da Fort Lauderdale, Andrea Gabrielli
Pillola odierna. Terminata l’esperienza del Nike Junior Tour abbiamo diretto la prua a sud: Fort Lauderdale prima e Miami poi.
Vedere svuotarsi Sandpiper Bay è stato un po’ triste. Il clima era quello della fine di una vacanza e forse il bello stava proprio lì, in quello spirito che da tanto tempo credevo di aver smarrito. Come in ogni vera vacanza una settimana è stata sufficiente a cementare rapporti intensi che spesso non sopravvivono al volo di ritorno ma che a volte riescono a lasciarti qualcosa di importante. In ogni caso si è trattato di un torneo di tennis. Le finali sono state davvero belle, i vincitori sono degni dei migliori tornei ETA. La cosa che mi ha più impressionato però, torno a ripeterlo, è stato il clima generale, l’allegria di cui questi ragazzini spesso si dimenticano quando giocano altrove.
In ogni caso, archiviata l’esperienza NJT ed in attesa dell’inizio dello Junior Orange Bowl siamo tornati a Fort Lauderdale. Dopo un paio di giorni di allenamento all’accedemia di Harold Solomon ho portato il mio “super Kid” a Crandon Park (Key Biscane) sede del torneo U14 femminile ma anche e soprattutto del Sony Ericsson Open.
Spesso dimentico quanto sono fortunato! Vedere i suoi occhi brillare dentro al “Center Court” mi ha dato una gioia immensa. Tre settimane negli States con un bambino di 12 anni, figlio di quella Serbia che ben poco ti regala e che mai probabilmente sarebbe potuto volare così lontano, se non con la fantasia o grazie a qualche particolare abilità (per fortuna, almeno a casa sua, è il numero 1) mi ha dato una gioia immensa. E’ una di quelle cose che mi fa apprezzare ancora pù il mio lavoro! I suoi sorrisi sono, dopo 10 giorni, la benzina per affrontare i restanti 10 di questa esperienza. Sapevo che non sarebbe stato “semplice” affrontare tre settimane qui ma alla fine, provando a filtrare ogni cosa, a guardare la Florida coi suoi occhi, sto riscoprendo antiche e dolci sensazioni.
Nel pomeriggio abbiamo trovato il tempo per la prima presa di contatto col circolo in cui giocherà Bodin. Confesso che Salvadore Park è decisamente bruttino. Non ci sono spogliatoi né uno straccio di players lounge. Tredici campi in terra verde messi lì giusti giusti per giocare il proprio match e correre via. Domani iniziano le quali. In attesa di capire se Bodin sarà testa di serie nel tabellone principale proseguiremo la preparazione trasferendoci definitivamente a Miami. Menù di domani (qui da noi sarà venerdì….ho perso connessione del tempo in Europa): Corsa di 15 minuti prima di colazione e trasloco da Fort Lauderdale. Allenamento a Crandon Park (2 ore di tennis). Pranzo, riposo e allenamento pomeridiano (1 ora di tennis + 1 ora di atletica).Poi merenda, riposo e via a South Beach per una veloce cena. Nei due giorni prima del torneo il programma verrà ovviamente modificato….ma questo ve lo racconterò nei prosimi giorni.