(I finalisti dello scorso anno, da sx a dx: Oliver Olsson, Giammarco Gandolfi, Giorgia Pedone, Sveva Bernardi)
di Giulia Rossi
Al via oggi la 9^ edizione del torneo internazionale giovanile Tennis Europe Under 12 “Città di Padova”, come sempre presso gli impianti del Centro Sportivo Plebiscito. Già da qualche giorno il circolo è calato nel clima internazionale, con gli arrivi dei Team europei e lo svolgimento dei turni di qualificazione, disputati nelle giornate di sabato 10 e domenica 11 giugno.
La formula della manifestazione è sempre la medesima: tabelloni di qualificazione da 32 giocatori e main draw sempre a 32 posti, sia maschile che femminile. Inoltre, si disputeranno anche i tornei di doppio (16 coppie per tabellone) e i tornei di consolazione, riservati ai giocatori che si fermeranno al primo turno di main draw. Il torneo offre l’ospitalità completa fino a eliminazione dell’ultimo giocatore all’interno del tabellone.
Incontriamo anche quest’anno la responsabile del torneo Beatrice Maria Barbiero, che ci racconta quali sono le novità organizzative apportate e quali sono i giocatori da tenere d’occhio in questa edizione.
Beatrice, lo scorso anno è stato davvero da incorniciare, con il dominio italiano sia al maschile che al femminile. In più tante vecchie conoscenze del torneo ormai diventate grandi si sono messe in luce con grandi risultati.
“Siamo molto soddisfatti di quanto fatto l’hanno scorso, i ragazzi che hanno vinto si sono confermati anche ai successivi campionati italiani: la vincitrice Giorgia Pedone è stata finalista ai campionati nazionali e ha fatto bene anche nei Tennis Europe successivi. La delegazione italiana presente l’anno scorso era la più forte possibile sia al maschile che al femminile, e il nostro si conferma un torneo dove i ragazzi più promettenti sbocciano e poi continuano ad affermarsi crescendo man mano. Per me personalmente è una soddisfazione conoscerli agli inizi del loro percorso e poi vederli vincitori di grandi tornei una volta cresciuti, ad esempio l’australiano Alexei Popyrin aveva vinto qui nel 2011 ed è il freschissimo vincitore del Roland Garros juniores e del trofeo Bonfiglio, oppure l’israeliano Yshai Oliel che adesso è n.4 a livello under 18, quest’anno finalista all’Australian Open, considerato un piccolo predestinato. Il torneo si conferma come ottimo trampolino di lancio: anche i vincitori di due anni fa, Luca Nardi e Lisa Pigato, stanno facendo ottimi risultati non solo da under 14 ma anche a livello under 18”.
Ci sono differenze nell’organizzazione rispetto allo scorso anno?
“È la nona edizione, siamo quindi ben rodati, il metodo organizzativo è pressoché solidificato. Ogni anno cerchiamo di fare qualcosina in più, quindi appena finisce il torneo pensiamo all’edizione successiva. Gli sponsor sono quelli che sono, quindi alla fine si vorrebbe sempre fare di più ma si può semplicemente mantenere quello è stato fatto per l’edizione precedente. La differenza rispetto agli anni scorsi è che sfrutteremo pienamente la disponibilità dei nostri due due circoli, ovvero il Plebiscito e il Tennis 2000: i turni di qualificazione e i primi turni del main draw si giocano su due circoli, il che vuol dire avere più giudici arbitri di supporto e non dover svolgere 32 partite il primo giorno su solo 4 campi, ci sono stati degli anni in cui i ragazzi terminavano il primo turno molto tardi di sera. È un modo anche per far vivere questo appuntamento internazionale a due realtà anziché ad una sola”.
Da qualche anno avete introdotto le prequalificazioni, come funzionano e a chi vengono date le altre wild card?
