Dialoghi fra un Credente e un Agnostico Scettico e anche un pochino Stronzo (che sarei poi io)
Articolo e Foto di Stefano Grazia
May you grow up to be righteous
May you grow up to be true
May you always know the truth
And see the lights surrounding you
May you always be courageous
Stand upright and be strong
May you stay forever young
(Bob Dylan, Forever Young)
You fought.You loved.You lost.
Walk tall.
(Dr Sloan, Grey’s Anatomy)
Ho conosciuto Federico Di Carlo l’anno scorso a Porto san Giorgio quando si e’ fatto un centinaio di chilometri per venire a vedere di persona La Canaglia di Lagos di cui aveva letto tanto nei mesi precedent su Genitori & Figli.La sua curiosita’ non avrebbe potuto essere peggio ripagata: per tutta la giornata sul campo da tennis Nicholas fu come dire, vorrei usare un eufemismo ma credo che, ecco, ‘stronzo’ sia il termine giusto. Aveva giocato il giorno prima un incontro dominato nel primo set e poi perso per un inspiegabile black out ispirazionale ma questo non giustificava in alcun modo il comportamento infantile e sciocco tenuto sia con il Coach della Vavassori Cristian Merlato che con Di Carlo. Intollerante. Spocchioso.Irascibile.Isterico.Insofferente.Lagnoso.In alter parole: imbarazzante per se e per i suoi genitori. A parte il comportamento sul campo, Nicholas fu invece abbastanza brillante e simpatico a pranzo e a cena dando appunto l’impressione che se il termine Canaglia sicuramente non era stato coniato a sproposito, almeno si trattava di una Simpatica Canaglia. Rimaneva cert oil dubbio, nell’interlocutore, di come avrebbe potuto essere diversac la vita di quell povero bambino se I suoi Genitori non l’avessero miseramente indotto sulla strada di uno sport per cui era cosi’ ovvio non avesse alcuna passione e forse nessun talent. Anzi, pensava probabilmente sconsolato dentro di se’ l’ottimo di Catlo, guarda un po’ le ingiustizie della vita: ci sono nel mondo migliaia di bambini che chissa’ cosa farebbero per avere tutte le possibilita’ di Nicholas e essere al suo posto …E’ proprio vero che chi ha il pane non ha I denti e viceversa… E come dargli torto… da allora infatti ho avuto sempre un po’ di imbarazzo ad affrontare certi temi con Federico,diventato il nostro Mental Expert su G&f anche perche’ ogni qual volta non mi trovo d’accordo con lui, in realta’ ho negli occhi le immagini del comportamento di Nicholas sul campo quell giorno. E so benissimo cosa penserei e direi io se fossi al suo posto. E il bello e’ che io sono in ogni caso convinto che avrei comunque torto marcio se lo pensassi e anche se adesso Federico mi dira’ che lui non ha mai pensato quello che io penso che lui pensi (eh eh eh, mi state seguendo?), in realta’ non e’ vero,non puo’ essere vero e non lo biasimo. Il che non ci impedisce di dissentire allegramente su molte cose come si evince dalla dicussione elettronica avvenuta qualche settimana fa. Federico, che come potete vedere dalla foto ricorda un po’ le rotondita’ del Pistolesi post agonismo, e’ davvero un’ottima persona, un entusiasta che fa della grande passione per il tennis e soprattutto per l’educazione del piccolo atleta la sua ragione di vita. Ma io e lui finiremo sempre per avere delle discussion surreali sul Nulla come quell ache segue in cui sembriamo io essere colui che vorrebbe credere ma non ci riesce e lui il missionario che cerca di convertirmi e ricondurmi sulla retta via prima che sia troppo tardi. Il lato surreale e’ dato dal fatto che io credo fermamente che il Mental sia in effetti la cosa piu’ importante nel gioco del tennis moderno ma sono afflitto da un’atavica resistenza all’accettare la farraginosa impalbabilita’ della material, in alter parole l’insostenibile leggerezza dell’essere.
