Il movimento tennistico italiano. Probabilmente un concetto che non è mai esitito davvero. Una Federazione che sia davvero di supporto agli atleti, seguendoli nella loro crescita, senza abbandonarli; un ente che possa essere punto di riferimento..questo ente non dovrebbe esistere o quantomeno il suo ruolo dovrebbe essere completamente diverso.
Questo il concetto che in maniera diversa hanno espresso ai microfoni di Nuova Spazio Radio durante la trasmissione “Ho Scelto lo Sport” due allenatori, due uomini che di certo non le mandano a dire, due persone che hanno visto cose che voi umani… parliamo di Alberto Castellani e Quirino Cipolla
Alberto Castellani si esprime in maniera diretta: “Tutti sanno qual è la mia posizione per quanto riguarda la federazione Italiana Tennis. Esprimendo le mie idee, grazie ad un livello culturale che me lo permette, sono stato più volte isolato ma ho sempre vissuto senza dipendere da nessuno e credo di aver sempre lavorato con onestà e concretezza. Il movimento italiano, che dire.. vanno un po’ meglio le donne degli uomini ed in generale esprimiamo molto meno di quello che è il nostro potenziale. Mi sembra incredibile che la federazione si prenda il merito della vittoria della Fed Cup, quando mette insieme solamente le migliori 2-3 atlete italiane che vengono però tutte da situazioni private, alcune anche dall’estero. Io sostengo da tempo che le federazioni sono enti inutili, che nel momento in cui esitono dovrebbero solo fare da raccordo con il lavoro privato, ma ovviamente neanche questo avviene.“
Per Quirino Cipolla il discorso è un po’ diverso anche se le conclusioni sono sempre le stesse. La Federazione non è un ente inutile ma dovrebbe espletare un lavoro che in nessun modo, secondo Cipolla, viene fatto..
“Quando si parla di FIT tocchiamo veramente un tasto dolente. Ritengo di appoggiare la disamina di Alberto Castellani, seppur arrivandoci da considerazioni diverse. Il punto è questo: io credo che la Federazione abbia ragion d’esistere per dare una mano ai giocatori, per aiutarli a preparare competizioni importanti come ad esempio le Olimpiadi, dovrebbe promuovere i vivai attraverso promozioni. I buoni giocatori nascono dal lavoro, da programmazioni mirate, da disamine tecniche e sociologiche complesse. Tutti questi punti insieme potrebbero creare ottime realtà; ci sono tanti esempi di cicli che possiamo fare, a partire da paesi con pochi abitanti e senza talenti particolari come la Svezia di Borg che portò 3-4 giocatori tra i primi 20 del mondo, tutti senza grandi caratteristiche tecniche. Non è la natura a creare lo spessore tecnico, ma gli insegnamenti, un’elevata cultura necessaria per poter generare elementi validi, l’educazione allo sport, all’etica, come ad esempio in Spagna. Poi c’è anche il discorso della “fame” dei giocatori dell’Est..
Venendo a quello che purtroppo è stata la FIT, in 30 e passa anni di frequentazione, ho visto cose abbastanza particolari o bizzarre generate dalla scuola maestri, che è più che altro una struttra imprenditoriale, attraverso la quale viene divulgato il verbo della federazione. Le persone che guidano il “castello” hanno interessi particolari pronunciati e di natura diversa; per esempio io dico che uno come Binaghi secondo me non si mai messo in tesca un euro, ma è comunque una persona che ricercando la gratificazione personale è arrivato dove è arrivato; il problema nasce quando si scelgono i personaggi che devono comporre l’organico e si scelgono perché portano consenso, come in tutti sistemi politici. Questo nello sport non dovrebbe esistere. Altra cosa incredibile: la proposta fatta da Palmieri di diventare procuratore dei giocatori più forti italiani attraverso la federazione; praticamente la madre di tutti i conflitti di interesse, anche se il conflitto di interssi in sè mi sembra abbia perso di significato anche a livelli più alti quindi figuriamoci.. al momento in cui si presenta la possibilità di assistere economicamente un giocatore assitito dalla FIT o un altro, è facile capire come finirebbe.. Questo non avviene in alcuna federazione sportiva del mondo ed è quindi ancor di più uno scenario inquietante. Personalmente mi sono sempre tenuto a distanza da cordate e correnti politiche, nonostante come azienda (Shot n.d.r.) io abbia tantissimi contatti sul territorio nazionale. Non l’ho fatto perchè non voglio che possa rimetterci mio figlio e giocatore Flavio, anche se a dire il vero gli è già stato tolto qualcosa di importante ultimamente, ma questo è un altro discorso. Un ulteriore critica che si può fare alla federazione è che gli elettori non sono i giocatori o gli amatori bensì i circoli sportivi, contenitori di potere; Oggi che abbiamo Beppe Grillo sotto gli occhi possiamo intuire quanto una raccolta di firme nel mondo del nostro tennis non abbia senso, perchè non servirebbe a nulla a livello legale. E questa è la fortuna più grande di chi gestisce il sistema, insita nel fatto che gli elettori non sono i reali fruitori dello sport, ma semplicemente presidenti di circolo, una categoria eterogenea interessata, spesso, più al buiseness che al tennis. Parlo ovviamente in linea generale, perché esistono anche alcune situazioni positive. Ci vorrebbero ore per parlare di questi argomenti, per adesso fermiamoci..“
Leggi anche:
- None Found