intervista di Alessandro Nizegorodcew
Testo di Luca Brancher
Con un mese fitto di successi, è salito alla ribalta del circuito junior, riuscendo ad arrivare in zona top-10 e, non contento, a centrare anche il suo primo successo tra i professionisti. Stiamo parlando di Cedrik Stebe, tennista tedesco di 18 anni, da Muehlacker, che deve, però, alla nostra terra più di un semplice riconoscimento. E sì, perchè proprio in Italia ha trovato la vittoria nel G2 di Salsomaggiore (che seguiva di 7 giorni il successo nel più prestigioso G1 di Bealieu sur Mer) e le finali a Prato e Santa Croce sull’Arno, cui si faceva riferimento in precedenza. Ma le sue aderenze con il Belpaese non si fermano qui.
“E’ stato un mese fantastico: per ora, questo 2008 sulla terra rossa è stato fuor di dubbio il mio miglior periodo tennistico. In quei tornei ho giocato davvero bene, prima di allora ero intorno alla 100esima posizione del ranking ITF junior e con 4 tornei sono diventato numero 15. A sublimare il tutto, mi è stata concessa una wild card per il 125.000$ di Braunschweig e l’ho onorata, superando il russo Artem Sitak”
Su quest’esperienza, aggiunge “E’ stata la prima e finora unica esperienza tra i professionisti, un battesimo di fuoco, vista l’importanza del torneo. La prima differenza che si evince tra mondo junior e mondo pro è l’esperienza che permette ai giocatori professionisti di capire cosa fare e cosa non fare durante i punti, specialmente quelli importanti, Hai sempre l’impressione che facciano la cosa giusta, quando conta, nei tornei giovanili non è così. C’è da aggiungere poi una differenza dal punto di vista fisico, dovuta al fatto che alla nostra età, il frequentare la scuola, non ci permette di dedicarci al tennis al 100%, come succede ai nostri colleghi più grandi. Tutte cose molto importanti: Io nel mio piccolo cerco di potenziarmi fisicamente, praticando anche il pilates“.
Facendo un piccolo passo indietro, Cedrik ci spiega come è cominciato il suo rapporto con questo sport, che per ora gli sta regalando diverse soddisfazioni
“Ho cominciato a giocare a tennis all’età di tre anni, poichè i miei genitori erano iscritti al circolo del mio paese e mi era venuta voglia di provare. Come spesso accade, è stato mio padre il mio primo allenatore, mi ha insegnato tutto sul tennis, sacrificando molto del suo tempo: con lui mi sono divertito per tre anni, prima che io diventassi un allievo della federazione tennistica tedesca” Ora la sua situazione è un po’ complicata “Ho un coach privato, un coach presso un’accademia e un coach federale, anche se quelli che più ho frequentato negli ultimi periodi sono il croato Robert Flego, quello personale, e Fabrizio Fanucci, presso la sua Accademia fiorentina” Eccolo il suo secondo collegamento con la nostra terra, l’essere seguito da uno dei principali allenatori italiani, quel Fanucci noto per la sua consolidata partnership con l’ex numero 1 azzurro Filippo Volandri. Cedrik precisa però che “in questi ultimi periodi sono sempre andato a fare tornei con mia madre al seguito e mai con un coach“.
Mancino, Stebe si descrive così “I miei colpi da fondo sono piuttosto pesanti, il rovescio mi esce più veloce dalla racchetta, anche se sono solito alternarlo con lo slice, mentre col dritto ho maggiore varietà, posso cercare gli angoli oppure cercare la soluzione di potenza. Col servizio uso molto il taglio slice sfruttando il fatto di essere mancino, mentre ho una passione in genere per tutti quei colpi dove conta metterci il tocco, come le palle corte..”
Come ogni ragazzo di 18 anni, Cedrik ha anche altri interessi, oltre al tennis “Oltre ad uscire con gli amici per rilassarmi ed essere più tranquillo ogni qualvolta mi presento sul campo da tennis, ho due vere passioni: il golf e soprattutto suonare la batteria..” La sua speranza, naturalmente, è quella che prima o poi, oltre la batteria, ad essere suonati saranno anche i suoi avversari, dopo averlo affrontato.
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