di Sara Montanelli
Maria Vittoria Viviani, classe 1999, è una delle migliori giocatrici under 18 della penisola.
Io la ricordo quando era under 12. Stava iniziando ad allenarsi nel mio circolo, era estate e mi avevano chiesto di farla palleggiare. “Pomeriggio ti va di giocare con una bambina?” Bambina sì, ma non sbagliava una palla. Era lei che allenava me.
Mi sono subito affezionata alla sua grinta, alla sua voglia di arrivare. L’ho seguita per qualche torneo, tra cui la semifinale all’eta di Crema, una di quelle partite che ti spiegano che questo sport è maledetto ma che ti servono da lezione più di ogni altra ora di allenamento.
Poi ha preso altre strade e l’ho persa di vista ma ho continuato a seguire i suoi risultati anche grazie alla mamma, la sua tifosa numero uno.
E questi risultati piano piano arrivavano. Magari perdeva, ma dimostrava. Dimostrava di essere all’altezza, di essere lì, tra quelle che “questa può diventare forte”.
Ho risentito la sua voce dopo tempo, è cresciuta…
Hai appena disputato degli ottimi tornei in Sud America. Hai raggiunto anche una finale. Come ti senti ora?
Fisicamente sono un po’ stanca, ho giocato diciotto match però mentalmente sto bene. Quest’esperienza mi ha dato molta fiducia. Sono contenta di essere tornata a casa con dei buoni risultati.
Hai fatto questo viaggio con la Federazione e tutte le migliori giocatrici tue coetanee. Come ti sei trovata?
Mi sono trovata benissimo sia con Antonella Serra Zanetti che con il preparato atletico Mauro Atencio.
Federica Bilardo, Rosanna Maffei e Tatiana Pieri le conosco da una vita, ci siamo divertite tantissimo.
La situazione là era un po’ stancante, abbiamo preso tanti aerei, siamo stati in Costa Rica, Venezuela, Colombia ed Ecuador. Ci sono stati problemi logistici: in Venezuela ho fatto quarti e ho rischiato di non giocare il torneo in Colombia perché partivo dalle quali, ma alla fine sono arrivata in finale. I voli non c’erano, ho dovuto viaggiare da sola perché una ragazza era già andata via con il preparatore atletico, mentre le altre due erano andate avanti in doppio e Antonella è rimasta con loro. Mi sono aggregata a degli argentini e sono arrivata all’ 1.30 in Colombia. Alle 9.00 ero in campo a giocare il primo turno di quali.
Avevamo inizialmente valutato di non farlo proprio perché la situazione era critica. Però alla fine è andato tutto bene. Sono arrivata in finale.
È stata un’esperienza che mi ha aiutato molto.
Quest’anno è andato tutto molto bene: due semifinali nei Campionati Italiani (u16 e di seconda categoria), Campionessa Italiana u16 in doppio con Federica Bilardo. Cos’è cambiato in te?
Sì è andato tutto bene nell’ultimo periodo. Nel mese di luglio ho fatto quattro tornei, quattro primi turni. Da quel momento ho capito che dovevo reagire, non mi sono demoralizzata, ma ho iniziato a lavorare di più. Volevo fare bene a tutti i costi. Il problema non è mai stato tennistico, io sapevo di avere i mezzi, era una questione mentale.
È ormai da quasi due anni che sei lontana da casa, a 15 anni hai scelto di seguire Giorgio Galimberti alla San Marino Tennis Academy. Come ti trovi?
Mi trovo benissimo con tutti; maestri, preparatori e ragazzi con cui mi alleno. All’inizio non è stato facile perché prima mi ero sempre allenata vicino a casa, però non ho mai avuto grandi problemi perché quando riesco torno sempre a casa, a Lodi.
Grazie a questa scelta sono cresciuta tantissimo, sono molto più responsabile e mi gestisco da sola.
Chi sono i tuoi giocatori preferiti e perché?
Per quanto riguarda il femminile, Victoria Azarenka, da sempre. È sempre aggressiva, è il gioco che piace a me.
Per quanto riguarda il maschile, in passato ti avrei detto Rafael Nadal perché non molla mai e in quello mi ritrovo, però per il tipo di gioco ora Novak Djokovic è il mio preferito.
Quali sono i tuoi programmi per le prossime settimane?
Adesso mi alleno un mese perché sono stata fuori tanto e riprendo con i tornei il 7 marzo. Andrò a Umago, in seguito farò Firenze, un paio di tornei in Francia e tutti quelli in Italia.
Lavori duramente tutti i giorni per raggiungere un obiettivo. Quale?
L’obiettivo è sempre stato giocare gli Slam, a livello junior per ora. La classifica per giocare le qualificazioni c’è, a maggio infatti andrò al Roland Garros.
Pensando al livello Wta, vorrei iniziare a prendere qualche punto. Quest’anno giocherò qualche $10.000, anche quelli in Sardegna.
Però per ora la priorità sono gli Slam. Mi sento pronta per fare questo passo.
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