di Sergio Pastena
Finisce il primo turno e comincia il secondo a Wimbledon. Qualche nota sulla giornata di oggi.
Sveglie a vuoto
Non solo interrompono la tua partita quando hai un match-point sul servizio dell’avversaria. Non solo devi alzarti, andare al campo, prepararti. Non solo devi fare tutto il riscaldamento. Come se non bastasse, l’avversaria fa doppio fallo e si torna a casa. Povera Sarita…
Chiuso per ferie
Ok, Janowicz al momento non è avversario tenero, ma da uno che il giorno prima ha battuto Berdych in tre set sarebbe lecito attendersi quanto meno una vittoria. Se lui, però, si chiama Ernests Gulbis la sconfitta rientra nella logica delle cose: 9-7 al quinto e lettone a casa.
Non fa male! Non fa male!
Prima di Wimbledon aveva dichiarato di essere serena e tranquilla, di sentirsi ritrovata, di stare meglio perché poteva giocare senza pressioni addosso. Ok, ok, Caroline, ora però calmati che arriva l’ambulanza, va bene?
Ma che peccato…
Il tanto atteso derby tra Roddick e Odesnik non ci sarà: Wayne ha perso al quinto set con Phau, Andy non potrà incontrare colui per il quale aveva chiesto “Una condanna esemplare”. Pare che A-Rod l’abbia presa con filosofia, o almeno questo ha sostenuto riponendo un grosso mitra nella sua custodia.
Incontrare la Giorgi a Wimbledon, in questi giorni, è più pericoloso che incontrare Sebastien Chabal in un vicolo di notte. Per carità, Camila potrebbe vincere Wimbledon come perdere domani, ma il dato di fatto è che ieri ha affettato la Tatishvili e, se gioca così, è pericolosa per chiunque.
I Maya non ci prendono più
Quasi dimenticavamo… il mondo è salvo. La prima profezia dei Maya, quella che impediva ad un inglese di vincere una partita a Wimbledon dai tempi di Henman, si è dissolta sotto i colpi di James Ward, che ha eliminato Pablo Andujar con un punteggio sociopatico: 4-6 6-0 3-6 6-3 6-3.
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