di Sergio Pastena
Non è bastato un Wawrinka in forma davvero eccellente a fermare sua maestà Rafael Nadal, che si riprende il titolo di Madrid dopo l’infausta parentesi blu del 2012.
Lo svizzero è arrivato in finale al termine di un torneo davvero ben giocato, nel quale per ben tre volte l’ha spuntata al terzo facendo fuori Berdych, Tsonga e il “regicida” Dimitrov, peraltro in rimonta. In finale, però, nonostante ci abbia provato non è mai nemmeno arrivato a palla break ed il risultato è stato un 6-2 6-4 per Nadal.
Lo spagnolo, dal canto suo, come al solito ci ha messo l’anima, specie nel complicatissimo quarto di finale contro David Ferrer che lo ha visto sotto di un set e al tie-break nel secondo. Nadal sta bene e la marcia di avvicinamento verso Parigi procede senza intoppa, ora però è da verificare quanto bene stia Djokovic, l’unico che può realmente abbatterlo sulla terra. Non sembrano poterci riuscire, al momento, Federer e Stepanek: lo svizzero è uscito al secondo turno contro Nishikori in modo abbastanza anonima, il britannico è stato bravo a recuperare contro Simon ma poi si è arreso a Berdych. E inoltre, diciamolo, non è propriamente un terraiolo.
Per il resto, a parte un Dimitrov che cresce (la sconfitta contro Wawrinka non è scandalosa, visto lo svizzero di questa settimana), è bello segnalare l’approdo in semifinale di un ritrovato Andujar, uno dei pochi spagnoli che, a vederlo giocare, non fa venire la voglia di dare la racchetta in pasto ai cani. Gli scalpi di Cilic, Isner e Nishikori non saranno quelli di Edberg, Becker e Lendl, ma comunque si tratta per lui di una prestazione maiuscola. E maiuscola è stata anche quella di Tommy Haas, giustiziere di Seppi, che ha avuto solo la sfortuna di incappare negli ottavi in un Ferrer versione highlander. Ad ogni modo ancora applausi.
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