“Cerco un centro di gravita’ permanente che non mi faccia
piu’ cambiare idea sulle cose sulla gente”
(Franco Battiato)
Qual e’ il punto piu’ importante nel tennis?
The Next,il prossimo!
(Nick Bollettieri)
di Stefano Grazia
Vi scrivo questo articolo un po’ surreale perche’ per motivi ancora non molto chiari e legati probabilmente ad un blocco anti spam che ha colpito il traffico proveniente dalla Nigeria, zona notoriamente a rischio, da oltre una settimana sono impossibilitato a collegarmi a spaziotennis.com e quindi non in grado ne’ di leggervi ne’ di intervenire. Lironia della sorte risiede nel fatto che l’unico sito con cui non riesco a collegarmi e’ di fatto l’unico sito per cui sto scrivendo e se ci pensate potrebbe essere un segno del destino, un chiaro messaggio, un invito dall’alto a lasciar perdere sia col tennis sia con il pseudogiornalismo. Mentre ci penso su, vi invio questo articolo dai sempre piu’ lontani Confini dell’Impero non sapendo dunque di cosa si e’ parlato dopo il mio ultimo post e pertanto mi perdonerete se per caso mi trovero’ a ripetere concetti gia’ espresso.Mentre in un altro articolo (Eddie Herr Recap) avreste dovuto rileggervi un mio riassunto,questa volta piu’ sobrio, di quel che e’ avvenuto nel Torneo Internazionale in Florida, in questa seconda puntata della nuova versione di G&F, rubrica nata quasi per caso, lo ricordiamo sul Blog di Ubaldo Scanagatta e transmigrata poi su spaziotennis.com per tutta una serie di ragioni fra cui soprattutto la possibilita’ di interagire maggiormente con i lettori, quasi tutti a loro volta genitori di piccolo tennisti, ma anche semplici appassionati di tennis, sognatori ed addetti ai lavori, in questa seconda puntata dicevo avrei voluto parlarvi dei miei incontri con Lance Luciani, l’ex direttore dello Strategy Zone Program della Bollettieri ed ora titolare di una sua Academy che porta lo stesso nome a una ventina di minuti da Bradenton e che si contrappone drasticamente alle Img Academies per filosofia e concetti di base: un tetto di 10 studenti, massima attenzione individuale,massima attenzione agli ultimi ritrovati della tecnica che ne fanno quasi un laboratorio sperimentale ma anche dell’incontro del tutto fortuito in una cafeteria (la Einstein Bagel Bros!)con David Rees, un Coach Inglese che avrebbe lavorato con Ivanisevic e Becker e col quale siam rimasti d’accordo di portargli Nicholas a gennaio per una valutazione. Questo perche’ pur rimanendo pienamente convinti che la decisione di venire alla Bollettieri sia in questo momento quella giusta, ovviamente anche noi ci rendiamo conto che una certa attenzione individuale la ottieni solo se raggiungi certi risultati. Ma siccome certi risultati li ottieni sicuramente con piu’ facilita’ se ottieni una maggiore attenzione individuale, eccoci perfettamente intrappolati in un tipico Catch 22, il Comma 22 che nel famoso libro satirico di Joseph Heller sulla seconda Guerra mondiale recitava: ‘‘Chi e’ pazzo puo’ richiedere di essere esentato dalle missioni di volo.Ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non puo’ essere pazzo’’. Ma di questo semmai parleremo nei commenti.Invece, nella puntata precedente, pur meritandomi il plauso come romanziere per la mia descrizione drammatizzata degli epici scontri delle piccole belve nell’arena dell’Eddie Herr mi ero anche meritato non poche critiche da un gruppo di lettori che mi contestavano da un lato il fatto di dare troppa importanza al risultato e dall’altro di coltivare magari inconsciamente una perversa attrazione per il Lato Oscuro della Forza, intendendo con questo certe caratteristiche della personalita’ di mio figlio che da un lato e in pubblico io condannerei con reprimende anche fin troppo severe ma che dall’altro, nei segreti meandri della mia coscienza, non riesco a fare a meno di apprezzare. Gli americani hanno una espressione per questa pericolosa contraddizione ed e’ Flirting with disaster, e non posso in tutta coscienza escludere di esserne responsabile anche se continuo a pensare che per sopravvivere in un ambiente di lupi e’ meglio essere un po’ piu’ lupi che Bambi (ni), il che non e’ una esortazione a fregare ma semmai a non farsi fregare.
