Eric Clapton is God
(scritta comparsa sui muri di Londra nei primi anni sessanta)
What’s the Buzz? Tell me what’s happening…
(Jesus Christ Superstar)
“Non vi leggo per 10 giorni, torno e che trovo?Ancora una diatriba sui Prep. Atl. !!!
Prima io, poi Baraldo, poi Carnovale, adesso anche Panichi … hai fatto bene a chiedere chi va bene oltre Catizzone ma non mi sembra che Max abbia risposto… Ha glissato anche su Alberto Cova. Ma su molte cose,devo ammettere che concordo con lui …”
Il Professor Salvatore Buzzelli, non so perche’, mi fa venire in mente Eric Clapton.Nei primi anni sessanta i giovani inglesi scrivevano sui muri che Eric Clapton era Dio, un po’ quello che fa il nostro rissoso irascibile simpaticissimo Mad Braccio di Ferro Hulk Max ma io, che pure ho quasi tutti i dischi e i cd del compagno di Patty Boyd,Lori Del Santo e un migliaio di altre, ho sempre pensato che di chitarristi in gamba e dello stesso livello ce ne erano in giro tanti altri, da Jerry Garcia a Jimmy Page, da Jimi Hendrix a Slash e The Edge e chissa’, forse i migliori davvero erano quelli che non diventarono mai famosi. Quelli che poi vengono riscoperti quando per esempio Eric Clapton fa un disco con loro, vedi Riding with the King, perche’Eric Clapton sa chi e’ davvero il Maestro del Blues e a BB King bisogna portare il rispetto che si merita. Quello che voglio dire, con questo paragone, lo ammetto, fin troppo stiracchiato, e’ che tutte le cose di cui noi parliamo e parliamo su G&F prima e su TGF ora, Buzzelli le aveva gia’ dette o fatte 20 anni fa se non prima. E siccome non lo ascoltavano e lo prendevano per matto, decise anche a un certo punto di lasciare il tennis. Per fortuna poi ci ha ripensato anche se ogni tanto si capisce che come direbbe Jannacci ‘le palle ancor gli girano’.
The Doc: Allora, Prof, li leggi ancora quegli sciagurati di Genitori & Figli? Cos’hai da dirci sulla eterna questione del perche’ la figura del Preparatore Atletico nel Tennis sia ancora guardata con sospetto o sufficienza spesso dagli stessi Coaches?
The Prof: Che il sospetto o la sufficienza non nascondano invidia e paura…?
Mi spiego: Perchè mai in atletica il tecnico è la stessa figura del preparatore atletico? Chi conosce la tecnica ha la capacità di allenare le qualità che servono per espletare quella tecnica!!
Il PA in tutti gli sport, proviene sempre da un corso di studi universitario, che se svolto con serietà e con i dovuti approfondimenti, conferisce competenze adeguate ad affrontare le problematiche che lo sport presenta.
Il Coach nel tennis è solitamente l’esperto di questo sport, con un grande bagaglio di esperienze pratiche, spesso non supportato da analoghe conoscenze specifiche sul piano della scienza dello sport.
Le due professionalità, come ho sempre auspicato e scrissi già in un articolo del 1985, interagendo intelligentemente produrrebbero grandi risultati, spesso però professionalità e ruoli non si integrano o non si complementano, così nascono gelosie e incomprensioni …. e così quasi sempre il PA è costretto a sloggiare o a venire a quieti propositi.
Questo avviene anche nel calcio. Ma almeno lì, se ti sottometti, il tuo “andare oltre” è pagato a peso d’oro!
Nel tennis è successo varie volte anche a me negli anni passati.
Così alla fine mi sono “sentito costretto” ad aprire la mia accademia (o meglio Centro Tecnico) e a scegliermi con cura Maestri con una certa cultura sportiva, pronti a condividere un progetto sulla base del reciproco rispetto e soprattutto stima professionale, al fine di poter offrire un prodotto finale fatto di tecnica di gioco, senza sottovalutare la costruzione di un” buon fisico” e dell“Uomo”.
A quanto dice Max, leggo che anche il Prof. Catizone ha fatto la stessa scelta. Sarebbe curioso chiedergli il perché.
The Doc: Quindi mi dici, in soldoni, che nel Tennis c’e’ molta ignoranza?
The Prof: No, non mettermi in bocca parole che non ho detto.
Dico piuttosto che lo sport è scienza ! L’allenamento è arte derivata dall’applicazione scientifica. Perchè nel tennis italiano fino a poco tempo fa la scienza ne è restata fuori?
Faccio un esempio: negli anni 70-80, l’atletica italiana produceva cultura e scienza, e venivano da altri paesi ad imparare come si organizzava l’allenamento e la tecnica di varie discipline (si andava a Brescia ad imparare gli ostacoli da Sandro Calvesi, gli AMERICANI, dico gli americani!!!, venivano a Formia ad imparare l’ allenamento della velocità da Carlo Vittori, per non parlare delle metodologie per il fondo e mezzofondo, ecc…)
Nel tennis da qualche tempo si va ad imaparare dagli argentini o dagli spagnoli come ci si deve allenare…
Non credo che in Italia mancassero le menti per creare una scuola di pensiero, probabilmente si poteva fare molto meglio già da tempo con le professionalità più adeguate in grado di poter svolgere con scienza e coscienza il loro lavoro, questo la FIT l’ha finalmente capito e con grandi sforzi si sta attivando; però di tempo se ne è perso tanto e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
The Doc: Ok, mettiamola in un altro modo allora: sul Blog facevo una considerazione: in effetti capita molto spesso che fra Coach e Preparatore Atletico quello con maggior cultura e una laurea sia il secondo ma che la gestione del giocatore sia invece affidata al primo. In effetti la nuova angolazione potrebbe essere proprio questa, individuare chi sia il Braccio e chi la Mente nella Costruzione del Campione: il Coach, il Preparatore Atletico … o il Genitore?
The Prof.: Oggi per la costruzione di un campione il “braccio” lo individuo più nel genitore o meglio nella famiglia, perché si assume l’onere di provvedere economicamente al progetto, fa scelte di vita importanti e decisive per il futuro del ragazzo, (tipo: smettere di frequentare la scuola, trasferirsi in altro posto per l’allenamento, ecc….) ecc…
La “mente”, un buon lavoro d’equipe tra il tecnico ed il preparatore in sintonia con le aspettative e le risorse dei genitori.
