di Giulia Rossi
Si chiude il sipario sul 7° torneo internazionale giovanile Città di Padova, con due splendide vittorie italiane, Luca Nardi in campo maschile e Lisa Pigato nel femminile, vittoriosi sui coetanei francesi Clovis Benichou e Flavie Brugnone.
Le due finali vanno in scena contemporaneamente sui campi 5 e 6, una a ridosso dell’altro. Questo mi permette di seguire entrambe le partite dalla medesima posizione. A mio avviso il match più combattuto dovrebbe essere la finale femminile e per questo motivo mi accingo a prendere posizione di fianco al clan Pigato, accorso numeroso dalla Liguria.
La tennista sanremese comincia però la partita decisamente contratta, poco precisa e senza quella salda concentrazione che invece l’ha caratterizzata durante tutta la settimana. La francesina Brugnone (di chiare origini italiane) ha una lunga treccia bionda che la segue nei suoi movimenti molto fluidi: cerca e spesso trova gli angoli, è poco più alta della Pigato ma più longilinea; non ci si capacita di come quelle esili braccine possano produrre colpi così spiazzanti. Al quarto gioco del primo set l’italiana perde il servizio per la prima volta e la francese da quel momento non le concede nemmeno una chance per controbrekkare; anzi, le toglie nuovamente il servizio sul 4-2. Pigato prova a spezzare il ritmo con qualsiasi arma: variazioni di rotazione, slice, piattoni e molte palle corte che purtroppo si afflosciano in rete. Racimola davvero pochi punti e viene sopraffatta dalla Brugnone per 6 giochi a 2.
Al termine del primo set mi sposto dalla parte opposta del campo, attirata dagli schiamazzi del giovane energumeno francese Benichou. Come giustamente origlio dalla conversazione tra due astanti, Benichou ha la prestanza di un quindicenne ma la mente ancora tanto acerba. Sbaglia tanto rischiando poco, alterna in uno stesso game pregevoli vincenti a bordate fuori di tre metri; soprattutto perde la concentrazione un punto sì e uno no. Infatti siamo sul 4-1 in favore di Nardi, e le urla sono motivate dal fatto che il francese si è appena mangiato l’unica occasione di brekkare il tennista marchigiano: si lascia così andare ad espressioni che fortunatamente non capisco ma che posso facilmente intuire. Dopo che entrambi hanno mantenuto il proprio turno di servizio, il francesotto perde di nuovo la testa e spara qualche dritto sul telone: 15-40 vuol dire due set point per Nardi. Il primo viene annullato con un raro rovescio che spolvera la linea, mentre il secondo è quello decisivo: Luca Nardi fa suo il primo set di questa finale per 6-2.
Gli applausi che sento provenire dalla zona del clan Pigato mi lasciano pensare che Lisa abbia trovato il modo di reagire allo svantaggio iniziale; invece mi siedo proprio nel momento in cui il giudice di sedia proferisce inesorabile “Brugnone conduce per 4 giochi a 0”. Erano dunque solo applausi di incoraggiamento? Invece no, capisco subito che Lisa ha aumentato il proprio livello di gioco e sta cercando, rischiando molto, di risalire la china. La vedo cercare disperatamente di ritrovare il filo della partita in piccoli gesti confortanti come spolverare le linee con le scarpe o stringere tra le ditina le corde della racchetta, ma è solo lo sguardo paterno che la sprona a ritrovare la calma.
Il quinto gioco è quello della svolta: strappa finalmente il break ai vantaggi, dopo aver annullato due palle del potenziale 5-0 che avrebbe seriamente compromesso il match.
Intanto Nardi percorre una sorta di passeggiata trionfale sul campo adiacente: conquista il titolo nel singolare maschiale non concedendo al francese Benichou nemmeno un game nel secondo set. Praticamente la partita che avrebbe potuto fare la Brugnone se non si fosse trovata davanti un’avversaria così tenace da non gettare la spugna nemmeno nella situazione più disperata.
