Roma, 28 dicembre 2016 – Il Lemon Bowl 2017 prosegue la propria marcia con la seconda giornata dedicata al tabellone cadetto, che terminerà il 1 gennaio. Vi è grande attesa per il main draw, in scena dal 2 al 6 gennaio, che vedrà impegnati i 32 classe 2004 e 2005 più forti d’Italia all’inseguimento della coppa ricolma di limoni. Domani si continuerà a giocare con 136 match di qualificazione, in campo a partite dalle ore 9.
Antiche emozioni al Lemon Bowl. “Ho disputato questo torneo molte volte, raggiungendo un anno anche i quarti di finale – racconta Alessandro D’Itri, istruttore di II grado dell’Excel Sporting Club di Roma – e rimettere piede al New Penta 2000, dopo anni, è stato un colpo al cuore”. È dello stesso avviso anche Adriana Lavoretti, classe 1995 e istruttrice di II grado. “Ricordo un match incredibile vinto contro Camilla Rosatello – spiega la ventunenne del Tennis Club Parioli, ex promessa nazionale fermata da tanti infortuni –, una bella semifinale persa con la Babic nell’under 14, tante emozioni e un grande freddo”.
Livello medio in forte crescita. Il livello medio della manifestazione capitolina, già dai primi giorni di ‘quali’, è parso molto interessante. Ma quali sono, nei ragazzi più giovani, le qualità che lasciano presagire un futuro roseo? “Ai miei occhi spiccano i bambini in grado di variare – spiega ancora la Lavoretti – e che sanno salvarsi in situazioni di difficoltà sapendo fare un po’ tutto”. “Il livello dei più piccoli è già molto interessante – racconta Giovanni Galuppo, istruttore del Tennis Club Sinalunga e già al seguito negli anni di professionisti come Luca Vanni – e hanno un repertorio molto interessante. Il nostro circolo ha portato al Lemon Bowl solamente tre ragazzi, ma recentemente ha iniziato a investire molto nel settore giovanile, sperando così di tirar su qualche buon giocatore. La cosa più difficile? Far capire ai genitori le fasi di crescita tennistica dei ragazzi”.
“Il tennis deve salvaguardare l’aspetto ludico”. Alessandro Galli, maestro nazionale del circolo Junior Palocco di Roma, è duro e deciso nell’analizzare il tennis giovanile in Italia. “Il livello medio si è alzato tantissimo – spiega – e tutti giocano ormai molto bene. Ma attenzione a non esagerare: un ragazzino di 9-10 anni non può e non deve giocare 4 ore al giorno, la programmazione non deve essere un ‘problema’, anzi, bisogna diffidare dai maestri che fanno disputare 100 partite di torneo all’anno ai propri allievi. E bisogna far passare questo concetto a tutti i genitori… Parlando dei più piccoli, la crescita deve avvenire senza mai dimenticare l’aspetto ludico di questo sport. Bisogna costruire un ragazzo tecnicamente, senza lacune, prima di farlo giocare 50 tornei a stagione. A scuola si insegnano prima le addizioni o la Divina Commedia? Nel tennis italiano il rischio è che si voglia passare troppo presto a Dante, senza consolidare le basi”.
Tutte le informazioni, le foto e i commenti delle passate edizioni del torneo sono disponibili sul sito web ufficiale: www.lemonbowl.it