Vedi, anni fa il Maestro era il detentore del verbo del tennis perché l’aveva praticato e ne conosceva la tecnica e la tattica, oggi la televisione, internet, la videoanalisi dei colpi di tutti i giocatori di alto livello, ed altri supporti tecnologici, danno la possibilità di entrare in possesso di cognizioni tecniche anche recondite di cui i genitori attenti chiedono conto ai tecnici; trovando risposte incoerenti alcune volte qualcuno crede di poter praticare il “fai da te” creando anche dei danni irreparabili.
The Doc: quindi anche tu pensi che i migliori allievi tennisti dovrebbero essere orfani? Non fare finta che un paio di anni ti e’ scappata anche con me questa frase…
The Prof: No, intanto non mi rivolgevo a te e quella era una semplice battuta che è sempre circolata nell’ambiente…
The Doc: Si, ma infelice, uno stereotipo da cui si fa fatica a distaccarsi…Ne abbiamo parlato anche a commento della Conferenza organizzata dall’Ottimo Commentucci ma mi sembra che il punto di vista dei Federali, di cui tu ormai fai parte, non si allontana dal presupposto che i Genitori devono imparare a stare al proprio posto, che cioe’ sia quello dei Genitori il Mestiere da Imparare …Il Dibattito e’ riesploso violento anche con la Cacciata dal Tempio di Tirrenia (o meglio il divieto ad accedere) di Mad Max in occasione della Convocazione di sua figlia e in concomitanza dell-impossibilita’ di Catizzone a presenziare …Commentucci da buon diplomatico ci invitava a non considerare, noi Genitori, la Federazione come un Nemico e io provocatoriamente : Ma Roberto, non l’hai ancora capito? Non siamo noi Genitori ad essere in guerra con la Federazione, e’ la Federazione che e’ in guerra con noi…
The Prof: Posso dirti quel che penso io: il trittico Coach, PA e genitori deve lavorare in sintonia, per l’obbiettivo comune, e quindi di certo il genitore deve entrare di diritto nella “squadra” per la costruzione del campione, a patto non crei pressioni sul ragazzo e che abbia la massima fiducia nel resto del team. PERCHE’ QUI NASCEREBBE IL CAPITOLO DELLA FIDUCIA…chiediamo ad un medico quanti dei suoi pazienti mettono in dubbio una diagnosi e quanti pazienti si facciano le autodiagnosi perche hanno letto su Internet, hanno sentito dire….etc etc…Io credo sia molto difficile orientarsi e affidarsi, capisco e vivo anch’io di queste difficoltà nei più svariati campi della vita. Scusa la parentesi di filosofia spicciola, ma sappiamo tutti che siamo invasi da un ignoranti, ciarlatani, e gente senza scrupoli assetata di denaro, potere, ma che ovviamente si maschera e cerca di vendersi nel miglior modo possibile. In cosa dunque posso avere fiducia?
Io personalmente cerco la coerenza, nei fatti. Bisognerebbe sempre chiedere: ”chi sei?”,”da dove vieni?”,”cosa fai?”,”perché lo fai?”.
The Doc: Ok, fai il Diplomatico-o il Filosofo- anche tu…Mi piacevi di piu’ quando ti battevi come un Don Chisciotte contro l’establishment…Torniamo su lidi piu’ sicuri: quando si comincia con la Preparazione Atletica?
The Prof: Per la Preparazione Atletica come più di una volta abbiamo detto bisogna partire da subito (4-5- 6 anni) puntualizzandola con tutta quella sequela di esercitazioni coordinative di cui l’utilità è ben conosciuta fin dagli anni 50: infatti è noto che la creazione di un ampio bagaglio motorio, nelle fasi sensibili di acquisizione, determinerà una migliore risposta nell’apprendimento della tecnica e nella conseguente capacità prestativa.
Qualunque docente serio di Ed. Fisica scolastica ne è a conoscenza e sarebbe in grado di organizzarsi a tal fine, come fa anche Catizone, per citare un professionista che viene spesso nominato nel vostro blog, che non è certo uno sprovveduto, ma non credo sia l’unico nel mondo del tennis.
Ciò per dire, ma senza banalizzare, che nulla di nuovo nel mondo dello sport è stato inserito: a tale proposito, ricordo che la “psicocinetica”, oggi cosi’ in voga nel tennis, nel calcio giovanile viene praticata da almeno 25 anni.
Per quanto riguarda le qualità motorie condizionali si può partire anche dai 13-14 anni; qualcuno inizia prima, ma queste vanno prese in esame con le dovute cautele soprattutto quando si lavora su corpi ancora in fase evolutiva con strutture, apparati e sistemi ormonali non ancora maturi.
Molti dei danni che si registrano in età adulta sono da ricondurre a metodologie non idonee applicate troppo presto. Aggiungerei che sul piano delle qualità influenzate dal patrimonio genetico, e mi riferisco soprattutto all’esplosività, c’ è poco da fare, ma tutto il resto (resistenza, rafforzamento muscolare e mobilità articolare) si può allenare anche in maniera non esasperatamente tecnica.
Per cui, in mancanza di un professionista esperto, che sarebbe sempre da avere come punto di riferimento, in teoria anche ad un semplice diplomato ISEF o anche un appassionato o un genitore coscenzioso, per veder migliorare l’allievo, basterebbe si attenesse a consigli tecnici, reperibili su internet o anche da una attenta lettura di testi topici di metodologia dell’allenamento .
The Doc: E allora la differenza fra un Preparatore bravo e uno meno bravo dove sta?
The Prof: Ci stavo arrivando: piuttosto la differenza con uno bravo sta nel fatto che quest’ultimo conosce tanti “mezzi di allenamento” e sa discriminare tra le varie tecniche, quelle più idonee per il suo allievo per portarlo ai miglioramenti possibili in tempi più brevi di applicazione, attraverso una programmazione logica dell’allenamento, evitandogli infortuni.
