Lorenzo Musetti è un tennista di soli quindici anni, ma tanti occhi di esperti, non solo nazionali, sono puntati su di lui, perché tutti quelli che lo hanno visto giocare sono assolutamente concordi nel dire che ha un talento naturale e cristallino che potrebbe portarlo molto lontano.
Dopo aver vinto tutto quello che c’era da vincere sia a livello individuale, che con la maglia della nazionale, a livello di under 12 e under 14, Lorenzo ha saltato completamente gli under 16 (a parte la parentesi con la nazionale per disputare onorevolmente Winter Cup e Summer Cup) e, nelle sue apparizioni nel circuito ITF Junior under 18, ha una percentuale di match vinti straordinaria. In un anno o poco più di under 18, Lorenzo ha ottenuto 37 vittorie e 15 sconfitte, se consideriamo anche i doppi. 61 vittorie e 25 sconfitte.
Ha vinto due tornei di grado 5, che gli sono serviti per accumulare un po’ di punti per scalare la classifica e poi si è subito confrontato con i più bravi under 18 al mondo, nei tornei di più alto livello, ottenendo subito risultati lusinghieri, tanto che dalla posizione numero 738 del ranking di fine 2016, ora è già arrivato alla posizione numero 90 ed è in continua e costante ascesa.
Tra pochi giorni farà il suo debutto nelle prove del Grande Slam Junior, agli Us Open, e sarà il più giovane, non solamente tra gli italiani presenti, ma dell’intero lotto di partecipanti, a meno di qualche wild card assegnata a giovanissimi statunitensi.
Lo raggiungiamo telefonicamente, mentre sta disputando in Canada un torneo di grado 1, in preparazione agli Us Open, e dove sta, come sempre, comportandosi molto bene. Ha superato i primi due turni, vincendo prima nettamente con un cipriota e poi superando il forte argentino Grassi Mazzuchi, numero 23 del ranking junior.
Lorenzo, come stai vivendo l’attesa per il tuo primo Slam?
“Sto vivendo questi momenti in modo molto tranquillo e sereno. Sono molto soddisfatto di esserci arrivato. Ho la consapevolezza di poter giocare senza grandi pressioni perché comunque sono il più piccolo del gruppo, sarà una grande occasione per vedere da vicino i grandi campioni del tennis mondiale e di confrontarmi con i più bravi della mia categoria. Avrà tanto da imparare qualsiasi sarà il mio risultato”.
Ti piacerebbe poterti magari allenare o fare qualche scambio con uno dei grandi professionisti che partecipano allo Slam senior?
“Io ho già vissuto una situazione del genere, quando, al torneo di Montecarlo, ho fatto da sparring a diversi professionisti, è stata un’esperienza e un’emozione straordinaria, che fra l’altro mi ha dato una grande carica per la settimana successiva in cui ho fatto la finale a Salsomaggiore nel G2. Qua sarà un’emozione ancora diversa e forse più grande perché avremo la possibilità di vivere a contatto tutto il giorno con i grandi campioni, con tutti i miei idoli e sarà fantastico.”
Ti aspettavi di riuscire in questa impresa di entrare nello Slam Junior a soli quindici anni?
“No, sinceramente non me lo sarei mai aspettato almeno fino a qualche mese fa. Il mio obiettivo per questo 2017 era di fare risultati in tornei di livello sempre più alto per migliorare il mio ranking per arrivare a ridosso dei primi cento per la fine dell’anno, in modo da poter entrare agli Australian Open del 2018. Ci sono arrivato con sei mesi di anticipo e sono molto molto soddisfatto per esserci riuscito.”
Indipendentemente da come andranno gli Us Open e i tornei restanti della stagione in corso, il prossimo anno, con l’uscita dal ranking dei nati nel 1999, ti ritroverai sicuramente almeno tra i primi trenta al mondo. Immagino che l’obiettivo sarà entrare rapidamente in top ten…
“Intanto sarà importante avere la classifica per entrare in tutti gli Slam, poi il primo obiettivo sarà quello di confermare i punti in uscita, e poi naturalmente proverò a vincere più partite possibili per scalare la classifica, ma non sarà facile, ci sono tanti tennisti bravi e altri giovani arriveranno. Io farò del mio meglio, cercando sempre di migliorarmi, e poi vedremo quali sarò la mia classifica il prossimo anno. Per ora non ci voglio ancora pensare.”
