di Luca Brancher
#branchstats
Tante cose simpatiche, forse interessanti. Parleremo di Nadal e le brutte sconfitte, della solidità mentale di Fritz, della Nuova Zelanda ritrovata, dell’ennesimo derby cileno in finale, ma non solo. Non solo.
• #Wawrinka ha vinto le ultime 7 finali a cui ha preso parte, e, dal momento che tra queste ci sono 2 Slam, non penso ci sia da alludere al fatto che abbia sconfitto avversari di second’ordine. Semplicemente è diventato un vincente quando l’occasione conta: fino al 2013 compreso il suo record era di 4-8. Dunque, purtroppo per lui, non sempre.
• Se si esclude la finale di Montpellier, dove Jerzy Janowicz era stato forzato al ritiro dopo appena 13 punti, il torneo di Pechino eguaglia la finale 2015 col minor numero di giochi disputati, 16, ovvero quella di #Casablanca tra Martin Klizan e Daniel Gimeno-Traver, che aveva peraltro avuto il, medesimo punteggio. Non è il “500” in cui si sono disputati meno giochi, dal momento che – escludendo la finale di Rotterdam del 2010, dove Soderling si avvalse anche del ritiro di Mikhail Youzhny – l’edizione 2014 sempre del torneo di Pechino e Acapulco nel 2013 videro i trionfatori aggiudicarsi la contesa per 6-2 6-0: in Cina a trionfare fu lo stesso Djokovic su Tomas Berdych (andò pure a servire sul 6-0 5-0), mentre in Messico fu Rafa Nadal a superare il connazionale David Ferrer.
• Se non fosse esistita la particolare sfida contro il già citato Youzhny a Chennai 2008, quella di Pechino sarebbe stata la peggior sconfitta in finale di Rafa #Nadal assieme a quella contro David Nalbandian nel Master di Parigi Bercy del 2007 (4-6 0-6);
• Austin #Krajicek, con i quarti raggiunti nell’ATP 500 di Tokyo, taglia il sospirato traguardo della top-100, issandosi fino alla posizione numero 97: è il 778esimo giocatore che dal 1.1.85 ricopre tale ruolo, il 137esimo da inizio anno. Rientra in top100, dove mancava dal 31 gennaio 2011, anche l’ucraino Illya #Marchenko, grazie al prestigioso successo nel challenger di Mons.
• Il 121esimo giocatore ad assurgere al rango di top-10 dalla data limite del 1.1.85 è il sudafricano Kevin #Anderson, che coglie questo traguardo a 29 anni suonati, dopo aver passato 294 settimana nei top-100 e 245 nei top-50. Non dovesse migliorare tale record sarebbe accompagnato, nel best ranking, da giocatori del calibro di Thierry Tulasne, Mikael Pernfors, Felix Mantilla, Martin Jaite, Carlos Costa, Jonas Svensson, Ernests Gulbis, Juan Monaco, Magnus Larsson, Magnus Gustafsson e Arnaud Clement.
• Attualmente in top-100 ci sono 23 giocatori che sono o sono stati top-10 e 76 che sono o sono stati top-50. La somma totale delle settimane in top-100 dei 100 migliori giocatori al mondo è pari a #26.845. Quasi 1/30 le conta da solo Roger #Federer.
• Una bella settimana di tennis la scorsa a Sacramento, soprattutto per gli statunitensi, dal momento che la finale del locale challenger da $100.000 vedeva affrontarsi due giovani speranze, come Taylor Harry #Fritz e Jared#Donaldson. La finale ha arriso al primo che ha chiuso un torneo che ha messo in luce, oltre alle sue qualità tennistiche (necessarie per eliminare in tre tie break un tennista del calibro di Dustin Brown), anche una solidità mentale invidiabile per la sua età, come testimoniano le #34 palle break annullate su 37. La finale yankee peraltro diventa la decima finale più giovane della storia dei challenger.
• Amburgo 2003 (Ancic batte Nadal)
• Roma 1989 (Pescosolido batte Fuchs)
• Praga 1991 (Kodes jr batte Enqvist)
• Maebashi 1980 (Whitecross batte Miller)
• Sydney 1983 (Youl batte Frawley)
• Hong Kong 1989 (J. Anderson batte Kim Bong-Soo)
• Hobart 1988 (Woodbridge batte Barr)
• Barletta 2003 (Gasquet batte Muller)
• Montevideo 2000 (Coria batte Acasuso)
• Sacramento 2015 (Fritz batte Donaldson)
• Lorenzi vince a Medellin e raggiunge Suzuki a quota 16, ma non riesce a staccare Carlos #Berlocq, che si toglie l’ennesima soddisfazione in carriera a Sao Paulo. Secondo successo in Brasile, primo del 2015, da sottolineare come 10 di questi siano stati vinti in Italia (di cui 3 a Torino e 2 a Todi). Kimmer Coppejans è il primo tennista belga affrontato in finale, ma non è la prima volta che vince l’atto conclusivo per 6-3 6-1, dal momento che con lo stesso punteggio aveva regolato Filippo Volandri a Todi nel 2011.
• Primi titoli, oltre a Taylor Fritz: Vivian #Heisen (Sozopol, 10.000$), Alexa#Graham (Hilton Head Island, 10.000$), Cameron #Norrie (USA F29, 15.000$), Finn #Tearney (AUS F7, 15.000$), Matteo #Berrettini (ITA F30, 10.000$), Makoto #Ochi (PHI F1, 10.000$), Tim #Van Rijthoven (TUR F40, 10.000$). Peccato che Norrie abbia abbandonato la bandiera neozelandese da qualche anno, altrimenti sarebbe stata la prima volta in assoluto che due giocatori provenienti da quella nazione vincevano un future nella stessa settimana. Aryna #Sabalenka, classe 1998, vince il secondo titolo consecutivo ad Antalya, recuperando due break di svantaggio nel set conclusivo in finale contro la rumena Nicoleta-Catalina Dascalu;
• Prima finale in assoluto per la sorprendente tedesca Julyette Maria Josephine #Steur a Shymkent, mentre Alize #Lim, nonostante il buon periodo di forma rafforza un brutto record nelle finali: 3-8. Jorge #Aguilar raggiunge la quarantesima finale future, ma viene stoppato dal rivale di sempre Guillermo Rivera-Aranguiz: quella tra di loro era la quinta finale a livello future (3-2 per Aguilar lo score). E’ la finale più frequente a livello ITF assieme al derby rumeno Gabriel Moraru-Victor Ionita.
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