Dopo aver ritrovato in un colpo concentrazione, determinazione e precisione, Lisa recupera anche il secondo break di svantaggio e si porta a servire sul 4-3. Caricandosi a ogni punto, completa la rimonta e pareggia 4-4. Flavie, che fino a quel momento non aveva aperto mai bocca, comincia a dialogare prima da sola e poi con il suo angolo: è un evidente segnale di scoraggiamento. Sbaglia parecchio nel calibrare i colpi e soprattutto commette due doppi falli consecutivi che regalano un altro break point alla Pigato. La tennista ligure non aspetta altro che sfruttare questa occasione, si porta avanti per la prima volta nel match e va a servire per il set sul 5-4. Vince il secondo parziale 6-4, quando nemmeno lei ci sperava più.
A inizio del terzo set arrivano anche i protagonisti della finale maschile a fare il tifo per le loro connazionali. Per non correre nessun rischio inutile, Pigato si dimostra subito molto aggressiva e brekka in apertura di terzo set. Non solo, percepisce il calo fisico della sua avversaria e la sommerge con perfette traiettorie geometriche che fanno correre la francese da un lato all’altro del campo. La transalpina è sempre più fallosa, in particolare al servizio, colpo che invece l’aveva aiutata parecchio nel primo set. Piena di ispirazione e di fiducia a Lisa ormai riesce tutto, anche quella palla corta che tante volte si era insaccata in rete nel primo set. Sono 10 i game di fila dal 4-0 del secondo set: ribaltando specularmente la partita è la giovane sanremese ora a dominare 4-0. La Brugnone tiene per la prima volta il servizio nel terzo parziale e si porta sul 4-1. Il sesto game è una cavalcata di soli vincenti per Lisa che in un battibaleno si ritrova ad avere un match point sul servizio della sua avversaria (grazie all’ ennesimo doppio fallo). Quando la Pigato intuisce che il dritto della francese pioverà fuori dal campo esplode in una risata gioiosa, brandendo il pugnetto in aria.
È tempo dunque di premiazioni. Il gigante Clovis sembra aver ben digerito la sconfitta contro il raggiante Nardi che continua a ripetere tra sé e sé: “Ho vinto un torneo internazionale, ho vinto un torneo internazionale…”. Il visetto imbronciato della Brugnone stringe il cuore ma la francesina non può certo lamentarsi del livello di gioco espresso in questa settimana ed in particolare in finale. Ciò che ha permesso alla Pigato di trionfare è stata una solidità mentale e una forza di volontà impressionante, due caratteristiche che la innalzano già allo stato di tennista professionista.
Nel discorso di conclusione tutti i tennisti ringraziano e si complimentano con l’organizzazione del torneo, una delle cinque tappe che rappresentano il circuito Tennis Europe in Italia. La responsabile del torneo Beatrice Maria Barbiero e suo padre Gianfranco, responsabile settore tennis 2001 Team, annunciano la collaborazione con Andrea Mantegazza (allenatore di Matteo Viola) e Gianpaolo Coppo (Sanguinetti, Schiavone, Garbin e Santangelo per citarne alcuni), nuovi direttori tecnici della 2001 Tennis Academy. “L’accademia si sta sviluppando in ambito internazionale, con loro il lavoro verrà impostato in maniera ancora più professionistica per seguire al meglio le giovani promesse che vogliano intraprendere la via dell’agonismo a livello di under 10 e 12. Siamo partiti come piccola accademia otto anni fa, oggi abbiamo una trentina di agonisti di cui 7 che si allenano full time mattina e pomeriggio. Il progetto è nato nel 2007 da un’idea mia e di Paolo Frasson, direttore tecnico negli impianti del 2000, ispirandoci alle accademie internazionali”. Soddisfazione anche per la duplice vittoria italiana nel torneo nelle parole della responsabile organizzativa Beatrice: “Fa piacere che rispetto all’inizio in cui dominavano australiani e canadesi di altissimo livello, ci sia stato un cambio di trend. I ragazzi poi quest’anno sono stati molto socievoli con tutti oltre che di grande talento. Ci fa sempre molto piacere organizzare questo torneo perché poi ritroviamo questi ragazzi con qualche anno in più nei tornei da 10 o 15.000$. Rinnoveremo sicuramente l’appuntamento l’anno prossimo per l’ottava edizione”.
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