di Piero Emmolo
Sei le tappe settimanali del challenger tour. Spicca la continuità di risultati di Bolelli, vittorioso anche nella capitale tunisina.
TUNISI (100000$, CLAY) In terra africana, cala il tris d’assi il nostro Simone Bolelli. Dopo Bergamo e Vercelli, primo titolo stagionale fuori dall’Italia per il bolognese. Nella città che ha dato i natali al tennista italiano più forte di sempre, Nicola Pietrangeli, le condizioni meteorologiche non sono state benevole verso gli organizzatori, costretti a schedulare semifinali e finale nello stesso giorno. Nel cammino verso l’undicesimo alloro nel tour cadetto, l’emiliano s’è imbattuto nuovamente nel croato Mate Delic, stavolta affrontato nelle semifinali. Si temeva uno spirito di sana rivalsa agonistica per il tennista ventunenne, che è comunque nuovamente risultato soccombente al tennis brillante del giocatore di Budrio. La finale ha visto protagonista il teutonico Julian Reister, sconfitto con lo score di 6-4 6-2. Per Simone, ennesimo ottimo passo avanti in vista dell’approssimarsi della lunga stagione europea sulla terra. Una carta da non sottovalutare, Bolelli, anche nell’ottica delle proibitive semifinali di Davis Cup sul veloce del Palaexpo ginevrino, dove l’eclettismo del bolognese potrebbe essere una carta nella manica per ”Barazza”. Profittando della vicinanza, diversi gli italiani nel main draw. Si rivede il trapanese Gianluca Naso, capace di superare le qualificazioni e accedere al tabellone principale. Il siciliano è stato però fermato al primo turno da Flavio Cipolla che, perso il primo set al tie break, ha poi concesso le briciole al connazionale nelle restanti due partite. Lo spezzino Alessandro Giannessi è stato sconfitto al primo turno dal turco Marsel Ilhan; 6-4 7-5 il tabellino finale in favore dell’anatolico. Secondi turni per Cecchinato, Starace e Fabbiano. Quarti per Andrea Arnaboldi, che conferma il buon tennis messo in mostra a Vercelli. Per il canturino due buoni match con i transalpini Millot e Bourquier, prima dell’uscita per mano di Bolelli con un eloquente 6-0 6-3. Ottima affermazione per la wild card algerina, neo-naturalizzata marocchina, Lamine Ouahab, giá vincitrice in quel di Tunisi nel 2006. Per il maghrebino, al quale il popolo del web non ha risparmiato simpatici epiteti sull’assonanza del suo cognome con una calorica specialità di carne turca, dovuti alla sua non perfetta forma fisica, l’ottimo scalpo del teutonico Tobias Kamke, seconda testa di serie. Per Bolelli, un salto in avanti di ben 61 posizioni, che gli consente di assestarsi alla piazza ATP numero 163.
OSTRAVA (RED CLAY, 85000€) Nell’incantevole cittá della Slesia, teatro di mille battaglie della nazionale tennistica, è andata in scena l’undicesima edizione del Prosperita Open. Il seeding ceco poteva vantare come prima testa di serie il trentacinquenne Radek Stepanek. Fuori programma la partecipazione del tennista di Karvina, che in extremis ha accettato la wild card offerta dagli organizzatori. Nonostante i favori della vigilia, il latin lover ceco è approdato ai quarti, dove il buon momento di forma del russo Andrey Kuznetsov, già denotato nell’atp 500 di Barcellona, ha arrestato la sua marcia al tie break del terzo set. Non sapremo mai se l’interruzione della liaison amorosa con la Kvitova possa aver inciso su questa sconfitta. Di certo, il palmarès del Casanova ceco, che vanta, tra le presumibilissime altre, Hingis, Vaidisova e, per ultima, Kvitova, fa propendere decisamente per l’opzione negativa. Proprio lo stesso giustiziere di Radek s’è issato fino alla finale, dove ha sconfitto lo slovacco Miroslav Mecir jr con l’anomalo punteggio di 2-6 6-3 6-0. Per “gattino” Mecir, figlio d’arte dell’omonimo vincitore dell’oro olimpico a Seoul 1988, nonchè finalista in carriera agli AO e all’US Open, prima finale nel tour cadetto. Ottima qualificazione nel main draw per Riccardo Ghedin. Per il tennista romano eliminazione al primo turno per mano del magiaro Marton Fucsovics. Si ferma al primo turno anche il cammino di Matteo Viola, estromesso in tre avvincenti partite dall’iberico Lopez Perez. L’italiano più in auge nella tappa ceca è stato però Lorenzo Giustino. Il napoletano ha inanellato due buone affermazioni contro il belga Authom e, soprattutto, il bosniaco Dzumhur, prima di arrendersi al terzo set a Blaz Rola. I quarti di finale ottenuti consentono al tennista campano un salto di nove posizioni e il raggiungimento del best ranking ATP di numero 213. Primo turno, da lucky looser, per Riccardo Bellotti.
