Diario da Brescia: Basic a sorpresa e Vanni fuori di misura

Sijsling

di Michele Galoppini

Avete presente quelle mattine in cui vi alzate per qualche motivo con la luna storta e piuttosto di uscire dal letto vi fareste piallare 6-0 6-0 sul campo da tennis? Ecco, oggi, venerdì, è uno di quei giorni. Ma ci pensano Belinda Bencic e poi la WTA a strapparmi un sorriso, più o meno sarcastico. La giovane svizzera sì è appena espressa sulle amicizie nel circuito, scagliando una frecciatona a due colleghe generalmente poco amichevoli. Chi ha detto che non ci possono essere amicizie nel circuito?! Forse Sharapova o Bouchard, ma non è così,” è all’incirca la citazione di Belinda. Che si sia ispirata, per caso, alla nota foto delle Finals 2014?

Masha Bouchard

Ci ha pensato poi la WTA, con un tweet, a fare una pessima figura. Ok, se non lo sapete, Flavia Pennetta è la giocatrice il cui cognome è tra i più malamente scritti da tifosi e giornalisti anglofoni e non, ma se pure la WTA non è in grado di scrivere correttamente il cognome di una recentissima vincitrice slam, nonché top20 per più di un lustro, allora le cose si fan serie. Krasnoroutskaye, Pavlyuchenkove, Randriantefy e Ramalalaharivololone tutte… riunitevi a supporto della povera Pennetta (per tutti Penneta, Peneta, Panetta, Panneta o Pancetta… già, pure pancetta…).

Abbandoniamo il tipico drama targato WTA e spostiamoci al Centro San Filippo, dove oggi saranno in campo le semifinali di singolare e doppio del Trofeo Città di Brescia, dove ora mi trovo come da qualche giorno a questa parte in attesa dei match. C’è già in campo il doppio Koolhof/Middelkoop contro Bozoljac/Zelenay e sta già succedendo di tutto. La coppia serbo/slovacca sembra sotto un attacco di ipertensione, considerate le scenate e gli urli che già ho visto o sentito in pochi minuti, quindi permettetemi un “forza Olanda!”, quantomeno per la maggiore correttezza in campo. Inoltre, nel primo set, una giovane ball girl è stata colpita in pieno da una prima a 195km/h ed ha dovuto lasciare immediatamente il campo dolorante. Per fortuna, sostituita per una decina di minuti, si è poi ripresentata pimpante e pronta a recuperare palline, come potete vedere dal tweet qui sotto, in cui peraltro Brown e Basic si stanno scambiando qualche battuta pre-match, già particolarmente ricercati per qualche autografo dai ragazzini più intraprendenti. Per la cronaca sto sperando il match termini il prima possibile visto che non tornerò a casa tanto presto, ma ovviamente vengo smentito, sia nel “forza Olanda” sia nella speranza di un match breve: vincono Bozoljac/Zelenay 6-7 6-3 11-9.

Mentre la radio qui accanto parla della gravidanza di Serena Williams (e chi glielo dice ora che è assolutamente una bufala… forse io se mi vengono a stuzzicare), comincia il match tra Brown e Basic. Nonostante un ottimo inizio, il tedesco dall’istrionico tennis si trova in un lampo sotto nel punteggio, di un break che non riuscirà più a recuperare durante il primo parziale. L’estrema solidità di Basic, sebbene molto costante nel ritmo e poco spettacolare, mette in difficoltà un letargico Brown, erratico dalla linea di fondo e davvero, stranamente, impacciato a rete, dove tenta al solito tantissime sortite ma senza riuscire a ingarbugliare il tennis del bosniaco. Basic tiene bene e chiude 6-4.

Migliora in tennis di Brown nel secondo parziale, ma è sempre il bosniaco a dare l’impressione di avere quel qualcosa in più. Infatti è continuamente Basic ad avere le migliori occasioni per mettere distacco nel punteggio, come è successo per le tre palle break consecutive sul 2-2 e su altre palle break sul 4-4. Ed a forza di salvarsi in extremis, Dustin Brown ha dovuto poi cedere al tiebreak, nonostante un set point sprecato con una risposta in rete sul 5-4 40-30. 6-4 7-6(6) il risultato finale e finalista decisamente a sorpresa, contro però un Brown oggi sottotono. Come ieri, Basic è fuggito velocemente negli spogliatoi dopo il match, in previsione del suo match di doppio più tardi. Come ieri, spero di fare due chiacchiere con lui più tardi (magari più lunghe di 36 secondi…)

Anche io fuggo velocemente, ma verso la piadineria fuori dal campo centrale. In testa alla fila, dopo di me compare un centinaio di persone e non so quanto presto torneranno sul centrale a fare il tifo a Luca Vanni, già pronto a scendere in campo per il suo match contro Igor Sijsling.

