È una giornata cruciale per il 7° torneo Tennis Europe under 12 “Città di Padova”: dagli incontri di oggi usciranno i semifinalisti dei tabelloni femminili e maschili, oltre ai finalisti del torneo di doppio. Il tempo è clemente, il sole si alterna alle nuvole piacevolmente e non risulta né una mattinata troppo afosa né troppo ventilata. Gli spettatori intervenuti sui campi del C.S. Plebiscito di certo non sono rimasti delusi dalla qualità delle partite disputate sia oggi che nei giorni precedenti, e come giustamente osserva la responsabile organizzativa Beatrice Maria Barbiero il livello dei giocatori, tecnicamente e atleticamente, è davvero elevato.
Venendo alla mera cronaca sui campi, il campione del Lemon Bowl 2015 Luca Nardi si mostra subito troppo forte per il lottatore Christian Fellin, che cede di schianto, forse anche per un po’ di stanchezza, dopo il gran match giocato ieri contro Filippo Mondini con un duplice 6-0. Nardi è l’unico ad arrivare in semifinale senza aver smarrito un set lungo il cammino. Sempre nella parte alta del tabellone continua l’ascesa dell’inarrestabile Alessandro Spadola che, partito dalle qualificazioni, supera in due set Gabriele Datei 6-4, 6-1.
Lo scontro tra Lisa Pigato e Asia Serafini è la riedizione del quarto di finale dei campionati italiani under 11. La battaglia dura lo spazio di un set, deciso al tie break: se lo aggiudica la Pigato per 7 punti a 2, di lì in poi la sanremese porta a casa con scioltezza set e match, come a Serramazzoni lo scorso agosto. Tra la Pigato e il pass per la finale si oppone Sofia Pizzoni che oggi ha messo fine alla lunga corsa della wild card Beatrice Stagno con il parziale di 6-4 6-3.
Laura Mair non lascia scampo a Ginevra Parentini Vallega Montebruno infliggendole un pesante 6-0, 6-2. La Mair piomba come un treno in semifinale, essendosi lasciata per strada nei turni precedenti appena 8 game e avendo vinto ben tre set per 6-0. L’aspetta al varco l’unica francese sopravvissuta alla tagliola del primo turno, Flavie Brugnone, oggi vittoriosa su Carlotta Mencaglia per 6-2, 6-1. Domani le protagoniste di questa semifinale si ritroveranno nuovamente opposte nella finale del doppio: la Mair in coppia con Asia Serafini e la Brugnone con la compagna francese Eleonore Viano. Quest’ultima si giocherà domani anche la finale del torneo di consolazione contro la svizzera Maria Michaela Fiacan.
In campo maschile il protagonista di giornata è Flavio Mario Pasquariello che prima batte il tedesco Fedor Richter con un periodico 6-3 e successivamente accede alla finale di doppio in coppia con Simone Cavalleri: i due si giocheranno il titolo contro la temibile coppia Mondini/Rotilio. Tutto questo partendo dal tabellone di qualificazione. Duplice appuntamento dunque per il tennista campano che in singolare sfiderà il francese Clovis Benichou , giustiziere del romano Giuseppe Bonaiuti 6-2, 3-6, 6-1.
Giuseppe ha appena concluso la sua partita che mi viene concessa la preziosa occasione di scambiare quattro chiacchiere con Andrea Capogrosso, direttore tecnico del Ferratelle Sporting Club, il circolo romano presso cui si allena Bonaiuti, con cui cerchiamo di conoscere un po’ meglio questo giovane talento cresciuto in una famiglia di tennisti.
Il rammarico per la sconfitta è percepibile nella sua voce anche se la soddisfazione per come Giuseppe ha giocato durante la settimana è grande: “Giuseppe è stato bravo perché se l’è giocata con un francese che strutturalmente non dico fosse il doppio ma quasi! Ha giocato malino il primo set, non è riuscito ad arginarlo mentre il francese ha giocato con una grande intensità per tutta la partita. Nel primo set Giuseppe era molto intimorito invece nel secondo è riuscito a tenerlo dietro alla linea di fondo campo, è stato lui ad essere più propositivo e ha vinto un bel set, solo che poi l’altro ha continuato a spingere moltissimo. La differenza è stata da una parte la potenza fisica del francese, che potrebbe giocare tranquillamente a livello under 14, e dall’altra il fatto che il servizio di Giuseppe è ancora da migliorare”. Anche se oggi ha perso il match domando a Capogrosso quale sia la migliore qualità di Giuseppe in campo e dove invece bisogna ancora lavorare: “Giuseppe è seguito costantemente dal mio braccio destro, il maestro federale Domenico Liguori ma il papà di Giuseppe spesso ha piacere che lo segua io nei tornei. Lui è con noi da 4 anni, si allena full time il pomeriggio. Il suo miglior pregio è sicuramente la grinta e la capacità a livello tecnico di non arretrare quindi tende a giocare con i piedi dentro al campo, è sempre propositivo ha molto coraggio deve migliorare tanto sul piano dell’autostima è grintoso ma allo stesso tempo non è così convinto delle sue possibilità”.
Quando gli chiedo quale sia il suo rapporto con il Tennis Europe di Padova si illumina e si apre in un mare di ricordi: “Io sono un aficionado del torneo di Padova perché mia figlia Arianna è venuta qui per tre anni: qui ha fatto la prima esperienza da under 10, poi nel 2010 passò le qualificazioni e giocò al primo turno con l’australiana Kimberly Birrel – quello era l’anno delle australiane – e andò al terzo set . Quell’anno Arianna vinse il torneo di consolazione e nel 2011 vinse il torneo principale. Posso dire che sono un veterano qui a Padova!” Rimanendo in tema mi viene spontaneo chiedergli se manifestazioni come questa aiutino un giovane tennista in erba a schiarirsi le idee sul proprio futuro o comunque indirizzarlo verso la strada dell’agonismo: “Io sono un addetto ai lavori ma prima di tutto genitore, avendo avuto l’esperienza diretta con mia figlia che per tanti anni ha appunto giocato nel circuito Tennis Europe e nel 2011 ha vinto 7 tornei su 14 disputati. Oggi a distanza di quattro anni il bilancio è stato sicuramente molto positivo, per il fatto che tutte queste esperienze in campo hanno accresciuto la sua autostima, l’hanno fatta appassionare ancora di più a questo sport ma parlando in termini assoluti l’attività giovanile è importante per affinare gli aspetti tecnico tattici ma non cosi decisiva. È più importante a livello under 12 e 14 curare la parte tecnica piuttosto che dare troppa importanza ai risultati e ai tornei: è fondamentale trovare un giusto mix tra le settimane dedicate alla preparazione e all’allenamento e quelle dedicate ai tornei.”
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