Ugo Pigato: la determinazione è l’arma vincente di Lisa

di Giulia Rossi

“Forza Lisa, è meno dura di quanto credi”. “No non è vero papà, non ci riesco” risponde lei sull’orlo delle lacrime. Volge gli occhi verso il padre con lo sguardo affranto di chi vuole chiedere approvazione per filare dritto sotto la doccia. Invece papà Ugo continua a incitarla, le consiglia di badare solo al proprio gioco, di non pensare ad altro. “Vuole sentirsi dire che va bene, che se vince o perde è la stessa cosa”. Invece il papà in veste di coach non le da il permesso di arrendersi. È il secondo set della finale femminile del torneo Tennis Europe under 12 di Padova e la ligure Lisa Pigato è sotto di un set, perso 6-2, e di 4 giochi a zero nel secondo set, contro la coetanea francese Flavie Brugnone. Deve fronteggiare la palla del possibile 5-0, sul 30-40, suo turno di servizio. La annulla con un fulminante vincente. Nella mente della giovanissima tennista sanremese scatta qualcosa: di lì in poi comincia una partita completamente opposta.

L’angolo del clan Pigato è ben affollato: oltre al papà-allenatore Ugo sono arrivate di prima mattina la mamma e la sorella Giorgia, anch’essa ottima giocatrice under 16 ora ferma per infortunio, più un corteo di amici e parenti vari. Si sentono solo incoraggiamenti ad ogni punto, e poco importa se sia un vincente o un rovescio fuori campo. Ogni parola proveniente da quel lato del campo viene assorbita ed elaborata da Lisa in energia positiva. La palla ora rimane in campo, è profonda, angolata e sapientemente variata.

“Ora devi alzare il livello di gioco hai capito? Devi pensare solo al tuo tennis, il tuo, non il suo!” la piccola Pigato, che prima scuoteva la testa a ogni out, passava i piedini sulle righe di fondo, stringeva le corde della racchetta tra le dita, comincia a guardare solo dritto davanti a sé fino a riportarsi dapprima in parità, e poi a vincere il secondo set. “Forza Lisa la partita comincia adesso per entrambe!” continua a spronarla papà Ugo. Una rinata tennista gioca ora sul campo numero 5 e non sbaglia più un colpo, né manca di trasformare i preziosi break point concessi dall’avversaria.

Il match è finito, Lisa è la campionessa di Padova. Mi avvicino a Ugo per complimentarmi con lui e ne approfitto per chiedergli un breve commento della partita dal suo particolare punto di vista. “In realtà la sintesi del match è molto semplice: la sua avversaria, che gioca davvero molto bene, è partita subito forte e ha preso in mano il gioco, mentre Lisa ha cominciato male, un po’ contratta ed è andata sotto nel primo set senza nemmeno competere. Il secondo set si è aperto sulla stessa falsa riga ma quando per la francese è venuto il momento di concludere sul 4-0 ha avuto un po’ di timore: Lisa ha cominciato a giocare il suo tennis e da lì è iniziata una partita nuova in cui la preda è diventata inseguitore. Soprattutto la partita si è ribaltata a favore di mia figlia a livello psicologico, e lei è stata davvero molto brava a non far più rientrare in partita la francese.” Ciò che differenza la più piccola delle sorelle Pigato dalle altre coetanee è una straordinaria solidità mentale: “La verità è che a questo livello le ragazzine giocano tutte molto bene ma non è un caso che alle fasi finali arrivino sempre più o meno le stesse: la discriminante è proprio nell’atteggiamento mentale, nella determinazione e nella capacità di mantenere la calma anche nelle situazioni avverse”.

Mi siedo accanto a Lisa, ancora assorta in quello stato confusionale che annebbia la testa dopo una grande emozione: “Non so davvero come ho fatto, ormai non ci credevo più. Mi sono detta che dovevo provarci, ed essere più aggressiva. Quando ho vinto il mio primo game nel secondo set ho capito che Flavie stava iniziando a calare e a sbagliare di più, così ne ho approfittato. 4-2, 4-3, 4 pari… quando poi ho vinto il set mi sono caricata moltissimo, ero davvero determinata a vincere e infatti ho giocato un buon terzo set. Quando sono stata sopra 4-0 ho pensato tra me e me “Non devo fare quello assolutamente che ha fatto lei”. Ho stretto i denti e ho chiuso 6-1. Sono contentissima”.

Chiedo nuovamente al papà in veste di allenatore quali appuntamenti abbiano in programma lui e sua figlia: “Questi ragazzini sono sottoposti in questo periodo agli appuntamenti maggiori: oltre all’attività normale che andare a scuola ed allenarsi questo è il mese di maggior concentrazione dei tornei under 12 in Italia a livello europeo. Domani infatti siamo a Trieste, poi la settimana dopo Porto San Giorgio e quella dopo ancora a Bressanone. Dopodiché abbiamo una settimana di pausa e poi Lisa è stata convocata in Nazionale per giocare la Summer Cup. Sarà un’estate davvero intensa”.

Lascio la tribù Pigato che ancora sta abbracciando e baciando la piccola stellina perché manca poco alla celebrazione finale di questa lunga settimana sui campi del Plebiscito.

Tutti ritti in piedi, allineati per la premiazione, questi professionisti in miniatura affrontano la gioia per la vittoria e la delusione per la sconfitta e chissà quante altre volte nella loro vita vivranno simili sentimenti contrastanti. Ma per ora negli occhi di Lisa risplende viva l’eccitazione per il successo. Quando accanto a lei si affianca Luca Nardi, fresco vincitore del torneo maschile, Lisa non riesce a trattenere l’euforia: “Ma lo sai che ho salvato due palle del possibile 5-0 sotto nel secondo set?!” Luca la guarda, fa una cenno di approvazione e laconico risponde: “Forte”. Sì Lisa, ha ragione Luca. Sei proprio forte.

 

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