di Sergio Pastena
A saperlo alla vigilia, forse le avversarie del torneo di Londra 2012 avrebbero preferito assegnare direttamente l’oro, limitandosi a lottare per argento e bronzo. Quanto si è visto sui prati di Wimbledon nel torneo femminile di tennis, infatti, rasenta l’umiliazione.
Ha vinto Serena Williams, perdendo 17 games in sei partite. Numeri che farebbero pensare ad una big che plana su un torneo minore in preparazione di qualche Slam, certo non ad un torneo olimpico. E manco le avversarie fossero state tenere: Jankovic, Zvonareva, Wozniacki, Azarenka, Sharapova, il gotha del ranking degli ultimi anni spazzato via da Serenona, a dimostrazione di come il tennis femminile viva una situazione che, al confronto, l’interregno Sampras-Federer nel maschile era una generazione di fenomeni. Basti pensare che in finale la Sharapova ha fatto un game.
La medaglia di bronzo è andata a Vika Azarenka (che poi si è parzialmente consolata con l’oro del doppio misto) vittoriosa sulla Kirilenko. Le nostre atlete non hanno fatto tanta strada: la Pennetta è arrivata agli ottavi ma non è stata mai in partita contro la Kvitova, secondo turno per Francesca Schiavone e stop immediato per Roberta Vinci e Sara Errani contro Kim Clijsters e Venus Williams. Delusione del torneo Agnieszka Radwanska, eliminata al primo turno dalla Goerges. Anche i doppi azzurri non sono andati lontano, sia Pennetta/Schiavone che Errani/Vinci si sono fermate al secondo turno.
Tra parentesi, ci si consenta un appunto sul torneo di doppio femminile, ovviamente vinto da Serena e Venus senza nessuno sforzo. L’atteggiamento dell’organizzazione sulle teste di serie ha ricordato quel finanziere balzato una quindicina di anni fa agli onori delle cronache per aver multato un parrucchiere che non aveva battuto lo scontrino dopo che aveva fatto i capelli… a sua madre (che, ovviamente, non aveva pagato). Una cosa è essere ligi alle procedure standard, altra cosa è essere totalmente fuori di cervello. Ci si perdoni l’espressione forte, ma per escludere le due Williams dalle teste di serie bisogna essere più ottusi dell’omonimo angolo. E il problema non è tanto delle povere Errani e Vinci, sottoposte a massacro in pubblica erba, perché nei quarti le avrebbero potute incontrare lo stesso: chiedetelo, piuttosto, a una coppia forte come Kerber e Lisicki che se le è ritrovate di fronte al secondo turno.
Per le statistiche: l’argento del singolare è andato alle ceche Hlavackova e Hradecka, vincitrici nella parte di tabellone senza alieni, mentre il bronzo se lo sono aggiudicato Kirilenko e Petrova.
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