CALI (40000$, RED CLAY) Torna in calendario, dopo un’assenza di sei anni, la tappa colombiana. Da autentico outsider, il cileno Gonzalo Lama s’impone sull’albiceleste Marco Trungelliti con lo score di 6-3 4-6 6-3. Per il giovane ventunenne primo titolo challenger in carriera e best ranking di numero 263 del mondo. Rimarchevole il cammino del tennista di Santiago che, sebbene non accreditato nel novero delle teste di serie, ha sconfitto avversari ben più quotati ed esperti. Tra tutti, il veterano dominicano Victor Estrella Burgos, sconfitto con un perentorio 6-4 6-1. La vittoria del cileno fa ben presagire il paese andino nell’ottica di un competitivo ricambio generazionale. Dopo il ritiro di Gonzalez e Massu, che in Cile sono vere e proprie istituzioni sportive dopo la medaglia d’oro nel doppio alle olimpiadi di Atene 2004 e, da ultimo, di Paul Capdeville nel prossimo Roland Garros, il vincitore dell’appuntamento colombiano si candida prepotentemente ad un roseo futuro da numero uno nel paese sudamericano. La prima testa di serie del seeding era Paolo Lorenzi. Il senese, come suo solito, predilige la stagione challenger nell’America latina per via della fastidiosissima allergia del periodo primaverile europeo ( si ringrazia l’enciclopedico Nizegorodcew per questa chicca tennistica) e dopo la settimana di riposo dalla vittoria di San Luis Potosì, è tornato in campo in Colombia. Per il romano di nascita buon quarto di finale che comporta tuttavia la perdita di tre posizioni nel ranking ATP. Carnefice dell’azzurro l’argentino Marco Trungelliti, vittorioso con un duplice tie break.
TAIPEI CITY (75000$, HARD) Nella capitale del Taiwan, altra affermazione per il lussemburghese Gilles Müller, che conferma la propria attitudine al ruolo di vincente outsider nel tour cadetto. Alle prese con innumerevoli infortuni durante la carriera, il giocatore di Lussemburgo sembra aver ritrovato per l’ennesima volta nuova vitalità agonistica. L’avversario finalista è stato l’aussie John Patrick Smith, soccombente con un periodico 6-3. Il favorito del seeding, nella sua originaria formulazione, era il cinese di Taipei Yen Hsun Lu, il cui ritiro ha spianato la strada al pur bravo giocatore oceanico. Per la pertica mancina del piccolo stato europeo, balzo di 26 posizioni che vale la posizione numero 134 ATP. Una vittoria che conferma la bontà della carriera di Müller che, nonostante sia prossimo alla trentaduesima primavera, si dimostra ancora parecchio temibile a queste latitudini tennistiche. Unico rammarico per Gilles, probabilmente non più riparabile in futuro, la mancanza di un titolo ATP nonostante le tre finali disputate, tutte negli Stati Uniti.
AN NING (50000$, RED CLAY) In terra cinese altro risultato inaspettato. É stato l’aussie Alex Bolt ad inaugurare la propria bacheca challenger dopo tre titoli nel circuito futures. Finalista della manifestazione asiatica il croato Nikola Mektic, sconfitto col punteggio di 6-2 7-5. Buona affermazione per un altro ventunenne nella sorprendente settimana appena conclusasi. Una vittoria che, al pari di quella del cileno Lama, va contro la tendenza di massima della età media piuttosto tardiva nella maturazione agonistica del tennis moderno. Centra la qualificazione, approfittando anche della diffusa ripartizione dei giocatori nella intensa settimana del circuito e della location logisticamente non proprio di agevole raggiungimento, il trentasettenne cremonese Giuseppe Menga. Di recente intervistato, il lombardo ha dichiarato che il tennis continua ad essere un importante diletto e occasione per condurre una vita sportivamente sana e salutare. Tanto singolare quanto ammirevole che in un torneo di queste proporzioni, il maestro e l’ allievo si trovino nello stesso tabellone. Menga, coach del lituano Laurinas Grygelis, nonostante la lodevole tenacia ha dovuto tuttavia ritirarsi durante il match di primo turno per un fastidio al polpaccio destro. Solo al tie break del secondo set, il tennista cremonese ha alzato bandiera bianca all’ottava testa di serie del seeding Kostantin Kravchuk. Inusuale la carriera di Menga che, nonostante il ritiro nel 2006 e rimasto pressochè senza ranking ATP, ha continuato a migliorarsi tennisticamente e mantenersi elastico atleticamente, nonostante le sporadiche apparizioni nel circuito professionistico.
TALLAHASSEE (50000$, GREEN CLAY) Continua la tournèe sulla terra verde americana. Vittoria per Robby Ginepri che nella tappa della Florida ha mostrato un’invidiabile condizione fisica, prerogativa che gli consentì lo straordinario approdo in semifinale a Flushing Meadows nel 2005. Nel major americano Haas, Gasquet e Coria furono piegati al quinto set dal tennista di Fort Lauderdale. Anche in quest’occasione il giocatore a stelle e strisce ha mostrato parte delle sue doti fisiche di stakanovista, cimentandosi nel doppio impegno semifinale-finale nel giro di due ore. Dopo l’irlandese Mc Gee, in finale il più quotato canadese Frank Dancevic s’è arreso all’esperienza di Robby, vittorioso per 6-3 6-4. Unico avversario capace di strappare un set al vincitore, il davis man britannico James Ward durante lo svolgimento del secondo turno. Per Ginepri balzo di 162 posizioni, valevole la piazza ATP numero 280.