Fede:Ciao Stefano,ti mando in allegato il primo capitolo del libro che sto scrivendo. Si tratta di un capitolo molto lungo dedicato al corpo ed al cervello che dovrà essere la base teorica per il resto dei capitoli. La pubblicazione sarà divisa in due parti. La prima teorica in cui si parlerà delle interazioni tra mente e corpo, di come emozioni e pensieri condizionano la risposta motoria. Nella seconda parte si vedranno invece tutte quelle tecniche che permettono di superare le interferenze di cui al primo capitolo. La fine della seconda parte da poi i suggerimenti su come preparare una partita, gestire le pause, cercare di entrare in the zone. Ti affido la lettura del primo capitolo, il prof Buzzelli, a cui ho chiesto la revisione della parte inerente il corpo, ne è stato entusiasta ( mi ha anche messo a disposizione la sala conferenze della sua academy nel momento in cui decidessi di fare una presentazione ufficiale). Ci sentiamo presto e ti ringrazio anticipatamente p er il tempo e l’attenzione che vorrai dedicare alla lettura.
The Doc: Leggero’ sicuramente il capitolo ma come ti ho gia’ spiegato non devi farti illusioni: sono un ossimoro vivente anch’io, credo che il Mental sia importantissimo (e infatti sono le uniche lezioni extra che pago) ma ritengo tutte le menate alla Tim Gallowey appunto delle menate…Il libro ce l’ho da anni (e altri dieci dello stesso tipo) e non sono mai riuscito ad andare oltre le prime pagine… Stessa istintiva diffidenza (tu la chiamerai paura subconscia) che ho con I manuali che rimproveravo a Ted… Mi dispiace Federico, ma non sono un utente PNL ‘reliable’…Ho una sorta d’insofferenza atavica… Comunque leggo (ci provo) e ti faccio sapere … Diversa cosa la psicocinetica che comunque anch’io facevo nel mio piccolo con Nicholas qui a Lagos e di cui il Prof Paleni, allievo di Castellani, sia il Massimo propugnatore (ma con risultati intorno al 200-300 posto WTA-ATP … segno che ci vuole anche qualcos altro…. Si puo’ stare a discutere di tutto e di tutti ma nessuno possiede il Verbo, le component variabili sono molteplici, la Logistica da Bollettieri continua ad essere fondamentale e there’s no fate but what we make …
Fede: ti ringrazio innanzi tutto per l’attenzione ed il tempo che vorrai dedicare alla lettura del capitolo. Secondo me alla lettura ti ricrederai e capirai anche perchè ti ho proposto il capitolo. E’ molto specialistico e più vicino ad un manuale di medicina che di mentale o di pnl. Ho deciso che il lavoro sarà chiamato “Il cervello tennistico”. Uno dei capitoli del mio lavoro si chiama “questo libro e la pnl” ed è stato scritto proprio per rivendicare la libertà del mio approccio rispetto alla pnl. Io penso che la PNL proponga alcune tecniche che sono ottime da applicare alla preparazione mentale del tennista ma certamente la PNL non è la sola neuroscienza possibile e non è certamente everybody’s salvation. The Inner game of tennis è certamente un bel libro ma propone una dicotomia tra interno ed esterno. Io parto da un presupposto diverso. The zone è il punto di insieme di 3 fattori: mente-corpo-azione.
The Doc:Mi sembra di essere Andrea Agassi che nel suo libro dice a tutti che lui odia il tennis e nessuno gli crede…Io ho lo stesso problema con la medicina…
Fede:Stefano,a volte la vita non va propio come avremmo desiderato. A me, per esempio piacerebbe molto lavorare nel settore di fiori e piante. Ma, come tutte le cose ci sono i pro ed i contro. Il padre della Sharapova arrivò da Bollettieri con una borsa di cartone rabberciata alla meglio. Fortunatamente Nicholas e Gabri non sono in quelle condizioni e questo grazie al tuo lavoro. Anch’io ti vedrei molto meglio come manager full time di Nicholas e te lo auguro vivamente. Dovrai aspettare qualche annetto, non fosse altro per la situazione anagrafica di Nicho …..
