da Port St. Lucie (Florida), Andrea Gabrielli
Port St. Lucie, ore 07.00. La mia alta suscettibilità nei confronti del jet lag tormenta il mio sonno, come ogni volta, impedendomi di restare tra le braccia di morfeo dopo le 6 del mattino. Ne approfitto per riorganizzare le idee, sistemare alcune cose (la mia camera è, come sempre, più ordinata di un museo) e per tenere i miei contatti di lavoro con l’Europa senza perdere un giorno.
La giornata di ieri è stata utile per chi era appena arrivato per familiarizzare con campi nuovi e vento che, qui in Florida, è pur sempre una componente importante del risultato finale, specie per chi, non abituato, rischia di perdere il bandolo della matassa del servizio in particolare e del proprio gioco in generale.
Che dire? Tutto sembra organizzato molto bene. Nulla da invidiare ai tornei pro. Si comincia oggi col primo turno. Vediamo cosa accade.
Dal mio punto di vista, dopo 9 buche a golf ho finto di lavorare facendo un giro tra i campi d’allenamento per vedere chi ancora non conoscevo, nuovi ragazzi e possibili nuovi “fenomeni”. Effettivamente di “fenomeni” qualcuno ce n’è. Sono comunque ragazzini e va bene così. E’ bello vederli vivere la loro età, senza stress, paturnie e complessi da super-star. Forse una delle cose belle di questo torneo è proprio questa: tutto è organizzato molto bene lasciando ai ragazzi lo spazio per esprimere la spensieratezza della loro età. Ci sono mille cose da fare, mille attività forse più tipiche di un villaggio turistico (dove poi in realtà siamo). Questo spirito mi piace e pensando al tour pro, a certi giocatori, a certi atteggiamenti……..