrov ad Indian Wells, continua a testare giovani rampanti.
Lo chef consiglia: se i primi tre match citati si prospettavano interessanti ma non sempre spettacolari, qualcosa di più potrebbe riservare Harrison-Federer: l’americano contro Starace è apparso un po’ imballato, ma nei primi turni non sempre King Roger è in versione carnefice, quindi potrebbe venir fuori un bel match. L’estetica è dalla parte del pubblico anche in Tipsarevic-Nalbandian, col serbo che sa ancora essere spettacolare anche se ha un gioco più concreto e la Nalba… che ve lo dico a fare? Sarebbe da non perdere anche Tsonga-Malisse, anche se lo Xavier visto al primo turno contro Roger-Vasselin non era di quelli deluxe.
Digestivi: se avete problemi nell’espletamento delle vostre funzioni fisiologiche, non preoccupatevi. Un Rosol-Granollers è in grado di farvi digerire i piatti più ostici. Escludendo Giraldo-Nadal, che si ridurrà a uno spuntino, opteremmo per un Simon-Bautista Agut, abbinamento pregiato in grado di polverizzare la ritenzione idrica. Un occhio, personalmente, lo butterei anche su Muller-Roddick. In senso fisico, intendo: me lo strapperei e lo lancerei in campo, sperando che la smettano di prendersi a clavate.
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