(Stefano Grazia)
Sull’importanza da dare alle vittorie a quest’eta’ mi sembra di essere stato sempre molto chiaro e in linea con chi dice che contano molto poco ma secondo me,ed era quest oil messaggio che cercavo di far passare, non bisogna cadere nemmeno nel difetto opposto, quello di non considerare assolutamente il response del campo o comunque la capacita’ di portarsi a casa qualche partita che conta.Mi ha colpito quello che dice Pistolesi in una intervista rilasciata a Scanzi : Pistolesi:“Perchè, secondo me, la mentalità con cui crescono i ragazzi italiani con potenziale tennistico è troppo legata alla parte nazionale (circoli, convocazioni della Fit, contributi) piuttosto che a quella internazionale (qualificazioni nei tornei, investimenti nel proprio miglioramento, fare affidamento all’autofinanziamento prodotto dal proprio valore tecnico, cura di tutti gli aspetti e non solo quello tecnico). I ragazzi prendono fiducia dalle cose sbagliate, tipo una “convocazione” al centro tecnico nazionale o estivo. E con i ragazzi anche i genitori partono col piede sbagliato perché la fiducia deve arrivare dalle partite vinte e non da una selezione di un settore tecnico che ha prodotto “zero tituli” da dieci anni a questa parte in termini di giocatori anche solo nei primi trecento del mondo”.
Di fronte a un bambino piccolo di statura, che non va avanti nei tornei internazionali e che ha ancora problemi di maturazione che vanno dalla smania del perfezionismo all’incapacita’ di giocare un punto alla volta, mi sarei meritato critiche ben piu’ severe se avessi fatto come lo struzzo e messo la testa dentro il buco per non vedere.In realta’ ho ridefinito le mie priorita’: non piu’ sogni di gloria o aspettative illusorie bensi’ una serena e pacata accettazione della realta’ e l’attenzione rivolta al concludere il ciclo degli studi della scuola media in una scuola Americana in un ambiente comunque sano e ricreativo prima di decidere se poi continuare con l’obiettivo del College o se rientrare in Africa dove la scuola mi verrebbe pagata dalla Compagnia o in Italia per facilitare comunque il reinserimento che prima o poi dovra’ pur avvenire. L’unica possibilita’ di cambiare il corso degli eventi e’ ahime’ dato dai risultati. Dovessero arrivare saremo sempre in tempo per un aggiornamento della situazione. Sic stantibus rebus tutto il resto e’ follia. Bisogna sapersi alzare sempre in tempo dal tavolo da poker.
(Stefano Grazia)
Rimpianti no, neanche uno. E possiamo camminare a testa alta: tutto quello che abbiamo detto,fatto e scritto lo abbiamo detto,fatto e scritto perche’ in quell momento ci sembrava la cosa giusta da dire,fare,scrivere. Allo stesso tempo non abbiamo mai mancato, e il racconto della nostra estate italiana e i nostri resoconti dalla Bollettieri ne sono l’ultimo esempio, di elencarvi accanto a quelli che riteniamo i vantaggi, anche tutto cio’ che, almeno secondo noi, invece non va. Non avendo paura di contraddirci, non avendo paura di riconoscere in tempo reale-e non a mesi di distanza- i nostri dubbi, soprattutto i nostri errori perche’ e’ da questi che alla fine si impara.
Alla fine la differenza, quel famoso 15%, fra noi e Mad Max è tutta qui: dai nostri errori voi potete imparare, da quelli di Mad Max no, perchè lui non sbaglia mai.
Leggi anche:
- None Found