di Guido Pietrosanti
La crisi economica globale si fa sentire anche nel mondo del tennis e soprattutto nel circuito challenger dove i tornei vengono continuamente cancellati per mancanza di sponsor. Anche per questo motivo, nelle ultime due settimane si sono disputati solamente 3 tornei challenger. Nella settimana dal 20 al 26 agosto, in contemporanea con le qualificazioni agli US Open, si è disputato solamente il torneo di Segovia in Spagna, giocato sul cemento. Il vincitore è stato il giovane russo Evgeny Donskoy, classe 90, che ha sconfitto in finale per 61 76 un altro giovane promettente, il francese Albano Olivetti. Per Donskoy si tratta della terza vittoria challenger stagionale, dopo quelle ottenute a Meknes e ad Astana, che gli permette di raggiungere il suo best ranking al numero 119. Ottima la semifinale raggiunta da Riccardo Ghedin, spesso competitivo nei challenger sul cemento, ma non abbastanza continuo da raggiungere i top 200 atp. Segnali di risveglio anche per il giovanissimo spagnolo Artunedo (classe 93), che dopo una stagione molto deludente, raggiunge i quarti di finale, tornando nei primi 500 del ranking atp.
Durante la prima settimana degli US Open si è giocato sulla terra rossa di Como, dove l’austriaco Andreas Haider-Maurer ha vinto il torneo battendo in finale il portoghese Joao Sousa per 63 64. Prima vittoria stagionale per l’austriaco, sconfitto in finale già due volte quest’anno, mentre il giovane Sousa, può consolarsi della sconfitta con il nuovo best ranking che raggiungerà lunedi prossimo, ad un passo dai top 100. La progressione nel ranking atp del portoghese, classe 89, è particolarmente interessante perché piuttosto rappresentativa del percorso ideale di crescita tipico degli ultimi anni, da quando cioè non si assiste più all’esplosione di baby fenomeni. Sousa è stato numero 966 a fine 2007, a 18 anni, per poi passare in 2 anni al numero 445, fino alla posizione 193 raggiunta a fine 2011, all’età di 22 anni. Quest’anno Sousa finirà molto vicino ai top 100 e forse addirittura dentro i primi 100. Forse non diventerà mai un top 10, ma nel giro di 4-5 anni è riuscito a raggiungere e a superare molti suoi coetanei (per esempio i nostri Fabbiano e Trevisan) che sembravano nettamente più avanti, solo pochi anni fa. Anche Gianluca Naso, 4-5 anni fa, sembrava destinato ad una carriera migliore di quella che ha realmente fatto fin’ora. “Giallo” però quest’anno sembra finalmente essere riuscito a cambiare marcia e la semifinale raggiunta a Como, battendo tra gli altri anche il portoghese Gil, numero 113 atp, conferma la confidenza del siciliano in tornei di questo livello. 25 anni non sono troppi per sperare di raggiungere almeno i top 100. Ma per farlo Gianluca dovrà continuare a migliorare il suo gioco, aggiungendo un pezzettino alla volta e diventando un giocatore più completo, capace di trovare soluzioni alternative ai “topponi” da fondo campo. Buon risultato anche per Alessandro Giannessi, che a Como ha raggiunto i quarti di finale, fermato dal futuro vincitore Haider-Maurer.
Infine a Bangkok in Tailandia, vittoria dell’israeliano Dudi Sela sul giapponese Yuichi Sugita per 61 75. Curioso trovare in semifinale l’indonesiano Christopher Rungkat (classe 90 e 355 atp) e il cinese Mao-Xin Gong, classe 87 e numero 511 del ranking, a conferma della concorrenza ormai globale nel mondo del tennis. Se da una parte fa piacere vedere che anche paesi quali l’Indonesia e la Cina riescono ormai a produrre giocatori di livello mondiale, dall’altra fa un po’ paura pensare alle potenzialità di questi paesi rispetto ad un paese come l’Italia che, nonostante la globalizzazione tennistica sia solamente in una fase iniziale, fa già molta fatica a produrre giocatori di vertice.
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