In generale sono convinto che i migliori PA, sono o provengano dall’atletica, nello specifico dai concorsi dell’atletica (salti e lanci) . Di certo per far migliorare un atleta di alto livello seppur di poco non basta leggere ed applicare. Credo anche che laddove non sia richiesta la prestazione fisica massimale, come nel tennis, chiunque, con titolo ISEF o affini, con un po’ conoscenze specifiche e un po’ di studio possa fare bene, ma quando si devono progettare prestazioni assolute, come ad esempio nell’atletica, allora ci vogliono conoscenze approfondite e indiscutibili capacità tecniche e molta esperienza che pochi realmente hanno.
Per riallacciarmi poi a cose che son state scritte sul blog, se uno è bravo, non è poi detto che conseguentemente e sempre, il merito gli venga riconosciuto economicamente, perché deve anche avere la fortuna, per esempio, che qualche allenatore di una buona squadra di calcio di serie A (poche), lo conosca e decida di portarlo con sè, allora è chiaro che guadagni, molto, anzi, moltissimo.
The Doc: Quindi vedo che la Teoria di Mad Max che un Preparatore Atletico per essere bravo deve guadagnare almeno 200-300.000 Euro all’anno non ti ha convinto …
The Prof: No, non mi hanno convinto; ci sono percorsi, ambizioni personali, coincidenze, bisogna sempre conoscere la persona giusta nel momento giusto: non è una facile combinazione.
Per esempio i preparatori che guadagnano quelle cifre sono nel calcio, ma il calcio è, come disse anche Trapattoni anni fa, più spettacolo, che sport. C’è molta richiesta, marketing, buissiness, investimenti da capgiro, per cui le cifre per quelli che ci sono dentro, almeno nei grandi club, lievitano fino a livelli di indecenza. Nello sport vero, quello più a dimensione umana, non esistono quei compensi. E’ fantascienza! Però possono esserci altre strade.
Nel blog avete citato il Prof.Carmelo Bosco, di cui mi pregio di essere stato collaboratore scientifico, che non ha mai fatto il PA, ma ha dato, a tutti noi, le direttive per farlo al meglio: lui ha trovato la via dell’oro costruendo e vendendo strumenti così da venire ripagato per il suo immenso sapere scientifico che altrimenti non gli avrebbe reso che qualche pubblicazione o “laurea honoris causa” in più! Chissà mai che non mi possa capitare la stessa fortuna di Bosco….
Adesso, per esempio ho creato uno strumento (Sensotouch) e l’ho corredato di un metodo che può aiutare molto nell’ allenamento per buona parte delle cose da fare nel tennis ed anche in qualche altro sport situazionale. Intanto ci stiamo lavorando io ed altri preparatori anche con atleti di alto livello, con ottimi riscontri. Il Sensotouch è il mio “uovo di Colombo”, all’improvviso mi è venuta un’idea per risolvere un’ esigenza , capisco che ho bisogno di un sistema che mi permetta di far sì che l’atleta si concentri e si muova repentinamente con qualcosa che evolva il senso del classico lavoro al cesto e simuli l’imprevedibilità della palla in partita, così assemblo le mie modeste conoscenze di elettronica e coinvolgendo un tecnico ecco che nasce un nuovo strumento specifico .Una cosa pero’ mi preme ribadire ed e’ questa: I preparatori atletici, in generale si orientano sul calcio, perchè c’è da guadagnare di più, non è pèrchè sono più bravi.
Ne conosco molti, qualcuno anche preparatissimo, ma personalmente non farei mai quella vita fatta di compromessi e di verità spesso taciute.I Preparatori Atletici che operano nel Calcio a mio modestissimo parere, non sanno niente di più di un allenatore di atletica leggera di medio livello, che di soldi invece non ne vede neanche l’ombra. Quelli che lavorano nel calcio hanno fatto una scelta professionale motivata anche da ambizioni economiche, ed alcuni hanno avuto fortuna.
Il Prof. Vittori (il grande metodologo delle corse di velocità dell’atletica italiana ed allenatore di Mennea) che è uno serio e strapreparato, nella FIDAL riceveva lo stipendio da professore di scuola col distacco dall’insegnamento, rimborsi spesa e qualche gettone di presenza. Ha provato nel calcio con la Fiorentina, ha guadagnato sicuramente di più ma poi l’hanno mandato via. Era impreparato? Non scherziamo. Sta di fatto che nell’atletica ci sta chi è appassionato di atletica e nel tennis ci sta chi è appassionato di tennis; nell’ambiente ne conosco molti seri e preparati.
Certo, bisogna avere la fortuna di incontrarli.
The Doc: Sai, La cosa buffa e’ che in pratica dici le stesse cose di Mad Max …
The Prof: E’ vero, ma infatti Max o come lo chiami tu Mad Max, non è il primo ad aver denunciato una situazione che nel tennis, almeno in Italia, dura da quando ho iniziato a fare il Preparatore Atletico cioè da 35 anni! E’ per questo che chi arriva dopo, crede di aver scoperto chissà cosa, però ci sono modi e modi… Anche Archie, che pure e’ bravo, talvolta mi fa “tenerezza” quando scrive, come se fossero rivelazioni miracolose, di teorie e metodologie che si conoscono da cent’anni! Per citare un caso, quando parla di potenza: la curva forza-velocità nello studio e sviluppo della potenza muscolare, è stata descritta da A. Hill nel 1933. Però, quanti ne tengono conto? Il fatto poi che alcune tecniche non vengano applicate è perché, purtroppo, ci sono ambienti sportivi in cui non si va di pari passo col progresso scientifico, ma questa è un’ altra storia … Hai letto che parla anche di giavellotto? E’ chiaro che chi arriva dopo spesso dice cose gia’ dette e pensate molto prima! Io tutte queste cose le avevo gia’ dette e scritte 20-30 anni fa: “progetto a lungo termine”, “preparazione atletica già dai primi momenti della attività motoria organizzata”, “la figura del Preparatore Atletico complementare al Maestro e non subordinata”, “test di controllo”, ecc… queste cose le ho gia scritte in articoli degli anni 80.
Ma allora non avevo i capelli bianchi, sinonimo di saggezza, e soprattutto non ero un tecnico di tennis.