The Doc:Come dico spesso, we are all born to suffer …
Fede:Stefano,la tua mail mi da lo spunto per farti una domanda. Secondo te, Nicholas è felice? A prescindere che la tua risposta sia si/no/ni, quali sono secondo te le ragioni per la sua condizione? Dopo che mi avrai risposto ti spiegherò le ragioni della mia domanda
The Doc: Ma che domande sono, Federico…viviamo proprio in due mondi diversi, tu sei un idealista pedagogo, io sono uno scettico malfidato (anche se molto spesso in contraddizione e in bilico fra slanci retorici e bastiancontrarismi da devil’s advocate come forse questo) per il quale non esiste la felicita’ ma non esiste,per esempio, la bruttezza: sei brutto/a solo se non ti curi, il look e’ un’opinione e come tale solo un punto di vista altrui. Non e’ cosi’ anche la felicita’? Vedi Federico, io ti farei invece un altra domanda: ma tu credi davvero che la vita sia risolvibile classificando ogni comportamento con una analisi o una formuletta psicologica ? Io no, tu si e questo segna una insanabile frattura nel nostro modo di vedere e pensare. Io non mi pongo questo problema, se mio figlio e’ felice o no o se lo siamo noi…Io forse sarei piu’ felice se andassi a lavorare alla Bollettieri come Head Coach Supervisor ma anche se me lo offrissero dovrebbero pagarmi quello che fra stipendio e benefit (casa, macchina, luce, acqua, telefono,benzina…) prendo qui ed e’ assolutamente impensabile e quindi non se ne parla neanche, non potrei permettermi di farlo e non tanto per me ma per la famioglia (solo se mi offrissero 10 anni fissi forse potrei prendere la cosa in considerazione …
Nicholas e’ felice? Non lo so perche’ a volte ti possono sembrare piu’ felici I bambini da 0 a 10 anni che vivono nelle favelas angolane e sulla strada, sempre in bande, si divertono con una palla di stracci, stanno nelle discariche immerse nel pattume fino alla cintura, non hanno obblighi, doveri, compiti a casa…Sicuramente sono piu’ felici loro di Nicholas, cosa vuol dire? Comunque se Nicholas e’ felice o meno non lo so ma so che puo’ dire basta quando vuole e tornare in Nigeria con me o in Italia pero’ lui al momento vuole giocare a tennis o meglio vuole diventare un campione di tennis e vuole vincere e battere tutti nonostante gli si sia sempre spiegato che non e’ quell oil motive per cui e blah blah blah… quindi al momento magari non e’ felice perche’ non ha vinto l’eddie Herr e non si sente supportato adeguatamente, non riceve l’attenzione che ritiene di meritare… In questo momento pero’ sta andando bene a scuola, ha appena vionto un torneo u14, Paul Forsythe che e’ uno dei 2-3 Coaches di punta all’Academy gli sta dicendo che sercondo lui e’ l’unico ddella sfornata di quest’anno che ce la puo’ fare…boh, secondo me e’abbastanza felice. La vera felicita’ la cogliera’ solo quando fra uno-due anni il suo interesse sara’ risvegliato da una delle ragazzine, alcune bellissime, che si allenano all’Academy …Almeno quello sarebbe stato per me fonte di felicita’ ai miei tempi ma quello sono io…Altra cosa: quando, magari fra qualche mese o il prossimo anno, avra’ individuate qualche amico che non sia anche un avversario…Adesso ha un amico italiano ma di 2 anni piu’ vecchio e quindi piu’ fratello maggiore (al quale da pero’ 60 60 e quindi con un rapporto possibilmente problematic a livell o subconscio) e un altro amico che gioca pero’ a soccer…Ecco, io spero che si faccia 3-4 amici fuori dal tennis ma dentro l’academy, che trovi un amico tennis player di livello simile al suo con cui possa aver voglia di fare qualche extra training e che trovi una ragazzina magari come la Nefedova ma anche una che magari gioca a calcio, chissa’… Pero’ io che ho avuto tutto se paragonato a bambini africani o di Haiti ero felice da piccolo? Io sono stato profondamente infelice e assolutamente felice…quando mi spostai da Padova a Bologna a 14 anni ho avuto 2-3 anni di solitudine, con amici solo durante le ore di scuola e lunghi pomeriggi passati in casa interrotti solo dai due-tre allenamenti settimanali di rugby… Troppo orgoglioso per ritenermi infelice ma sicuramente non felice
