(Gianluigi Quinzi)
di Stefano Grazia
Questa volta voglio addentrarmi sul pericoloso terreno della tecnica con un paio di spunti che, spero, attireranno il parere di qualche Addetto ai Lavori. L’idea mi è venuta riguardando, una volta pubblicate, un paio di foto inviate alla Redazione di SpazioTennis (e cioè ad Alessandro Chuck Norris FasoTutoMi Nizegoredcew) in cui si può notare sia Alex Sendegeya sia Gianluigi Quinzi con gli occhi chiusi subito dopo aver colpito la palla. Ricordo ancora che quando scrivevo articoli per Zero Quindici e li corredavo con foto di Nicholas, stavo sempre attento a scegliere quelle in cui Nicholas aveva gli occhi bene aperti e confesso che non erano la maggioranza…La cosa aveva iniziato a preoccuparmi fino a quando, casualmente, avevo scattato alcune foto a Quinzi e mi ero accorto che anche lui in quasi tutte aveva gli occhi chiusi subito dopo il colpo. Mi ero dunque detto che evidentemente questa capacità di tenere gli occhi ben fissi sulla traiettoria (ricordo una foto di Agassi con gli occhi sbarrati a seguire il decorso della pallina subito dopo averla colpita) era una dote che si sarebbe sviluppata col tempo. Tutto questo mi è ritornato in mente mentre all’Eddie Herr da un lato avevo Gi Kiu Baby prendere a pallate Di Feo sul campo 1 e dall’altro Jelena Jankovic che si allenava sul campo detto di Nick, quello con la tribunetta. Non potendo fare a meno di scattare foto a tutti e due, la differenza, riguardandosi subito le foto ingrandite sul computer grazie alla magia del digitale, era evidente: Jelena aveva sempre gli occhi ben aperti su quello che colpiva.
(Jelena Jankovic)
E quindi se dovessi sbilanciarmi su quale sia la differenza fondamentale fra un Pro ed un Junior, mi verrebbe da dire che sia proprio questa: la capacità di seguire con gli occhi la pallina da tennis. Banale, direte voi. E in effetti uno dei luoghi più comuni nel tennis è proprio il Maestro da Circolo (il Maestro Pierino, per intenderci) ma anche il Coach alla Bollettieri che ti urla ad ogni colpo ‘Guarda la palla!Eyes on the balls!’ e magari a voi di TGF cresciuti in questi ultimi due o tre anni a Pane e Mad Max (Biomeccanica! Videoanalisi!) la cosa ha sempre fatto storcere un po’ il naso. In realtà io, che ben prima dell’Avvento del Nuovo Messiah (Mad Max, ovviamente), avevo iniziato a sottolineare l’importanza del footwork in epoca precoce, ogni tanto mi trovo costretto ance ora a fare un passo indietro e ironicamente ricordare a mio figlio Nicholas l’antico detto: “Primo. Prenderla (la palla), Secondo: mandarla di là (nel senso di oltre la rete).Terzo:cominciare a piazzarla.” Ora potrebbe sembrare che a parte Bogar e pochi altri, i vecchi aficionados abbiano già passato questo stadio ma da un esame comparato delle foto dei nostri pargoli e da quelle dei Professionisti, la Verità (non mia, ma inconfutabile) è che la differenza fondamentale sta proprio tutta lì: i Pro riescono a guardare la pallina da tennis per tutto il tempo, fin da quando arriva sulle corde e poi dopo, quando le lascia. Avendo passato gli ultimi 5-6 anni a scattare foto a Nicholas mentre colpisce di dritto e rovescio so benissimo di cosa sto parlando e prego la Regia di pubblicare alcune delle foto inviate a dimostrarlo.