The Doc: E quindi nessuno ti stava ad ascoltare. Secondo me ti e’ mancato un Mad Max … Della serie Catizzone e’ grande e Mad Max e’ il suo Profeta. Dovevamo incontrarci prima io e te…
The Prof: Tu sei sempre stato anche fin troppo gentile nei miei confronti ma quel che voglio dire e’ questo: insomma per allenare tennisti e crescerli bene era già tutto scritto da decenni, solo che nell’ambiente forse non avevano studiato abbastanza per applicare e non hanno dato il peso appropriato alle cose perché forse presuntuosi o furbi nello sfruttare l’ignoranza dei genitori.
Qualcuno bravo c’è, ma spesso per campare è costretto ad unire lezioni private ad allenamenti tecnici di livello. Capita poi che se arriva una qualsiasi persona che mette in pratica quanto già conosciuto, che ha la fortuna di poter lavorare nel senso giusto grazie ad una idea imprenditoriale sponsorizzata, ed ecco che grazie ai risultati ottenuti, diventa il grande guru, va avanti alla grande e riceve richieste da tutti in virtù della sua grande esperienza, che spesso nulla ha a che fare con la cultura della scienza dello sport. Tutte le cose che ho letto da alcuni di questi, poche per la verità, sono talmente elementari e scontate che non arricchiscono il panorama metodologico, e che solo in un ambiente come il tennis possono avere gran risalto. Questa affermazione non vuol essere una denigrazione nei riguardi di costoro, è solo una mia modesta constatazione dell’ambiente sportivo in cui operiamo.
The Doc: I Nomi! Vogliamo i Nomi!
The Prof: Ma no, dai… Siamo fra gentiluomini (e ride)
The Doc: il che mi ricorda una battuta di Hugo Pratt in un racconto di Corto Maltese …Ma chi e’ lei, un pirata? E Corto risponde: Noi preferiamo definirci gentiluomini di fortuna… Ci sono molti pirati nel tennis? Il Tennis e’ un ambiente di ignoranti? Nel senso che ignorano, eh…
The Prof: Guarda, direi che, come dici tu, manca o perlomeno è mancata fino ad ora la cultura da parte degli operatori da campo…e per cultura intendo quella sportiva e scientifica ma non solo … E del resto quando mai avrebbero avuto il tempo per farsela se in molti non hanno potuto studiare per correre dietro ad una pallina?
La prima volta che sentii parlare del Professor Buzzelli fu, con colpevole ritardo, solo nel 2006 quando mia moglie nell’estate prima di andare in Florida per le consuete 3 settimane alla Bollettieri decise di guardarsi intorno anche a Bologna e dopo un disarmante e infruttuoso giro per i Circoli della capoluogo felsineo si ritrovo’ alla Bologna Tennis Academy. Se Gabri’ non era rimasta granche’ impressionata dai Circoli visitati in precedenza, questa volta fu tutta un’altra storia e gran parte del merito fu anche per via dell’entusiasmo del Professor Buzzelli, da poco rientrato a pieno regime nel Tennis. Da qualche anno abbiamo preso l’abitudine di tenere nota di tutti gli allenamenti, tornei, partite e relativi comportamenti tennistici di Nicholas e sul Moleskhine Nero del 2006 Gabri’ vergava poche righe: “Pomeriggio da Cesare Zavoli alla BTA. C’e’ il Preparatore Atletico Prof Salvatore Buzzelli. Dice che Nicky e’ molto coordinato e impara a fare gli esercizi dopo solo due volte…Ho gia’ detto tutto, dice a Cesare”. Nei tre giorni successivi Nicholas avrebbe avuto un primo assaggio delle idee rivoluzionarie del Prof che infatti lo mise subito anche a lanciare il giavellotto. Poi la partenza per la Florida e il rientro in Angola dove risiedevamo a quel tempo. Il Prof l’avrei poi conosciuto di persona solo l’anno dopo quando passammo l’estate a visitare diverse Academies italiane e decidemmo di eleggere a Training Home, per quando ci trovavamo a Bologna, proprio la BTA che a quei tempi costituiva quasi un’anomalia nel panorama delle Academies o dei Circoli di Tennis italiani: aveva quasi piu’ Preparatori Atletici che Maestri di Tennis. Con Buzzelli infatti lavoravano anche altri collaboratori fra cui la figlia Elena e Emanuele Tendi. In quell’estate mi trovai a passare lunghe ore a chiaccherare col Professore e non feci fatica a trovarmi subito in sintonia con lui e a trasformare il rapporto professionale in un rapporto di amicizia. A parte il fatto che scoprimmo che oltre ad insegnare Educazione Fisica al mio vecchio liceo ginnasio di Bologna, il Marco Minghetti, avevamo molti amici in comune fra cui diversi miei vecchi compagni compagni di squadra del rugby: Marco Rondelli, anche lui poi divenuto Professore Isef,il giornalista di AutoSprint Diego Forti, l’ingegnere abruzzese …Luciano Ranieri che l’avrebbe poi aiutato a commercializzare il suo SensoTouch …, a parte questo dicevo in quelle settimane passate alla BTA venni a conoscere vita morte e miracoli del simpatico Professore e scoprii di trovarmi di fronte a un vero e proprio personaggio. Della serie: se Catizzone e’ grande e Mad Max e’ il suo Profeta, ma che dire allora del Professor Salvatore Buzzelli? Leggete e giudicate.