Finalmente, mentre addento la più tipica piadina crudo-squacquerone-rucola, anche la radio comincia a dare informazioni come si deve, a cui peraltro non avevo ancora fatto caso. Vanni, infatti, non è ancora stato brekkato una singola volta in tutto il torneo (e sto aspettando che la gufata colossale di tutti abbia effetto sul povero azzurro…) .

Non so se la gufata arriverà fra un po’, ma nel primo set non è stata d’effetto per fortuna. Al servizio Luca è stato a dir poco impeccabile, ma l’olandese è stato solo un pelo meno devastante. I turni di servizio dell’azzurro volano via velocemente, mentre i turni di Sijsling al servizio sono generalmente poco più combattuti e Vanni riesce in alcuni casi anche a vincere scambi in cui sfodera difese davvero pregevoli. L’olandese deve sempre rincorrere nel punteggio e proprio nel momento più delicato scricchiola maggiormente e si trova di fronte ad un set point, sotto 4-5 30-40, che però se ne va per colpa di un bruttissimo errore di Vanni, vittima forse di un po’ di braccino. Il braccino si conferma una volta raggiunto il tiebreak. Luca sale 6-3 con un minibreak di vantaggio, l’olandese si rifà sotto fino al 6-5 fino a che Vanni può servire e chiudere: arrivano tre punti giocati davvero male e con i remi in barca, due contro-minibreak e l’olandese chiude, inaspettatamente, 7-6(6).

Vanni ha segnato 11 ace contro i 7 di Sijsling, ha perso solo 8 punti al servizio rispetto ai 14 dell’olandese… eppure ha perso il set.

Il secondo set è la copia sputata del primo, a meno di scambi un po’ meno appassionanti ed ancora più dipendenti da una bomba sulla prima di servizio. Il punteggio evolve così senza scossoni fino al 4-3 in favore dell’olandese e nella mia testa non faccio in tempo a dirmi che comincio un po’ ad annoiarmi che comincia a succedere di tutto, a partire da una magia di Vanni documentata dal tweet qui sotto. Non serve spiegarla, il vostro occhio ve la spiegherà meglio di me.

Da quel momento il match prende tutta un’altra piega e sebbene non arrivi alcun break il livello è molto più alto ed il divertimento idem. Vanni è quello che si trova maggiormente in difficoltà ma non perde occasione di dimostrare il combattente che è. Palesemente più stanco perde efficacia con la prima ma si difende come meglio può, salvandosi sotto 4-5 e poi 5-6, quando annulla tre match point: volée complicata resa vincente da un nastro, ace, servizio+dritto. Il tiebreak sembra quindi dare nuove speranze: ancora non ci sono minibreak, come ci si poteva aspettare, ed ancora c’è un set point per Vanni che se ne va grazie ad un ottimo punto di Sijsling. Sul 6-6, come nel primo set arriva poi la resa. L’olandese non cede e con la sua estrema solidità dimostrata dal primo punto chiude 7-6(6) 7-6(6). Almeno, la gufata non c’è stata: Vanni è eliminato dal torneo senza aver perso una sola volta il servizio. 20 ace per lui oggi, contro gli 11 dell’olandese.

Prima di riuscire a fare qualche parola con l’olandese, che ha tentato di sfuggire evitando di passare dagli spogliatoi (ma comunque braccato in pochi secondi – dopotutto, uno mi è sfuggito, Basic, ma due in una stessa giornata, no!), noto con piacere che ancora una volta Vanni è beniamino di tutti i ragazzi… sembra quasi che a vincere il match di oggi sia lui, considerato il numero di autografi firmati, contro il quasi zero del povero ignorato olandese.

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Ecco invece le parole dell’olandese: “è stato davvero difficile giocare contro Vanni, che serve così bene e che ti dà così poche chance in risposta. Nel primo set è riuscito ad essere più efficace di me al servizio, ma sono contento di essere riuscito a salvare i set point che ha avuto e di vincere quel parziale. Da quel momento ero più sicuro in campo, più fiducioso, ed infatti ho poi giocato leggermente meglio di lui.

Faccio notare ad Igor, mentre si cambia la maglietta sudata e resta praticamente incastrato in essa, che probabilmente la piccola differenza è stata fatta anche dalla cattiva gestione dei punti importanti del nostro Luca. “Assolutamente. In quello sono stato più bravo di lui. Su questa superficie non puoi mai sapere cosa aspettarti. Peraltro la scorsa volta lui fu quello più bravo nei punti importanti, quindi siamo pari direi (sorriso).

Infine, rispetto al suo avversario di domani, ammette di conoscerlo poco. “Non lo conoscevo ad essere sincero. L’ho visto giocare in questi giorni ed ho visto che sa rispondere molto bene, è furbo e sa giocare in maniera molto solida. Immagino sarà un match molto duro.

Mentre scende in campo il secondo doppio ed il palazzetto si svuota in maniera un po’ desolante, finisco il diario e do appuntamento a domani. La finale è alle ore 17!

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