In queste vediamo i Nostri Eroi colpire spesso od ogni tanto ad occhi chiusi subito dopo aver impattato mentre vediamo la Jankovic tenerli bene aperti anche subito dopo aver colpito e per tutta l’esecuzione del colpo. Non sto beninteso dicendo che Quinzi & Co chiudano sempre gli occhi DOPO l’impatto ma sto dicendo che mentre riescono a seguire bene la pallina fino all’impatto, dopo, il più delle volte in alcuni e un po’ meno in altri, hanno la tendenza a perdere il controllo visivo della stessa mentre diciamo in 20 foto scattate alla Jankovic questo accade solo una volta.Posso certamente aggiungere che il numero di foto (da copertina,eheheh) da scartare in Nicholas si sta progressivamente riducendo e questo potrebbe anche essere,chissà, un parametro interessante da seguire per valutare il miglioramento dell’allievo. Sto anche qui scambiando cacca con cioccolata? Non lo so ma in tre anni in effetti nessuno e aveva mai parlato, magari dandolo per scontato e quindi io, sempre a caccia di spunti, ve lo propongo.
Secondo spunto: la tensione ottimale delle corde. Anche di questo, e sembra quasi impossibile ora che ci penso, non ne abbiamo mai parlato.Che tensioni fate usare ai vostri Eroi? Nicholas sta entrando nella fase ipertecnologicaparossisticossessiva che si tramuta in ansia quando comincia ad accusare il tipo di corde e la tensione scaduta se i colpi non entrano ma a volte, invece che entrare nel campo di una giusta sperimentazione si finisce per diventare schiavi di una paranoica mania perfezionistica ben documentata in un paio di biografie di Agassi. Comunque come voi ben sapete ormai io rifuggo, ahimè, da ogni qualsiasi esasperazione scientifica (anche in medicina i miei motti il 70% delle voltesono: ‘Passerà!’ e ‘Quel che non ammazza ingrassa!’ –ovviamente è importante riconoscere il restante 30% dei casi) e quindi non mi voglio tirar scemo o peggio rendere schiavo della tensione o del tipo di corde finendo solo per alimentare il vizioso circolo del Whining, della ‘Gnola’, ovverossia del lamento fastidioso e vittimistico, della scusa pronta per la cattiva prestazione. Ma ammetto di essere curioso perchè quando leggi che la Pierce non sapeva con che tensione giocava o che Volandri gioca con tensione 14 qualche dubbio ti viene. Ora sappiamo che più le corde sono tese più aumenta la precisione e meno lo sono, più aumenta la potenza a scapito del controllo. Quindi, ed è qui che l’affare si ingarbuglia, da un lato chi le tende al massimo predilige la ricerca della finezza in quanto di potenza ne ha da vendere (Agassi, Sampras, presumo Federer…) mentre al contrario chi di potenza non ne ha deve cercare un compromesso fra forza e precisione riducendo la tensione ma allo stesso tempo chi è che si può permettere di incordare a meno 20 se non chi dovrebbe avere un tocco incredibile? Quindi Sampras e Agassi e Federer sono un ‘branco di borazzi tristi dalle mani quadrate’ rispetto a Volandri? Nicholas è partito da tensioni a 30 kg,(ovviamente sbagliatissime, ovviamente prima gli dicevamo che le avevamo incordate a 30Kg ma in realtà le facevamo fare a 26-28 ma ogni tanto s’impuntava e non c’era verso)per imitazione dei suoi eroi e solo ora sta scendendo a tensioni più consone alle sue necessità e ieri mi ha detto che vuole provare ad incordare a 24. Magari ha letto da qualche parte che Johnny Mac le tirava così. Devo anche dire che ogni tanto mi dimostra di essere in grado, molto più di me, di rendersi conto della differenza di tensione fra due racchette a dimostrazione della superiore sensibilità.Vi ho già raccontato di Nicholas che di fronte al quesito su come la voleva la bistecca : Rare, Medium Rare, Done, Well Done aveva finito per scegliere something in between Rare and Medium Rare, cioè una via di mezzo fra Al Sangue e Al sangue Ma Non Troppo. Paranoia pura, come dicevo. Ma da qualche parte bisogna pur cominciare.
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