Dal suo Curriculum Vitae riprodotto sul suo sito (www.salvatorebuzzelli.it) veniamo a sapere che e’ nato a Castel di Sangro nei pressi di Aquila nel Dicembre del 52 ma e’ residente a Bologna dal 1972 dopo essersi diplomato in Elettronica presso l’ITIS di Chieti. A Bologna per due anni frequenta la Facoltà di Ingegneria Elettronica conseguendo tra l’altro l’attestato di Programmatore di Computer. Questa cosa e’ importante perche’ come vedremo la carriera sportiva del Prof si interseca spesso con computer ed elettronica. Dal 68 intanto aveva iniziato a praticare l’Atletica Leggera (Salto con l’asta e Decathlon) meritandosi gia’ la convocazione in Nazionale dal 70 ma nel 74 un grave incidente stradale in moto infrangeva i suoi sogni olimpici e lo costringeva ad interrompere l’attivita’ di atleta ad alto livello. A questo punto, come racconta anche sul suo sito, si trovo’di fronte alla dilemma fra un posto sicuro alla Montedison vicino a casa, a Bussi nei pressi di Chieti, oppure rimanere nell’ambiente dello Sport. Su invito del Dirigente che lo avrebbe dovuto assumere si trova a dividere un foglio bianco in due e da una parte scrivere Montedison e dall’altra Sport e ad elencare sotto ogni colonna i pro e contro assegnando a ciascuno dei punteggi. Alla fine appare chiaro ad entrambi che il futuro di Buzzelli non passava per Bussi. Perche’ non ti iscrivi all’ISEF?, gli suggerisce il Dirigente. “Era giugno del 1974-ricorda Buzzelli- frequentavo con buon profitto il secondo anno di ingegneria, avevo superato da poco un corso di programmazione per calcolatori elettronici, ero un atleta del G.S. Carabinieri di Bologna ed ero stato appena convocato per un incontro internazionale di Decathlon che si sarebbe svolto in Spagna, ed ora a causa del maledetto incidente mi trovavo a dover decidere di cambiare totalmente la mia vita.” C’era anche un altro problema problema:per entrare all’Isef bisogna superare un concorso di prove fisiche e Buzzelli era ingessato e ne avrebbe avuto per parecchi mesi. Ma “a settembre di quell’anno mi presentai al concorso, con le stampelle e con un gesso che mi bloccava l’intera gamba sinistra.Nonostante tutto mi esibii in un paio di progressioni alla sbarra e alle parallele che lasciarono allibiti gli esaminatori che seppur con riserva di una ulteriore visita ortopedica, mi ammisero e dettero inizio alla mia avventura professionale” Il Prof avrebbe poi conseguito il Diploma ISEF nel 77 trovando anche il tempo dal 78 al 90 di sostenere numerosi esami presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Bologna, di laurearsi in Scienze Motorie nel 2001 e di ricevere nel 2008 la Laurea Specialistica ed il titolo di “Dottore Magistrale” in “Scienza e tecnica dello Sport” presso la Facoltà di Scienze Motorie dell’ Università di Bologna.
La maggior parte di queste cose il Prof me le raccontava a tavola durante le soste per il pranzo alla BTA al Ristorantino all’aperto del Circolo Siro dove ha sede l’Academy di Zavoli, ma voi le potete leggere con ulteriore dovizia di particolari sul suo sito www.salvatorebuzzelli.it .Quel che mi preme ricordare qui sono un paio di cose e cioe’ che gia’ il 17 gennaio 1990 Buzzelli era il Relatore Unico di una conferenza su “Uso del computer nello sport” organizzata a Mantova da A.M.E.F. (Associazione Mantovana Educatori Fisici) e dal CONI Provinciale di Mantova e il 31 marzo 1990 a Canazei in un altra su “Sport, Preparazione fisica e Computer”, 9° Convegno di studio ANTIEF (Associazione Nazionale Tennisti Insegnanti Educazione Fisica). E gia’ nel 94 era l’autore di una ricerca pubblicata su Antropologia Contemporanea avente per titolo “Caratteristiche antropometriche e motorie di giovani tennisti (11-16 anni)”. Questo cosa significa? Semplicemente che Buzzelli ha ragione quando dice che lui alcune cose le diceva e le faceva prima degli altri. L’altra faccenda da sottolineare e’ l’aspetto tecnologico, direi all’avanguardia, del lavoro del Professore che ne farebbe il partner ideale di Lance Luciani, l’ex Direttore dello strategy Zone alla Bollettieri, al di la’ dell’Oceano: il Prof ha infatti al suo attivo un’impressionante numero di brevetti di marchingegni tutti atti a migliorare il lavoro di costruzione dell’atleta, tennista e non. L’ultimo e quello che forse gli donera’ la Gloria imperitura e’ il SensoTouch di cui parleremo piu’ Avanti.
Ma lasciamo raccontare al Prof come si avvicino’ al tennis e perche’ a un certo punto se ne allontano’: “Sono approdato al tennis più per caso che per reale interesse. Era l’anno in cui forzosamente ho dovuto lasciare l’atletica attiva e per mantenermi agli studi , accettai di buon grado un lavoro retribuito al Circolo Tennis Bologna come istruttore di ginnastica dei ragazzini che frequentavano la SAT (Scuola di Addestramento Tennis).Era il 1975, il tennis viveva sull’onda delle vicende e dei successi dei Quattro Moschettieri di Coppa Davis (Panatta, Bertolucci, Barazzutti e Zugarelli ), i tennisti di allora, non assomigliavano affatto per costituzione e qualità fisiche agli atleti di ambo i sessi che attualmente vediamo disputare gli incontri, e soprattutto, visti i costi, era praticato principalmente da chi se lo poteva permettere!Naturalmente, colsi al volo l’occasione che mi si era prospettata e volli imparare a giocare.Ricordo la disperazione e al contempo la pazienza del M° Marcello Monetti che ogni giorno, prima di iniziare i corsi, mi dedicava un quarto d’ora per farmi capire che non avevo in mano una clava, e che mi ripeteva all’infinito “Morbido. Quel braccio va tenuto morbido!”.Su due cose però non aveva nulla da ridire: la mia capacità di arrivare su palle impossibili, e soprattutto sulla mia battuta naturale ed esplosiva che, anche se assomigliava molto al gesto del lancio del giavellotto, faceva uscire dal piatto corde della mia racchetta bordate incredibili al punto che alcuni giocatori ne approfittavano per allenarsi con me nella risposta al servizio.” A un certo punto piu’ per amicizia che per altro Buzzelli comincia ad occuparsi della Preparazione atletica di Mario Piuk di Gorizia,detto Plix, aiutandolo a diventare un prima categoria, ma fu con un altro goriziano, detto Zoc (sic!), che inizio’ davvero ad occuparsi di preparazione specifica per il tennis. Zoc, ovvero il Maestro Alessandro Zoccoletto, era venuto ad insegnare a Bologna, e avendo sentito raccontare di Buzzelli dal suo amico Plix,lo volle nel suo Circolo come preparatore atletico.Con Zoccoletto che era un altro spirito ribelle come lui e un dissacratore della liturgia che governava il Tempio Sacro del Tennis di quei tempi, Buzzelli ebbe modo di capire ed approfondire nuove soluzioni tecniche ed applicare sistemi di allenamento più consoni e moderni “ E’ a lui, che mi ha lasciato operare con tranquillità e che per primo ha creduto fermamente nelle mie idee, che va la mia gratitudine”. Buzzelli comincio’ a suggerire che anche per i tennisti era giunto il momento di applicare le metodologie di allenamento più raffinate dell’atletica leggera trasportandone i concetti fondamentali nella pratica quotidiana.”Le parole “programmare”, “periodizzare”, “finalizzare”, “tappe speciali”, ricorda il Prof, facevano da sottofondo a tutti i nostri discorsi tecnici. Zoccoletto mi permise, cosa più unica che rara a quei tempi, di intervenire durante le fasi dell’addestramento tecnico in campo per esempio con l’utilizzo di cinture zavorrate di vario peso, per allenare in maniera specifica la forza resistente, e con l’uso di corde elastiche per far acquisire la sensazione di spinta avanti durante l’esecuzione dei colpi.Fuori dal campo, la palla medica e la relativa metodica della policoncorrenza esplosiva erano diventate il mio cavallo di battaglia, e non ultimo insegnavo ai miei allievi anche a lanciare il giavellotto.”
