Sashka: drammi e desideri di una ragazza rifugiata che sogna il tennis


La storia di Oleksandra Oliynykova, conosciuta più con il nome di “Sashka”, è una storia di difficoltà, problemi, fuga, ma nonostante ciò potrebbe avere un lieto fine.
Sashka nasce a Kiev, in Ucraina, nel 2001, con un difetto a un muscolo del collo apparentemente risolvibile solo tramite una rischiosa operazione chirurgica che avrebbe potuto causarle una disabilità a vita. La famiglia opta per cure alternative che effettivamente danno i loro frutti e Sashka riesce a guarire e a vivere tranquillamente la sua infanzia. A 5 anni inizia a giocare un po’ per caso, data l’assenza di giocatori di tennis in famiglia, e ripone i suoi sogni e le sue speranze in questo sport. Gli anni successivi sono quelli dei primi tornei, in cui la giovanissima ucraina comincia a raccogliere successi fino ad essere tra le 3 più forti Under-10 della nazione. Presto ovviamente per parlare di futura stella, ma impossibile allo stesso tempo non vederne il talento. Proprio allora sono però cominciati i problemi. Suo padre è un attivista molto conosciuto in Ucraina che lotta contro la corruzione e sostiene la giustizia e la libertà di parola. Nel 2011 però commette quelli che, a posteriori, sicuramente riconosce come ciò che ha distrutto la vita della sua famiglia: criticare apertamente l’allora presidente Yanukovich e difendere e sostenere i diritti della comunità LGBT. Poco tempo dopo arriva un mandato di arresto per lui e la moglie ma, grazie a una soffiata di un agente di polizia, la famiglia ha qualche ora per decidere cosa fare del proprio futuro. Vi è un’unica via d’uscita: la fuga dall’Ucraina.
Questo cambiamento ha portato in sé conseguenze drastiche che non si limitano al semplice distaccamento dalla patria; la famiglia di Sashka si rifugia in Croazia, dove non conosce nemmeno la lingua, e avendo pochissimo denaro con sé. Tutte le proprietà rimaste in Ucraina vengono confiscate e la famiglia è a pezzi. L’unica via possibile è l’asilo politico nel nuovo paese, così Sashka ottiene lo stato di “rifugiata”. Questo significa che non può più tornare in Ucraina, ma non ha nemmeno la cittadinanza croata. La ragazzina senza nazionalità comincia ad allenarsi con Juraj Dusparic e Martin Filipovic e gioca diversi tornei segnando ulteriori progressi nel suo gioco. Esordisce anche a livello ITF junior con ottimi risultati, tra cui una finale in Svezia e una semifinale in Danimarca. Trascorre anche alcuni mesi in Svezia presso la GTG Tennis Academy, dove viene seguita dal  coach Mikael Tillstrom. All’inizio del 2016 però una nuova tempesta si abbatte sulla famiglia: la compagnia del padre fallisce e lui si ritrova senza lavoro. In Croazia non c’è un aiuto a livello economico per i rifugiati in difficoltà e trovare un lavoro è un’impresa assai complicata. Grazie all’aiuto di qualche amico la famiglia riesce ad aprire un piccolo ristorante con cui riesce a pagare le spese minime e l’attrezzatura strettamente necessaria per la piccola Sashka. A soli 14 anni la ragazzina comincia a viaggiare da sola per giocare i tornei e alcune volte fa addirittura fatica a racimolare i soldi per incordare le proprie racchette.  Nonostante tutte le difficoltà, nel corso del 2016 l’ucraina ha scalato quasi 500 posizione nel ranking ITF junior e spera di poter salire ulteriormente per realizzare il suo primo sogno: giocare un match a Wimbledon (a livello junior per ora, si intende). Un obiettivo realizzabile se si pensa al salto di livello fatto quest’anno da Sashka. Il passo successivo sarebbe diventare professionista, per nulla scontato nella situazione economica della 15enne.
L’incredibile voglia di lottare e rialzarsi ogni volta non sono però sufficienti per realizzare i suoi sogni. Sashka e la sua famiglia hanno bisogno di supporto economico e di visibilità, al fine di pagare le spese legate al tennis e sperare magari di essere notata da un’accademia che la voglia con sé. Sono tanti i modi in cui si può aiutarla, a partire da piccoli gesti: donazioni, di qualsiasi valore, possono contribuire alle spese e saranno ringraziati tutti i contribuenti sul sito ufficiale. Per rimanere nella classifica ITF sono necessari 25 000 dollari, obiettivo minimo della raccolta fondi per la giovane ucraina. Il successo del progetto sarebbe raccogliere 50 000 euro all’anno così da coprire le spese e pagare un coach. Aspetto molto importante, più soldi significano anche poter viaggiare in America del Sud e in Asia, dove è molto più semplice raccogliere punti piuttosto che in Europa. Vi sono anche diversi oggetti firmati come ricompense per le donazioni, tra cui palline, T-shirts e cappellini firmati per entrare a far parte del suo Fan Club. Le donazioni sono divise in fasce e a seconda del peso del contributo vi è una ricompensa diversa. Per chi volesse donare sopra 1 000 euro vi è la possibilità di diventare sponsor di Sashka, la quale porterà sempre addosso il logo della relativa azienda o impresa. Sashka è anche in cerca di un’accademia, di un circolo o di una squadra per cui giocare, oltre che di uno sponsor. Inoltre è felice di accettare inviti per giocare nei circoli di tutto il mondo.
Infine vi è la cosa più semplice da fare, ovvero condividere questo articolo e il link del suo sito ufficiale, dove vi sono la sua storia dettagliata, i modi in cui è possibile aiutarla, tanti articoli e curiosità relativi alla sua vita e foto e video di Sashka. Rendere nota la sua storia al maggior numero di persone possibile è il modo più semplice per aiutare una ragazzina che ha lottato con grinta in ogni momento della sua vita a realizzare un sogno: giocare a tennis.
sito web ufficiale: http://sashkatennis.com/
Il sito è collegato ai vari social media di Sashka, tra cui Facebook e Twitter.

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