In molti hanno grandi aspettative su di te, senti un po’ di pressione per questo oppure non ci fai caso?
“Quando gioco non penso alle aspettative di chi mi guarda o di chi guarderà i miei risultati. Mi fa piacere sapere che in molti parlano bene di me, ma non sento assolutamente nessuna pressione esterna per arrivare a certi risultati. Sono ancora giovane e c’è tutto il tempo per migliorare, ci saranno sconfitte, alcune magari brucianti, ci saranno belle vittorie, in alcuni momenti verrò esaltato dall’esterno, in altri magari diranno che sono un giocatore finito, prima ancora di iniziare la vera carriera, non credo che ci si debba fare troppo caso. Bisogna lavorare duramente assieme al mio allenatore e a chi mi segue e poi, piano piano, i risultati arriveranno.”
Parliamo del tuo gioco. Sei un tennista completo, ma c’è un colpo in cui sei consapevole di dover migliorare ancora molto?
“Nell’ultimo anno ho migliorato moltissimo il rovescio, che era un po’ il mio punto debole. Adesso credo di dover lavorare molto sul servizio. Sulla terra il mio servizio può anche essere accettabile, perché lo lavoro molto con il kick, ma sul veloce, nel tennis maschile è determinante. Devo riuscire a fare più ace nelle partite. Riuscire a mettere un servizio vincente in ogni gioco, vuol dire parecchio, un punto in più dell’avversario senza scambiare conta molto. Attualmente i più bravi junior fanno la differenza proprio con il servizio. Ad esempio Geller che è alto 190 centimetri e peserà 90 chili, riesce a servire a 200 Km/h e quando gli funziona il servizio, sul veloce diventa quasi ingiocabile.”
Ti consideri un attaccante?
“Sì, io preferisco condurre il gioco e cercare di chiudere il punto con un vincente piuttosto che aspettare l’errore dell’avversario. Il mio gioco è sempre offensivo anche perché non sono molto bravo in fase difensiva. Quando sono costretto a difendere è perché il mio avversario è più forte, oppure perché sono troppo stanco e in tutti i casi vuol dire che non sto giocando come dovrei.”
Parliamo di questa esperienza nordamericana che stai vivendo in questi giorni in preparazione agli Us Open. Due tornei di grado 1, di buon livello, che ti stanno dando delle soddisfazioni…
“Nel primo torneo di Washington non ho giocato benissimo, perché eravamo appena arrivati, dovevo smaltire la differenza di fuso orario e poi abituarmi a giocare sul duro, visto che venivo da tutta la stagione fatta sulla terra rossa. La forma è arrivata giorno dopo giorno, tanto che in doppio ho disputato ottime partite arrivando fino in semifinale. Qua in Canada sto giocando molto bene, con Grassi Mazzuchi, che è un ottimo tennista potevo anche chiuderla in due set, ma, comunque anche dopo aver perso il secondo non mi sono disunito e ho vinto bene al terzo. A me piace molto giocare sul cemento, speriamo di fare bene anche a New York.”
In questi due tornei hai giocato il doppio con Woodall, sarà il tuo compagno anche agli Us Open oppure no?
“No, non credo, perché lui è solo un alternate, non penso che riuscirà a entrare. Io giocherò sicuramente in doppio, perché mi piace molto giocare in coppia anche se a volte è molto dispendioso di energie, ma non so ancora chi sarà il mio compagno, forse l’argentino Tirante, ma potrebbero anche esserci dei cambiamenti.”
Chiudo l’intervista chiedendoti il tuo favorito per il torneo Junior e anche per il torneo dei professionisti.
“Domanda molto difficile. Tra i junior non penso che ci sia un super favorito, saranno in tanti a lottare. Se proprio devo fare un nome, direi Axel Geller, anche se ieri ha perso qua a Montreal, ma forse voleva solo riposarsi in vista degli Us Open. Tra i pro forse i favoriti sono i vincitori di Wimbledon, Federer e la Muguruza.”
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