Come per tutti i portatori di novità, il Prof si attiro’ critiche e pregiudizi. Soprattutto quando comincio’ a teorizzare l’allenamento alla velocità e alla forza esplosiva piuttosto che alle massicce dosi di lavoro aerobico come metodica di preparazione fondamentale per un tennista che volesse emergere. “Sostenevo con veemenza verbale le mie tesi e le documentavo con statistiche e studi che mettevano in relazione i gesti motori in rapporto alle frequenze cardiache che i tennisti facevano registrare durante le partite” ricorda Buzzelli e quando nel 1984 finalmente fu possibile utilizzare un computer, il Prof realizzo’ un vecchio sogno che consisteva nell’elaborazione di piani di allenamento personalizzato frutto dall’analisi dei risultati ottenuti nell’esecuzione di una batteria di test che sondavano le qualità motorie a 360 gradi.Il software proposto per quei tempi era una novità assoluta, e il metodo operativo si rivelò rivoluzionario, tant’è che riviste specializzate del settore, tra tutte il mensile “MATCH BALL”, ne pubblicarono alcuni articoli a riguardo e molti maestri di tennis lo invitarono nei propri circoli per avere una collaborazione esterna . “Tra i tanti ragazzi che sono cresciuti sportivamente affidandosi a questo mio metodo, mi piace ricordare quello che per certi versi è stata la “prima cavia” , Davide Scala, a cui ho dedicato molto della mia vita professionale e che ha ampiamente ripagato il mio operato approdando prima alla Nazionale e in seguito al n° 117 della classifica mondiale ATP – ricorda Buzzelli e continua- “Nel 1988, prima che divenisse di uso comune, sperimentai con il mio amico Dr. Vittorio Roncagli il “Visual Training”, proponendolo ai miei allievi come ulteriore metodica di allenamento per lo sviluppo delle qualità ideosensomotorie.
Per dare ulteriore risalto e credibilità al mio lavoro mi attivai anche presso l’Istituto di Antropologia dell’Università di Bologna per promuovere e realizzare alcune ricerche scientifiche relative alle caratteristiche somatiche e funzionali dei giocatori di tennis, culminate con pubblicazioni di un certo rilievo su riviste internazionali.Sempre in quegli anni ho seguito la preparazione fisica di Omar Camporese, che ottenne la sua prima convocazione come titolare in Coppa Davis e la posizione n° 50 della graduatoria mondiale ATP, e di Massimiliano Narducci (n°70 ATP) altro Davisman che in seguito ho affiancato nell’insegnamento presso la sua Scuola Tennis di Imola nel 1995”
The Doc: Poi succede qualcosa e il Prof si allontana momentaneamente dal Tennis. Ce ne vuoi parlare?
The Prof: Avevo rallentato gli impegni col tennis già dal ’93 per la delusione che provavo nel vedere che l’ambiente non dava segnali evoluzionistici, ed anche perché avevo conosciuto di persona il Prof. Carmelo Bosco, quindi colsi l’occasione di affiancarlo in alcuni suoi progetti di ricerca che mi portavano via molto tempo. In quel periodo ho approfondito conoscenze specifiche dedicandomi allo studio della fisiologia applicata all’esercizio fisico, ho conseguito una laurea e sono tornanto ad allenare in atletica, in particolare occupandomi dal 2002 di una lanciatrice di disco di livello internazionale. Devo dire che ogni tanto mi piace staccare per dedicarmi anche ai miei interessi di, lasciami passare i termini, inventore e ricercatore, grazie al fatto che ho la mia “scuolina” e sono uno che si accontenta. Però se dovesse capitarmi l’occasione di diventare ricco e famoso, non mi tiro indietro, ma senza compromessi.
The Doc: Nel Tennis rientri quasi dieci anni dopo con l’esperienza alla BTA di Cesare Zavoli e poi mettendoti in proprio collaborando con vari atleti e con altri Coaches fra cui il suo vecchio allievo Scala, fino alla ultima piu’ recente avventura: la creazione di una tua Academy, il Centro Tecnico per l’Allenamento Ottimale. Che cosa era successo nel frattempo per farti ritornare al Tennis?
The Prof: Sono ritornato al tennis perché un grande amore non si scorda mai, accettando una richiesta di un genitore che voleva per i suoi due figli tennisti, un preparatore atletico personale. Nel contatto con l’ambiente mi accorsi che nulla era cambiato dai tempi in cui avevo lasciato!!! quindi sono ridisceso in campo, consapevole che il mio patrimonio di esperienza, gli aggiornamenti, ed anche le mie ”vecchie“ teorie ed i miei strumenti, paradossalmente fossero ancora validi ed attuali in un ambiente che non si è mai mosso, sperando anche che possano essere recepiti, aprezzati, valorizzati ed inoltre trasferiti a giovani entusiasti e studiosi di cui questo mondo ha bisogno.
The Doc: E con Zavoli che cosa non ha funzionato?
The Prof: Abbiamo avuto incomprensioni e divergenze di vedute come può succedere in un rapporto di lavoro, ma ora tramite anche Tatiana Garbin, ci siamo spiegati ; va a lui la mia simpatia, ma ognuno persegue le proprie strade ed i propri traguardi in linea con le rispettive esigenze.
The Doc: Cosa hai fatto in questo ultimo anno da quando hai lasciato la BTA?
