di Federico Mariani
Tutti contro uno! E’ stato il leitmotiv della stagione targata 2015 del tennis mondiale, sarà il leitmotiv dell’edizione numero 46 delle Atp World Tour Finals, ricco e scintillante appuntamento di fine stagione che raccoglie il lotto giocatori più elitario che possa esistere. Come è ormai noto, solo i primi otto giocatori della stagione (divisi in due gironi all’italiana) hanno accesso alla kermesse londinese.
C’è un solo e grande favorito, non sarebbe potuto essere altrimenti d’altronde. Novak Djokovic, oltre ad aver incassato le ultime tre edizioni del torneo, arriva a Londra con un ruolino di marcia da mascella calata che recita 78 vittorie contro 5 sconfitte, tre Major alzati al cielo (perdendo in finale il quarto a Parigi), sei Masters 1000 conquistati su otto ai quali ha preso parte (saltando Madrid) ed un dominio pressoché inscalfibile per il resto della ciurma. Il serbo punta al pokerissimo, un quinto successo che lo apparerebbe a leggende totali quali Lendl e Sampras e che lo porterebbe ad una sola lunghezza dal primatista di categoria, manco a dirlo, Roger Federer. Appena due le novità rispetto alla versione 2014 delle Finals, due novità che aumentano notevolmente la qualità dell’appuntamento: rientra, infatti, la truppa spagnola composta da Nadal e Ferrer a scapito di Raonic e Cilic.
Il sorteggio. Forse mai come quest’anno il primo lotto, quello con protagonisti il numero uno ed il numero due, aveva un peso specifico di vitale importanza. Avere questo Djokovic o un Murray magari distratto dalle sirene della prossima finale di Coppa Davis in programma su terra è in grado di fare tutta la differenza del mondo per quanto concerne gli altri sei competitors.
Gruppo Stan Smith – (Djokovic, Federer, Berdych, Nishikori). Il primo gruppo, che da quest’anno omaggia col nome Stan Smith (il primo Maestro che si aggiudicò il titolo nel 1970 a Tokyo) viene ovviamente capeggiato da Novak Djokovic. Assieme al serbo ci saranno Roger Federer, Tomas Berdych e Kei Nishikori per un girone reso di ferro dalla presenza del serbo e del basilese che, insieme, han saputo fagocitare qualcosa come dieci delle ultime dodici edizioni del torneo.
Gruppo Ilie Nastase – (Murray, Wawrinka, Nadal, Ferrer). L’altro girone, che prende il nome invece da Ilie Nastase vincitore di quattro delle prime sei edizioni del Masters in quattro città diverse (Parigi, Barcellona, Boston e Stoccolma), è quanto mai aperto a più soluzioni senza un vero e proprio padrone. Il padrone gerarchico del raggruppamento è Andy Murray che, come detto in precedenza, potrebbe risentire dei tre giorni di allenamento sulla terra rossa nel corso della settimana che volge alla conclusione. Stan è ovviamente circondato dal solito alone d’imprevedibilità ma è forte di un buon ricordo sia della passata edizione dove si arrese sul filo solo in semifinale dinnanzi a Federer nel match del celebre “cry baby”, sia della vittoria parigina con Rafa Nadal contro il quale farà il suo esordio nel torneo.
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