(Marco Cecchinato – Foto Mario Rota)
da Bergamo, Marta Polidori
Oggi sono davvero a pezzi. Al quarto giorno riuscire a rimanere svegli per due ore in treno alle otto del mattino è follia, ma io ce l’ho fatta, e vado apprezzata se non per altro di certo per questo.
In cuor mio speravo che almeno la prima partita fosse un poco avvincente o mi avreste sentito russare fino in capo al mondo. Per fortuna è stata bella.
Giocavano i già accennati (nel diario precedente) Viktor Galovic e Claudio Grassi. Galovic è in gran forma; anche se il primo set è stato il 7-6 più veloce nella storia dei 7-6 ci sono stati dei gran bei punti.
Ad un tratto vediamo gli spalti coprirsi di scolaresche che, evidentemente, di tennis ne hanno visto molto poco in vita loro. Sono stati più volti ripresi dal giudice di sedia per il rumore e perché si alzavano durante il gioco.
A sinistra il tifo per Galovic, bambini con striscioni fabbricati con amore e premura sul momento e con scritto “W Victor Galovic”. Non ho fatto un errore, lo hanno scritto con la C, e ad ogni punto del loro idolo un tifo da stadio curva sud.
Galovic tiene bene come sempre il servizio; secondo me Claudio non era molto in forma, gli ho visto giocare partite migliori (nulla togliere a Viktor ovviamente).
La partita finisce con un 7-6 6-4 per Victor.
Il match seguente mi ha davvero sconcertata. Marco Cecchinato contro Ivan Sergeyev. Io non riesco a credere che l’ucraino sia il numero 152 al mondo, delle scene del genere raramente mi è capitato di vederle, ma considerato che ha cominciato a dare segni di squilibrio emotivo già dal primo game probabile avesse qualche motivo preciso. In ogni caso è finita 6-1 6-1 in trentanove minuti per Marco.
Tra l’altro qui il tradimento dei fan di Galovic che hanno creato altri striscioni, ma per Cecchinato. La fama è volubile…
Cecchinato è un gran bel giocatore, bel gioco e una buona tecnica. Se gli dovessi trovare a forza un difetto direi il rovescio, ma non è nemmeno così tremendo, due accortezze e probabilmente viaggia quanto il diritto. O magari non lo sentiva bene oggi. Non posso dire molto di più, la partita è stata molto semplice da portare a casa.
Ivan ha un rovescio e un servizio che io trovo personalmente orribili, ma ripeto che se era così arrabbiato tutto può essere, anche che avesse qualche problema fisico. Il movimento del servizio effettuato con le gambe pare prescindere da problemi fisici, a me non piace.
Una partita a cui non ho assistito, ma che mi è dispiaciuto molto non farlo, è quella che ha disputato Alessandro Bega contro Oleksandr Nedovyesov, che poi è un ucraino numero 197 ATP. Ieri Alessandro ha giocato così bene che sono rimasta con un bel ricordo e avrei voluto approfondire, ma le partite si svolgono in due posti diversi, mentre io ero al PalaNorda Bega se la giocava ad Alzano Lombardo.
Purtroppo l’italiano ha perso per 6-2 6-4. Comunque ho una sua dichiarazione: “Nel complesso come partita è andata bene, sono forse partito un po’ teso e lui ha giocato come sa. Io ho perso un break all’inizio ed è andata in salita, però non ho giocato malissimo alla fine.”
Jan-Lennard Struff ha passato il turno con Nikoloz Basilashvili per ritiro di questo sul 6-1 2-0.
Stefano Napolitano e Andrea Falgheri hanno perso il doppio contro Tomasz Bednarek e Mateusz Kowalczyk (Polonia) per 6-2 6-0.
Un aneddoto veramente interessante della giornata: tale Mattia Pesce, studente sugli spalti del liceo turistico sportivo, è entrato in campo finita la partita di Ivan e Marco per fare un numero di breakdance sulle note di “Gangman Style”. È stato talmente bravo e apprezzato che il presentatore gli ha proposto di ballare ancora per la finale. Non so quanti filmini gli avranno fatto, ma sono assolutamente meritati.
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