The Prof: La passata stagione ho collaborato col Maestro Albertini seguendo in particolare Gigi Neri, che ogni tanto tu citi come confronto con tuo figlio, e collaborando con vari circoli tennis bolognesi, avendo sempre in mente di crearmi una “mia realtà tecnica” che si è concretizzata quest’anno.Insieme al mio ex allievo Davide Scala (ora ottimo coach) ho seguito la preparazione atletica di Enrico Burzi che in sette mesi di lavoro si è portato dalla posizione 988 a 425 ATP. Il senso del lavoro fisico svolto con lui è tutto nelle parole che Enrico ha voluto dedicarmi a fine stagione:”Ho lavorato la metà ed ho ottenuto il doppio!”.
Nel 2008 mi sono occupato della preparazione atletica di Tathiana Garbin Anastasia Grymalska esperienze di grande livello tecnico che mi hanno regalato grandissime soddisfazioni professionali e personali.
The Doc: A questo punto la decisione di aprire il Centro Tecnico per l’allenamento Ottimale? Un nome piu’ semplice, no? Io l’avrei chiamato What’s The Buzz? (E riga sotto: Centro Tecnico etc etc) Di cosa si tratta esattamente?
The Prof: Di un centro dove ho tutto quello che mi serve (palestra, campi, attrezzature varie ed anche un vero palazzetto dello sport) per poter allenare chi mi chiede aiuto, secondo le mie teorie ed i miei metodi. Come spesso qualcuno di voi cita “non esiste l’allenamento perfetto per tutti, ma esiste un allenamento perfetto per te.” Ed io preferisco dire “Ottimale per te” da questo il nome al Centro Tecnico.In più, nella mia struttura, ho la possibilità di ospitare in comode stanze chi viene da fuori Bologna e di utilizzare un ristorante interno a prezzi contenuti. Ho in programma anche convegni e tavole rotonde su argomenti di cultura sportiva, ed in particolare su tematiche tennistiche .
The Doc: Abbiamo accennato a piu’ riprese a questo strumento infernale, ma molto colorato, chiamato SensoTouch. Qualche figlio del Blog, incluso Nicholas, l’ha gia’ provato. Di cosa si tratta esattamente ?
The Prof: rimanderei al sito per la spegazione sia alla ricerca scientifica che ho condotto.
The Doc: Eh no, cavolo…qualcosa ce la dici qui e subito se no salta l’intervista…
The Prof: D’accordo, ma in due parole:
Lo stumento serve sia per valutare alcuni aspetti delle qualità sensomotorie, come i tempi di reazione (reazione semplice o complessa, argomento della mia ricerca scientifica) sia per allenare aspetti psicocinetici e relativi all’ attenzione e al mantenimento della concentrazione.
Come ultima opzione ma non ultima per importanza, utilizzando il Sensotouch, è possibile allenare specificamente anche aspetti tecnici e metabolici (appoggi, spostamenti, velocità, potenza e capacità dei sistemi energetici, ecc…)Nell’ultimo anno l’ho utilizzato anche per studiare un metodo di valutazione funzionale per il tennista, da cui è nato un test specifico. Insomma un laboratorio scientifico ed anche un “mezzo di allenamento” di semplice utilizzo, importante per il tennis, e non solo.
The Doc: Ritornando ai nostri discorsi da Blog: Catizzone e’ grande e Mad Max e’ il suo Profeta : al di la’ dell’ammirevole devozione di Max e della sua tendenza all’iperbole, e’ indubbio che Max ha avuto un grande merito, quello di portare i Fedeli ai piedi della Montagna visto che la Montagna non si muoveva … Non ritieni che invece di criticare e bastonare chi come lui o Archie comunque riesce a far filtrare l’importanza del messaggio (in questo caso L’Importanza della Preparazione Atletica) sarebbe piu’ opportuno dialogare? Non so se hai letto ma di recente e’ saltato fuori che Max non puo’ accompagnare la Figlia convocata ad un Raduno Nazionale in quanto non e’ Coach o Preparatore… Catizzone non puo’ andare e quindi Alessia o va da sola o non ci va…Lo ritieni giusto? Non sarebbe piu’ giusto interrompere il Dialogo solo con chi si comporta male e non sulla base corporativa …In fondo qual e’ l’obiettivo, il bene comune? Valutare il giocatore/trice e suggerire eventualmente come migliorare. Ergo: Aiutare l’Allievo/a a migliorare …E se non puoi comunicare questi suggerimenti a chi segue il giocatore (cane, negro, ebreo, comunista, genitore che sia) cosa ci rimane dell’esperienza?…
The Prof: Credo che i tecnici federali debbano relazionare e confrontarsi con chi realmente segue la ragazza, se in questo caso il Coach è il suo papà, non mi sentirei, se fossi nei federali, di negare questa partecipazione al raduno, inoltre invierei anche una lettera tecnica a Catizone che è impossibilitato ad essere presente in quanto colui che garantisce e sovrintende l’organizzazione e la qualità dell’allenamento.
Ma se la regola inderogabile è che bisogna avere un titolo specifico, allora bisogna che Max si adegui e per ora soprassieda.
L’altra possibilità per Max è quella di decidere di andare avanti per la sua strada: il tempo sentenzierà; in fondo, se non ricordo male aveva proclamato in più riprese, che per il suo progetto con Alessia, non avrebbe voluto aver bisogno della Federazione. Secondo me, se resta sul fronte della coerenza, la cosa gli farebbe solo onore.
The Doc: A proposito di Catizzone, so che ogni tanto con vi sentite,avevate anche in progetto di fare qualcosa insieme che cosa mi puoi dire di lui? Che fine ha fatto il Cat-Buzz? Eravamo troppo pochi per rendere plausibile lo sforzo da un punto di vista economico?
The Prof: So che il Prof. Catizzone è straimpegnato, pensa che a volte non riusciamo neanche a rispettare gli appuntamenti telefonici : come dice Max, e come ho letto in una intervista a Giovanni, allena in una squadra di pallavolo e in una di basket feminile , segue una squadra di calcio in serie C, ha una scuola di tennis a Castellanza, insegna a scuola, insegna a Scienze Motorie, segue la figlia d Max, …. difficile per lui trovare il tempo….di sicuro è un profondo conoscitore della materia e Max ha fatto bene ad affidarvisi. Un personaggio di grande spessore tecnico e umano.
