(Simone Bolelli – Foto Nizegorodcew)
da San Benedetto del Tronto, Matteo Maria Milanese
Iniziano le partite del tabellone principale in quel di San Benedetto del Tronto in una prima giornata che vede impegnati tra gli altri due italiani: Gianluca Naso, vincitore di questo torneo nel 2012, e il giocatore originario di Ascoli Piceno Stefano Travaglia, che raggiunse le semifinali nell’edizione del 2013.
Arrivo al circolo intorno alle 6 del pomeriggio giusto in tempo per gustarmi un bell’allenamento fra il sanbenedettese Daniele Giorgini e uno dei favoriti del torneo, Simone Bolelli, reduce da un grande torneo in quel di Wimbledon. Ovviamente non posso che rimanere colpito da come esca la palla dalla racchetta di “Bole” e da come viaggi il suo dritto. Apparte questo, ho visto Simone (seguito qui a San Benedetto da Giancarlo Petrazzuolo) molto concentrato nel suo allenamento e voglioso di fare bene.
Dopodichè sono andato a farmi un giro per il circolo dando un occhiata al doppio fra Giannessi/Maximo Gonzalez e Galdos/Dellien, dove ho visto un Giannessi un pò distratto commettere qualche errore banale tra cui un facile smash tirato fuori a campo aperto. Dopo aver incontrato l’amico Matteo Grigatti, che ora collabora presso Youtennis, ed essermi fatto una foto con l’ex numero 25 delle classifiche Atp Filippo Volandri, vado a seguire sul centrale il match fra lo slovacco Andrej Martin, testa di serie numero 8 e campione uscente, e il croato Kristijan Mesaros, 209 atp. Match totalmente senza storia che ha visto Martin prevalere col punteggio di 6-0 6-3 in circa un’ora di gioco; troppa la differenza tecnica fra i 2 in un incontro che ha visto lo slovacco dominare il gioco da fondo in lungo e in largo complice qualche errore gratuito di troppo dell’avversario. Dopo aver di nuovo visto Giorgini e Bolelli finire il loro allenamento in uno dei campi secondari, faccio una lunga pausa pizza dato che il prossimo incontro, che avrebbe visto scontrarsi lo slovacco Norbert Gombos e Gianluca Naso, non sarebbe iniziato prima di un’ora.
Tornato al campo intorno alle 20.30, mi appresto a seguire il primo dei due match serali. Gombos gode dei favori dei pronostici anche per via di una grande annata a livello challenger avendo ottenuto ben 4 finali, tutte perse, a differenza di un Naso purtroppo in difficoltà che nell’ultimo anno e mezzo è sceso di più di 100 posizioni in classifica (334 Atp) non riuscendo a ritrovare il suo migliore gioco e la sua migliore condizione. Match subito molto equilibrato che vede un Naso molto in palla controbattere alle sassate da fondocampo di Gombos e si porta avanti di un break sul 3-2. Purtroppo perde immediatamente il servizio complice due errori non forzati e, dopo aver sprecato ben 4 palle break per ribrekkare subito il suo avversario, Giallo perde nuovamente la battuta e dunque il set per 6-3. Secondo set molto equilibrato fino al 3 pari dove però avviene nuovamente lo strappo decisivo da parte di Gombos che si aggiudica il secondo parziale con lo stesso punteggio del primo: da notare che a fine match l’angolo dello slovacco che comprendeva anche il suo collega Andrej Martin si è lasciato andare ad un coro di esultanza da me incomprensibile (essì, purtroppo non parlo slovacco!). Match per larghi tratti molto combattuto ed equlibrato ma che ha denotato la scarsa fiducia e condizione psico-fisica di Gianluca Naso che ora è chiamato a ritrovare lo smalto dei tempi migliori per poter risalire una classifica che si è fatta davvero deficitaria e che non rispecchia le reali capacità e potenzialità del talentuoso siciliano.
Arriviamo al match clou della serata che vede contrapposti l’idolo di casa Stefano “Steto” Travaglia e il giovane francese di belle speranze Lucas Pouille, classe 1994. Match molto equilibrato che vede un Travaglia subito aggressivo e che comanda bene il gioco col dritto; anche il servizio funziona bene dato che ha messo a segno un bel numero di aces e servizi vincenti. Nel primo set Steto sul 4-3 in suo favore non riesce a sfruttare un’importantissima palla break grazie ad un servizio vincente del francese di madre finlandese e commette anche un brutto errore sulla palla game in favore di Pouille su un recupero di una palla corta affossato a rete. Stefano risente psicologicamente dell’occasione mancata e commette nel game successivo due doppi falli consecutivi che gli costano il break che risulterà decisivo: 6-4 in favore del giovane francese. Nel secondo set Travaglia non riuscirà a sfruttare un vantaggio di 2-0 e, complici una grande dose di nervosismo dell’ascolano (che gli costerà anche un warning) e dunque una quantità industriale di errori non forzati, perderà il set per 6 giochi a 3. Purtroppo Stefano denota durante i suoi match ancora un grande nervosismo e una grandissima fatica nel gestire la tensione che non gli permettono di essere continuo durante l’arco di un intero match; gioco troppo a strappi e spesso al suo avversario basta tenere lo scambio e aspettare l’errore inevitabile di Stefano spesso dovuto alla troppa fretta di chiudere il punto, specie nei momenti clou dell’incontro.
Tanto per rendere l’idea della partita di Stefano, basta raccontare l’andamento di uno dei game del match in cui era al servizio: doppio fallo, dritto in rete, ace, 2 servizi vincenti, errore non forzato di dritto, ace, servizio vincente, rovescio incrociato vincente. Dunque, match troppo a strappi di Stefano che dovrà assolutamente lavorare sull’aspetto mentale e sulla continuità del suo gioco; confido in lui e nel suo coach Sebastian Vazquez, dato che le qualità ci sono e sono pure notevoli. Bisogna “solo” mettere apposto i pezzi del puzzle e poi ci divertiremo.
Dopo aver fatto una bella passeggiata sul corso di San Benedetto e aver incontrato Bolelli insieme a sua moglie e al loro cagnolino, torno a casa appena in tempo prima di beccarmi un bel temporale.