Sarebbe piu’ felice se non avesse mai cominciato a giocare a tennis e se l’avessi invece iniziato ad uno sport come surf e windsurf ed ogni vacanza la facessimo in Jamaica o alle Hawaii o in Australia/Sud Africa? Assolutamente si, salvo poi sentirsi un po’ piu’ vuoto e con qualche rimpianto forse verso i 20-30-40 anni … Conosco un paio di ragazzini qui, figli di Espatriati che hanno passato tutta la loro vita in Africa e da un punto di vista letterario la loro figura risulterebbe molto romantic ma…a scavare bene non so, mi sembrano tutt’al piu’ dei Beautiful Loser che non nascondo, era l’ideale di vita con cui anch’io flirtavo da ragazzo, e del resto il mio film preferito a quel tempo era Cinque Pezzi Facili con Jack Nicholson, forse il miglior film del cinema Americano degli anni settanta (insieme al Laureato, anche questo se vogliamo imperniato sul temka della fuga…)
Fede: Stefano,può anche essere che le mie domande siano da psicologo e da pedagogo ma se te le faccio c’è una ragione. A 14 anni, un’itervistatrice abbastanza inopportuna continuava a chiede alla Capriati se non sentisse pressione per dover giocare una semifinale di un grande slam a 14 anni. Al che lei molto scocciata le rispose “ascolta, se il tennis mi mettesse pressione, tu pensi che io sarei qui a giocare?”. D’altra parte è pratica comune che i genitori pensino che i figli abbiano una vita spensierata e felice soltanto perchè NOI, alla loro età, avevamo problemi diversi che riteniamo più grandi. Del resto che motivazione può avere una persona che non è felice per ciò che sta facendo?Hai ragione quando vedi in me la tendenza a classificare o analizzare ma ognuno si porta dietro le sue croci e le sue delizie. Io sono fatto così ed uso la mia particolarità come un punto di forza. Al lavoro, per esempio. Sono quello che organizza e pianifica tutta l’attività del dipartimento estero nel corso dell’anno e lo segmenta in unità mensili, settimanali e giornaliere. Tu dici che non esistono felicità e bruttezza io invece sostengo che sono come l’Araba fenice, “che ci sia ciascun lo dice/dove sia nessun lo sa.” Per me queste domande non sono nè un problema ne cerco di risolverle ma ceramente le affronto senza tirarmi indietro e facendo finta che non esistono. Sono comunque una parte di me e la accetto come tutte le altre. Ma se non sai se sei felice o no, se non sai quello che vuoi e dove stai andando non sarai in grado di andare da nessuna parte perchè vivrai alla giornata ed ogni strada andrà bene. E quando ti ho chiesto di Nicho l’ho fatto p roprio per capire se questo è anche quello che sta facendo: tira a campare senza prospettive, senza idea di cosa sta facendo, perchè, per chi e se si sta divertendo a farlo: MOTIVAZIONE. Ma non è così che si ottengono i risultati. E sai benissimo, meglio di me, che se non c’è programmazione ed organizzazione non vai da nessuna parte. In fondo, penso che sia anche quello che invidi di Max. L u i vive di certezze, tu di dubbi. I dubbi che ha anche Nicholas?
The Doc:Fede,Io ho sempre vissuto alla giornata e mi e’ andata di lusso, ahime’ (e l’ahime’ e’ infatti dovuto al fatto che riconosco di essere stato corrotto dal mio successo personale che non merito e infatti mi paragono al Dick Diver di Tenera e’ la notte …) ma io comunque di pormi l’obiettivo PER MIO FIGLIO ,neanche per me, di farlo diventare Numero uno o 10 o 45 al mondo non me lo pongo perche’ non e’ giusto, e’ immorale ed e’ soprattutto una solenne cazzata (sempre secondo me). Ti posso invece dire che noi sappiamo benissimo che il tennis e’ soprattutto PRESSURE e lo sa anche Nicholas e non ce lo nascondiamo affatto…il tennis e’ pressione ma anche la vita e piu’ alte sono le tue aspettative piu’ alta e’ la pressure e Nicholas fino a qualche mese fa aveva come ambizione quella di vincere uno slam piu’ di Federer… Magari adesso sta rivedendo le sue ambizioni ma di dubbi ne ha pochi…lui e’ convinto che se il cronometro gli segna un tempo superiore a quello di un altro non e’ possible, sbaglia il cronometro: come la classifichiamo questa? Stupidita’ o Convinzione? Dipende da come riuscira’ nella vita…Il senno di poi modifica tutti I giudizi…Io non ho nessuna voglia di ottenere risultati, attraverso mio figlio, non ne ho bisogno, non devo programmare e avere obiettivi ben precisi: per chi poi? Per la Gloria nazionale? Per l’Italia? Per chi aspetta un campione italiano da 30 anni? Per il popolo del Blog? Per la