“Una settimana prima del torneo si svolgono le prequalificazioni: in palio ci sono quattro wild card per le qualificazioni. Abbiamo deciso di non essere noi a scegliere a chi andavano queste wild card ma da 4 anni c’è questa possibilità per cui i semifinalisti ricevono la wild card. All’inizio era aperto anche agli stranieri (e proprio da lì era arrivato Oliel) poi le abbiamo chiuse ai soli italiani. Quest’anno le due teste di serie del tabellone maschile di quali sono entrate in main draw, quindi le due wild card in più che sono state estratte a sorte tra i perdenti al primo turno. Per quanto riguarda le altre wild card, due le abbiamo date a due giocatori del circolo, uno è Tommaso Parpajola, che è 3.5 e uno dei migliori in regione, l’altra è Vittoria Zenato, vice campionessa regionale under 11. Invece la Federazione ha dato 4 wild card a italiani nel maschile e 4 nel femminile”.
Chi si metterà in luce secondo te in questa edizione?
“Molti dei giocatori italiani presenti in entry list si sono già distinti nei macroarea del nord est, credo manchino solo un paio di giocatori di punta della nazionale under 12. Spero di vedere anche quest’anno un dominio italiano sia al maschile che al femminile. Come già da un paio d’anni a questa parte mancano i gradi Team di Canada e Australia, ma devono aver deciso di cambiare completamente la loro programmazione perché non ci sono in tanti altri tornei italiani. Abbiamo tantissimi giocatori dell’est Europa: Moldavia, Lituania, Estonia, Russia. Nutrita presenza austriaca nelle qualificazioni ma la partecipazione più particolare di quest’anno è quella di due ragazzine giapponesi che fanno parte della delegazione nazionale under 12, sono qui già da giovedì, erano le ultime due dentro al tabellone di qualificazione e hanno guadagnato entrambe il main draw. Loro sono le partecipanti che vengono da più lontano. Parlando coi tecnici della Federazione mi hanno detto di tenere d’occhio la belga Sophia Coustolas, nel maschile attenzione particolare alla delegazione tedesca da cui potrebbe spuntare un finalista”.
Quest’anno la tappa di Tennis Europe è l’unico appuntamento internazionale del vostro circolo, come mai?
“Sì, l’under 12 è l’unico torneo internazionale che abbiamo mantenuto quest’anno, mentre abbiamo puntato più sui tornei nazionali, ne abbiamo già fatti 12-13 oltre al macroarea e ai tradizionali tornei natalizi. Il nostro è un circolo molto attivo ma quest’anno abbiamo deciso di prenderci una pausa ad agosto, quando di solito c’era l’Itf maschile, per poi riprendere al meglio e con più energie il prossimo anno. Fino a due anni fa a giugno avevamo anche il Challenger ma i costi non erano purtroppo sostenibili. Il lavoro da adesso sarà soprattutto quello di trovare degli sponsor. Non vogliamo rinunciare agli eventi di carattere internazionale perché sono settimane in cui il circolo respira un’aria completamente diversa, i nostri ragazzi dell’Accademia possono allenarsi con i loro coetanei o, nel caso dell’Itf, vedere da vicino come giocano i professionisti”.
Com’è nata l’idea di organizzare una tappa del circuito Tennis Europe? E quali difficoltà possono esserci nel gestire ragazzi così giovani?
L’idea di organizzare questo torneo è nata un po’ per caso e un po’ perché si è creata l’occasione propizia per inserirci: siamo subentrati alla data di Verona che per motivi economici non ce la faceva più, mi ricordo che mio padre, direttore del circolo, fu contattato dal comitato regionale che voleva fermamente mantenere una tappa under 12 nel Veneto. Noi avevamo già provato l’esperienza internazionale con l’ITF e abbiamo accettato senza doverci pensare a lungo. Più che i ragazzi è sempre un po’ complicato gestire i genitori nei primi giorni, perché di fatto sono anche loro alla prima esperienza internazionale, insieme ai propri figli. Alcuni devono imparare un po’ a lasciare andare i ragazzi, in modo che il bambino-giocatore non sia messo sotto una campana di vetro. Bisogna renderli un po’ più autonomi, altrimenti il loro tennis potrebbe risentirne. Rispetto alla prima edizione mi sono resa conto che in quelle successive sono arrivati ragazzi che erano dei giocatori già più formati, con alle spalle un lavoro nazionale a livello di tecnica, improntato a farli diventare sempre più professionisti. Per dirti, mi sembra che i finalisti della prima edizione abbiano smesso di giocare, a parte il vincitore maschile, mancino canadese. Ora invece vincono gli Slam under 18!”
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