di Giovanni Cola
Per colmare il gap con le primissime del mondo serve ancora un piccolo salto di qualità ad Eugenie Bouchard che ha comunque fatto sudare le proverbiali sette camicie a Maria Sharapova in semifinale al Roland Garros, non riuscendo però a mettere in campo la necessaria tensione emotiva per tutto il match. La giovane promessa nata in Quebec, nei momenti cruciali della sfida, ha pagato un calo di intensità che ha fatto scappare via Masha verso la sua terza finale consecutiva a Parigi (4-6 7-5 6-2).
La russa tuttavia ha anche oggi ampiamente legittimato la vittoria, è partita con il freno a mano tirato nel primo parziale, così come era già successo nei turni precedenti con Stosur e Muguruza, ma poi soprattutto con il carattere, un servizio più incisivo che in avvio e una profondità di colpi decisamente maggiore, ha costretto la 20enne canadese a soccombere.
Nel complesso non ha demeritato Genie, sensibilmente migliorata con il dritto anche sulla terra e sempre letale con il rovescio sia lungolinea che incrociato. Ciò che le è mancata è stata forse un po’ di tranquillità quando la palla scottava veramente. All’inizio del terzo infatti era avanti 40-0 con tre palle per portarsi sul 2-2, con tre errori gratuiti però ha riportato in carreggiata la Sharapova che da lì in avanti, una volta ottenuto il break, ha messo la freccia e non si è fatta più riprendere chiudendo la pratica al quinto match point.
Masha si conferma dunque una campionessa assolutamente senza scrupoli che non puoi mai dare per vinta nemmeno quando è ampiamente sotto nel punteggio. La sensazione è che possa carburare anche meglio sulla lunga distanza, quando la lotta si fa più serrata. Per la Bouchard comunque è un torneo da incorniciare, tutta esperienza che farà la differenza quando potrà davvero competere per alzare l’agognato trofeo.
“Riconosco di non aver giocato oggi il mio miglior tennis – ha detto senza remore la Sharapova in conferenza stampa – quello che contava però era il risultato e ovviamente sono felice di quanto fatto. Ho sofferto per lunghi tratti ma poi sono riemersa e di questo sono molto orgogliosa. Ovviamente preferirei vincere partite più agevolmente ma sono fisicamente e mentalmente preparata anche per questo genere di battaglie. Genie mi ha messo molto in difficoltà, tanti meriti vanno anche a lei”.
“Ho poco da rimproverarmi, ho messo in campo tutto ciò che avevo – ha dichiarato la Bouchard – forse non sono stata lucida come negli incontri precedenti. Costruivo bene il punto, ma non riuscivo a concluderlo nella maniera in cui avrei voluto. Ci lavorerò sopra anche con il mio coach e la prossima volta sono certa che sarò ancora più competitiva”.
Con un pressing asfissiante da fondo campo invece Simona Halep si è conquistata l’opportunità di sfidare proprio Maria Sharapova nell’atto conclusivo del Roland Garros di sabato pomeriggio. L’altra semifinale infatti è stata vinta dalla rumena su Andrea Petkovic (6-2 7-6). La tedesca è partita eccessivamente contratta ed è stata in grado di lottare punto su punto con Simona solamente nel secondo set, nel quale ha avuto pure le sue chances per aggiudicarselo. La Halep non ha tuttavia modificato il suo piano di gioco, ha continuato a lavorare ai fianchi la sua avversaria e la strategia si è rivelata azzeccata. Andrea non è stata sufficientemente pungente in special modo nel tie break dove avrebbe forse dovuto essere più aggressiva. Si può consolare con il fatto di essere nuovamente tra le Top 20 da lunedì prossimo. Simona invece ha ottenuto la sua prima finale Slam in carriera e sarà la prossima n.3 del ranking Wta. Un anno fa ci avreste davvero scommesso?
“E’ stato un incontro molto duro anche dal punto di vista emotivo – ha ammesso la Halep – lei mi costringeva spesso a colpire la palla lontano dalla linea di fondo. Credo fosse fondamentale riuscire a vincere in due set. Se il match si fosse allungato, le chanches di Andrea sarebbero sicuramente salite”.
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