(Marco Furlanetto – Foto Nizegorodcew)
di Roberto Commentucci
Circolo New Penta 2000, campo centrale, 15.30 del pomeriggio. Quasi duecento spettatori, coinvolti, partecipi, totalmente immersi nel match, di fatto impossibilitati a lasciare il campo prima dell’epilogo. Un silenzio religioso, quasi irreale, durante gli scambi. Applausi a scena aperta a ripetizione, incitamenti, cori per entrambi i contendenti. “Vamooooss!!” tonanti e “Oleeeeè!!” fiammeggianti, urlati a piena voce, occhi negli occhi, dopo ogni vincente, da ciascuno dei protagonisti, inframezzati da sguardi di sfida acuminati come pugnali. Appena 6 break in 18 games. E un campionario di gesti tecnici sensazionali, prodigi atletici e virtuosismi da fare invidia ad un torneo Atp.
Tutto questo, e molto altro, è stato il match di secondo turno del tabellone under 12 maschile vinto per 75 63, in circa 2 ore di gioco, da un leonino Marco Furlanetto, toscanino di Massa, classe 2001, sul potente, promettentissimo spagnolo Luca Checchia Adel, più anziano di un anno. Un incontro vero, un match giocato con un’intensità parossistica, tra scelte tattiche impeccabili, prodezze balistiche clamorose, recuperi impossibili che portavano fatalmente lo spettatore a dimenticare l’età dei due protagonisti.
Due soldi di cacio, capaci di offrire uno spettacolo meraviglioso.
Lo spagnolo, intanto. Un perfetto esponente della scuola iberica…. Quella nuova però, quella “versione 2.0”: grinta, top spin, servizio kick, diritto a sventaglio, gli ingredienti classici ci sono tutti, come no. Ma c’è anche dell’altro. Il nuovo, l’evoluzione della specie. Un servizio che conosce tutte le traiettorie e le rotazioni, con una seconda mai banale. Da dietro, una capacità di accelerazione impressionante, da entrambi i lati, con diritto e rovescio in grado di generare autentici traccianti, specie in lungolinea. Piedi sempre vicini alla linea di fondo, aggressività costante e e gioco al volo impeccabile.
Dall’altra parte, e contro un tipo così temibile, rifulgono i meriti della Accademia Tennis Apuano e del bravissimo maestro Giovanni Bianchi. Furlanetto, più acerbo fisicamente e ovviamente inferiore all’avversario per peso di palla, ha messo in mostra una lucidità tattica, una visione di gioco, una ricerca continua dello schema, della combinazione in progressione, davvero entusiasmanti. Grazie ai piedi rapidissimi e all’innata agilità, il toscano difende benissimo. Ma c’è molto altro. Marco sa già fare tutto, con tutti i colpi. Il piccolo massese sa perfettamente quando tenere e quando attaccare, quando si deve sparare la botta e quando invece conviene cercare l’angolo stretto. E’ fantastico nel ribaltare l’inerzia dello scambio, nel passare da una difesa ostinata al contrattacco vincente. E tutto questo, senza concedersi praticamente pause, con una ferocia agonistica, una continuità, una applicazione totale davvero rare, in un bambino di 11 anni. In tutto il primo set, dove ha coraggiosamente rimontato da 24, giocando alcuni scambi memorabili proprio quando l’avversario, a suon di vincenti, sembrava sul punto di prendere il largo, l’allievo di Bianchi avrà commesso si e no 3 errori gratuiti. Notevole il set point, chiuso con un difficile smash, piazzato nell’angolo libero con una tranquillità da veterano, dopo l’ennesimo scambio mozzafiato.
Nella seconda partita, lo spagnolo ha cercato di alzare ancora di più il ritmo, prendendo sempre più rischi per non farsi imbrigliare negli intelligenti e lineari schemi dell’azzurrino. Ma non c’è stato nulla da fare. Il match è stato deciso nell’ottavo game quando l’iberico, al servizio sul 34, ha recuperato uno svantaggio di 0 40 con tre bellissimi vincenti, nonostante la generosa difesa del toscano. A quel punto Furlanetto, da agonista di razza, ha capito di dover fare qualcosa di più e si è buttato avanti: risposta di diritto in lungolinea, discesa a rete, volèe incrociata di diritto a campo aperto. Sul punto successivo allo spagnolo non entra la prima. Seconda come al solito incisiva, ma Marco stavolta fa un passo dentro al campo e spara un perfetto sventaglio di diritto, vincente. E va a servire per il match, che chiuderà, pochi minuti dopo, alla terza palla utile, raccogliendo un lunghissimo, meritatissimo applauso. Una bellissima affermazione, una bellissima partita. Una partita vera.
Lemon Bowl under 12 maschile, secondo turno.
Marco Furlanetto (ITA) b. Luca Checchia Adel (ESP) 75 63
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