The Doc: Avvicinandoci alla conclusione, domanda banale ma d’obbligo: come lo vedi il futuro prossimo del tennis italiano? Tu dal 2007 sei Responsabile Tecnico della Preparazione Atletica del Comitato Regionale FIT Emilia e Romagna e per esempio l’anno scorso sei stato
il Relatore Unico a Piacenza di una Conferenza organizzata dal Comitato regionale FIT dal titolo “Preparazione Fisica dagli 8 ai 14 anni” …
The Prof: Si stanno ponendo le basi per un salto di qualità. Ti posso solo aggiungere che nei giorni scorsi sono stato con Giovanni Paolisso e Matteo Evani, due tecnici nazionali, a Correggio e Faenza dove abbiamo dato inizio ai lavori del nostro Centro Periferico Regionale di Allenamento. Questi Centri, fortemente voluti dal Presidente Binaghi, rappresentano un primo passo importante verso il decentramento tecnico.Nelle due sedi, abbiamo strutturato allenamenti collegiali (se ne faranno 2 al mese) per alcuni dei migliori 97 – 98 maschi e femmine (in tutto 15) dell’ Emilia e Romagna.
Io sono il responsabile della PA.
Bè devo dirti che allenandoli, ma ne ero già consapevole da quando nei mesi passati, avevo eseguito i test per il Comitato Regionale, son venute fuori tutte le problematiche legate alla PA che in pratica solo la meta’ di questi ragazzi ha inserito nel proprio programma di allenamento con regolarità . Per gli altri è arabo e si vede. In compenso con noi hanno fatto 2 giorni di allenamento serio ed intenso come dovrebbe essere fatto normalmente.
I più scadenti dal punto di vista fisico soprattutto sul versante coordinativo, sono quelli più forti tecnicamente! A conferma che nel tennis giovanile in certe realtà non ci si preoccupa di porre serie basi per il futuro dei ragazzi e ci si accontenta del risultato immediato. Quasi tutto quello che gli ho fatto fare è risultato una novità!!! Alcuni genitori presenti, prendevano appunti sulle esercitazioni che abbiamo svolto e questo mi fa capire che riporteranno ai maestri oppure faranno come fate voi di Genitori & Figli: saranno loro a scendere in campo e farsi carico della cosa. Come dicevi tu, del resto: se la Montagna non va a Maometto … Comunque qualcosa si sta muovendo, speriamo…
The Doc: Non so se ci stai seguendo ma in questi giorni io e mia moglie siamo in guerra con l’intero dipartimento di Preparazione Atletica dell’IMG e, funny enough, siamo supportati dai Coaches di Tennis anche se sottobanco. Motivo del contendere e’ l’inadeguata Preparazione Atletica che invece un tempo prima di essere ‘appaltata’all’IPI (che la provvede a tutte le discipline sportive all’interno dell’IMG) era invece uno dei pezzi forti del Programma. Per esempio mia moglie e’ andata Out of Balistic, fuori di testa, proprio ieri perche’ uno dei PA continuava a pretendere che Nicholas afferrasse al volo la palla medica di sei libbre anziche’ lasciarla rimbalzare a terra …Questa era una cosa di cui insieme a tante altre mi ero lamentato anche nella mia famosa 7 pages letter…Vorrei avere una tua opinione al riguardo: essendo il throw, il lancio, il tema dell’esercizio non e’ piu’ ‘safe’, sicuro dal rischio infortuni, lasciare la palla rimbalzare prima di afferrarla?
The Prof: E’ indubbio che per afferrare al volo circa 3 Kg sarebbe richiesto un fisico già maturo o sufficientemente strutturato oltre ad una tecnica di presa con ammortizzamento di gambe e braccia. Sicuramente a 10-12 anni è sempre meglio utilizzare o carichi più leggeri (1 Kg massimo 1,5 Kg) o far rimbalzare la palla prima della presa.
The Doc: Vorrei chiudere con un invito a tutti I Genitori che seguono la mia Rubrica su Spaziotennis a procurarsi la famosa videocassette ora riconvertita in DVD che il Prof Buzzelli realizzo’ nel 97 con il titolo “ La preparazione atletica del tennista”. E’ un MUST per quei Genitori che come Bogar si apprestano ad accompagnare i propri figli lungo il tortuoso e periglioso cammino che dai campetti sottocasa o della SAT li dovrebbe poi portare alle soglie di futures e challenger se non di un Grande Slam. Non deve essere acquistato con l’idea di sostituire o rimpiazzare il Preparatore Atletico ma e’ secondo me il supporto ideale per poi andare per esempio da Catizzone o da un altro Preparatore Atletico o dallo stesso Buzzelli e capire cosa vi stanno dicendo e facendo fare. Ci puoi dire qualcosa al riguardo?
The Prof: Intanto grazie per questa pubblicità peraltro non concordata. Mah, e’ stato un lavoro lungo, interrotto piu’ volte e poi ripreso e infatti lo si vede da come sono invecchiati i protagonisti del video, me compreso… Questa VHS trasformato in DVD, ancora attuale soprattutto per tennisti oltre la pubertà, in pratica era la sintesi di tutto il lavoro svolto nei miei primi vent’anni di carriera che ha avuto anche un significato affettivo per me: l’ho voluto realizzare con mia figlia Elena come protagonista, per lasciarle un ricordo tangibile di me, che mio malgrado, per dedicarmi ai miei allievi, l’ho forse un po’ trascurata nel suo iter sportivo. Comunque Elena, e lo dico con grande orgoglio perché la ragazza si è fatta da sola, che nel 2004 si è laureata in Scienze Motorie studiando ad Jyvaskyla (Finlandia, nell’Università dove aveva insegnato il mio amico Carmelo Bosco), è diventata Maestra di Sci e quando non lavora sui monti dell’Alpe di Siusi è la mia assidua collaboratrice nella Preparazione Fisica di tennisti ed altri atleti di vari sport. Ed e’ infatti merito , o qualcuno pensera’ colpa, sua se nel 2004 ho ripreso ad allenare tennisti e sono rientrato nel mondo del tennis che è sempre affascinante, anche se ancora in notevole ritardo, almeno in Italia.
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