FIT? Macchissenefrega, l’importante e’ essere felici, appunto … mio figlio semmai ha un sogno e io questo sogno ho la responsabilita’ di averglielo inculcato… io alla sua eta’ facevo sport ma sognavo di disegnar fumetti o scrivere libri e vedi un po’ come sono finite, a scrivere gratis su un blog di tennis … Pero’ se per un po’ perseguiamo questo sogno e lungo la strada condividiamo un hobby (cosa che la stragrande maggioranza dei genitori ci invidia pur criticandoci per una sorta di La Volpe e L’Uva) io sono felice e penso che lo sia anche lui ma la motivazione deve essere la sua e lui e’ motivato: il mio compito semmai e’ fargli capire che fra il dire e il fare c’e’ di mezzo un oceano di fuoc o e fiamme, non un mare qualsiasi … Se per me smette domani, stappiamo lo champagne…Se vuole andare Avanti, benissimo: ci divertiamo… Io mi divertivo di piu’ quando ero coinvolto (adesso lo sono molto di meno)e mi dispiace perche’ in queste 3 settimane ho visto che pur continuando ad incazzarci ogni tanto sono molto di piu’ le volte che ci siamo allenati bene… Sono ancora convinto che potrei esser e molto utile perche’ a differenza di altri so quali sono I miei limiti e credo di essere in grado di interagire col coach (che infatti mi sceglierei io in base a determinate caratteristiche…io credo,e l’ho scritto, che la funzione del Genitore sia quella di assemblatore e di mettere insieme il lavoro di Coach Diversi (come fece Fischer con Sampras,per esempio…-nel suo ruolo di padre putativo forse , se non qualcosa di piu’)Se invidio Mad Max per le sue certezze e’ alla stessa misura in cui invidio il povero di spirito perche’ avra’ meno problemi… E’ vero, anche Agassi invidiava a Sampras la sua eccezionale dumbness e mancanza di ispirazione ma questo non significa che avrebbe fatto cambio con lui e anch’io fra I due avrei preferito essere Agassi o avere un figlio come Agassi piuttosto che uno come Sampras, con tutto il rispetto … Nicholas forse non diventera’ mai un campionissimo perche’ ha troppi altri interessi, ha un’intelligenza variegata, sta troppo bene di famiglia o forse solo perche’ e’ troppo piccolo MA TI POSSO DIRE UNA COSA: viene avvicinato ai tornei da diversi Coaches esterni all’academy ,(o anche da arbitri che magari lo hanno appena penalizzato) che gli dicono di non cambiare mai, perche’ lui ha la mentalita’ giusta, la cattiveria giusta, il carattere giusto, e soprattutto…il gioco giusto. Mi sa che tu sia stato finora uno dei pochi a non riuscire a intravederlo quell giorno a PSGiorgio e certo non posso dirti nulla, anch’io nei tuoi panni mi chiederei: ma dove vogliono andare, che diano I soldi a qualche altro bambino dei miei che se lo merita …Hai ragione, e io non posso dirti niente altro se non che certi bambini a certe eta’ non sono gli stessi tutti I giorni della settimana … Tecnicamente e mentalmente(una volta comple tata la normale maturazione che e’ diversa in tutti I bambini) Nicholas non ha bisogno di nulla…l’unica cosa di cui ha bisogno e’ crescere fisicamente e maturare…Poi dipende da altre centinaia di varabili ma io sono sicuro che fino ad ora abbiamo sbagliato meno cose di tanti altri con molti meno dubbi di noi…
Fede:Stefano,diceva un motto che “chi in alto tende, sovente cade”. Se non ci provi sicuramente non ci riesci. Ma è proprio per questo che se alla fine non ci riesci, se ami il tennis, se hai voglia di allenarti, se ti piace competere, se vuoi insegnarlo non avrai mai nulla da rimproverarti e sicuramente non avrai rimpianti. E’ questo infondo il motivo per cui ti ho chiesto se Nicho è felice. Se lui è felice, qualsiasi cosa accadrà di lui nel tennis potrà viverla, accettarla e raccontarla con gioia. Stefano, quello che io vedo e cerco nei ragazzi fino ai 14 anni non è il loro tennis. Io cerco e vedo la loro motivazione ed il loro potenziale. Quando ho visto Nicho in mezzo al campo dal punto di vista tecnico sono rimasto incantato dal suo diritto, dalla buona coordinazione e timing. Non era sfortunatamente nella sua giornata per ciò che riguarda attenzione, voglia di lavorare ed impegno. Riuscira? nessuno lo può dire.Questo dipenderà tutto da lui. Tu lo potrai seguire ed indirizzare nel suo cammino per altri 2 anni, ma poi dovrà andare da solo. Sarà in grado di farlo? Lo spero.
