di Marta Polidori
Il diritto.
Fondamentalmente cosa c’è da capire?
Equilibrio, piatto corde in linea e punto d’impatto. Facile da ricordare, e soprattutto da applicare.
Una volta imparata questa tecnica base, efficientissima oserei dire, potrai cominciare a “scherzarci su”, inventare e complicarti l’esistenza come più ti aggrada.
Questa cosa tanto semplice può diventare complicata, perché capita di finire in mano ad allenatori inesperti, in grado di combinare pasticci tecnici incurabili.
Oggi sono rimasta colpita da una lezione che da fuori poteva sembrare la SAT, quando invece vedeva coinvolti atleti di seconda categoria.
Ma se vogliamo fare i pignoli questo mio ragionamento è applicabile su qualunque colpo, non solo nel diritto.
Le strategie e le tattiche a nulla servono se prima non impariamo il gesto corretto.
Se non a farti vincere, mentre gli altri imparano.
Anche tenendo in mano la racchetta come Fred Flinstones con un minimo di attenzione si può non sbagliare mai.
Mi pare inutile dirvi che so che, ovviamente, c’è modo e modo di mandarla dall’altra parte. Ma solo una volta acquisita questa tecnica di base, procedere diventa semplice.
Mi è capitato di incontrare maestri che insegnavano il top spin ad atleti che nemmeno impugnavano la racchetta nel modo giusto, per non parlare della linea.
Tempo, sempre e solo il tempo ci frega.
Vogliamo adeguarli velocemente, quando se facessimo le cose pezzo per pezzo la preparazione sarebbe più degna di questo nome.
E tutta questa rapidità per quale capriccio? Risultati semplici ed immediati.
Bravissimi, nulla da dire se ci riuscite così, ma provate a giocare con quel vostro top spin dei Flinstones contro la numero cento al mondo, probabilmente ne uscirete alquanto depressi.
Meglio metterci un anno in più ed andare avanti, o metterci un anno in meno e fermarsi cento posizioni prima?
Ed alla fine se lavori come devi, non sei abbastanza precoce, e non ti si fila nessuno.
Quanta pazienza.
Leggi anche:
- None Found