Il primo match della giornata è stato quello stagionale fra inverno e primavera, stravinto da quest’ultima. Se nel nord della Spagna continuano freddo e neve, la capitale andalusa si è svegliata con una giornata spettacolare, di quelle che sembrano fatte apposta per giocare a tennis. Profumo di primavera e profumo di torneo, un profumo vero, nonostante la giovanissima età dei più di 400 ragazzini e ragazzine che per una settimana sono stati i protagonisti della seconda tappa, dopo Barcellona, del Rafa Nadal Tour.
Si tratta di un circuito nazionale nato nel 2014 sotto l’egida di Mapfre (di cui il campione spagnolo è da tempo testimonial) e i cui introiti sono destinati alla Fundación Rafa Nadal. Due categorie, under 12 e under 14, sette tappe e un Master, che si celebrerà a Maiorca, la patria di Rafa. Particolarità e fulcro del circuito è l’ “Allenamento dei valori”, come lo sforzo, la sportività, la solidarietà e l’educazione, che hanno un peso fondamentale addirittura nella classifica, attraverso un rigido codice di comportamento che i partecipanti sono tenuti a rispettare. Esiste infatti una tabella con le diverse infrazioni al codice e con i corrispondenti punti di penalizzazione, nonché un “Ranking dei valori” sulla base del quale viene consegnato alla fine del circuito il “Trofeo dei valori” al giocatore più corretto di ogni categoria, che ottiene come premio l’accesso diretto al Master. L’idea pedagogica sottesa è quella di sostituire il tradizionale ‘learning by watching/listening’, cioè l’apprendimento basato sulla visione e l’ascolto di un docente, al ‘learning by doing’ ed al ‘learning by living’, vale a dire un apprendimento imperniato su azione ed esperienza.
Il livello dei giocatori è ottimo, anche se non è altissimo in senso assoluto, perché si tratta comunque di un circuito nazionale. Ma in ogni caso è sempre impressionante vedere tanta voglia di vincere e professionalità in ragazzi così giovani. Arrivo al Tennis Club Riogrande di Mairena del Aljarafe, a pochi chilometri da Siviglia, alle 9. I protagonisti delle varie categorie sono già attivi e seguono le loro routines pre partita con la disciplina e la precisione dei loro colleghi adulti. Attira la mia attenzione una bambina che peserà trenta chili e con due stuzzicadenti al posto delle gambe, che si sta allenando con il suo coach e sotto lo sguardo amorevole ma preoccupato della madre. Alle 9,30 entra in campo e vincerà il suo incontro in una maratona di quasi tre ore, dimostrando un’energia, una concentrazione e una grinta inimmaginabili. La madre è seduta vicino a me e mi dice “Mia figlia studia, e il voto più basso che ha in pagella è un nove. Ha una testa pazzesca, se no non resisterebbe a tutta questa pressione. È in una scuola inglese, così in futuro potrà andare fuori a giocare e studiare, magari in un’ università americana”. Bene, penso. Poi però la vedo soffrire in un modo esagerato a bordo campo e mi sembra tutto un po’ sopra le righe, mi sembra che la pressione sia davvero tanta, troppa, e non solo per i ragazzi. L’effetto traino di un giocatore come Nadal è immenso, e le conseguenze straordinariamente positive. Ma da gestire con le molle, per cercare di evitare che diventino devastanti. E credo, davvvero senza la presunzione di giudicare nessuno, che l’Allenamento dei valori dovrebbe coinvolgere tutti gli attori del processo di formazione di un giocatore, si trasformi o non si trasformi nel Rafa Nadal del futuro.
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