Una delle ragioni per cui io spiego che in Nigeria è stato bene è che nonostante il papà sia uno “spaccamaroni” e si arrabbi facilmente , lui al papà gli vuole un bene dell’anima (anche se non lo ammetterebbe mai) e farebbe di tutto, in quei pochi giorni dell’anno che ha, per stare insieme a lui, goderselo e farlo contento. Leggevo ieri sera un commento di Jim Courier in cui diceva che quando i genitori lo riportavano all’inizio della settimana in Accademia, all’età di 14 anni, si metteva in un angolo a piangere. Nicho ha l’aria e la strafottenza del bullo ma non lo è per niente perchè è un bambino molto intelligente e dotato. Spesso si comporta così per attirare l’attenzione degli altri su di se, per egocentrismo. Non c’è niente da fare: i ragazzi si nutrono di attenzione!!!!! E ti dirò anche di più: penso che Nicho ti faccia arrabbiare spesso di proposito proprio perchè sente in quel momento che tu gli dedichi più attenzione.&a mp;a mp;a mp;n bsp;Il suo comportamento Ok per te è normale e quindi non gli dai attenzione, lo dai per scontato. Quando invece si comporta male tu sei li a riprenderlo. Ed è questo che lui vuole: la tua attenzione. Ricorda Stefano che Nicho, prima del tennis e di un allenatore, vuole avere un papà ed una mamma.
The Doc:Fede, tutto bene fino al banalissimo (alla 101 modi per essere dei great tennis parents): ‘Ricorda Stefano che Nicho, prima del tennis e di un allenatore, vuole avere un papà ed una mamma’…
Ma ti pare che questa non sia una delle primissime cose che noi abbiamo letto in libri film romanzi saggi videos documentary ? O che siamo cosi’ coglionazzi dal non rendercene conto?
E comunque io a queste cose ci credo e non ci credo…ma fammi fare un riassuntino o addirittura un articolo a parte: con la PAtletica e’ andata male (valli a capire Max e Archie…), con il Mental stiamo a vedere… Mazza che permalosi…
Fede: Ciao Stefano,hai ragione, il finale era stato un po alla “via col vento” ma il messaggio più o meno era il seguente: ricorda che ha solo 12 anni e a quell’età i ragazzi hanno ancora bisogno di mamma e papà più che di un allenatore e del tennis. In poche parole: non trattiamolo da adulto perchè non lo è ancora”.
Fin qui I Dialoghi di e con Fede (…rico) di cui ancora colpevolmente non ho letto il capitolo che mi aveva inviato.Lo faro’ in questi giorni. Ieri invece mi son visto Bolt, un capolavoro del suo genere, uno di quei cartoons che di recente si fanno vedere anche e soprattutto dagli adulti, in cui un cane protagonista di una serie televisiva in cui fa la parte di un supercane dotato di superpoteri, crede davvero di averli, questi superpoteri, perche’ regista e produttore senza scrupoli glielo lasciano credere per avere una migliore resa televisiva.Un po’ come Jim Carrey in Truman Show. Quando Bolt(la voce e’ quella di John Travolta, guardatevelo in originale) si ritrovera’ da solo sulla strada, nella vita reale al di fuori della finzione cinematografica, riuscira’ a superare lo shock dell’aver scoperto di non essere praticamente un dio in terra? In pratica, sono io o anche voi riuscite a vedere qualche similitudine con i nostri figli che da un lato devono costruirsi una confidence e un ego tali da permettergli di credere Yes I can!, e dall’altro poi potrebbero trovarsi di fronte improvvisamente all’amarissima realta’ del No, you don’t!
Se qualcuno si chiedera’ qual e’ il vero significato di questo articolo, se mai ce n’e’ uno, confesso che non mi sono posto il problema, vi ho solo raccontato una delle tante conversazioni che ogni tanto mi faccio con uno degli Aficionados, questa volta Federico ma alter volte con Gus, Mauro, Atti, Giogas…, alla fine della quale mi chiedo: ma perche’ questa conversazione non ce la siamo fatta sul Blog? Poteva offrire degli ottimi spunti….
E Nicholas? Ah, oggi stava di nuovo rischiando l’espulsione dall’Academy, ma la vita e’ fatta a scale, c’e’ chi scende e c’e’ chi sale e domani e’ un’altro giorno, si vedra’…
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