Come ogni anno, al termine della manifestazione, assegniamo gli Oscar del Lemon Bowl Babolat. L’edizione 2013 è stata di livello molto alto soprattutto nelle categorie “basse” come under 8, 10 e 12. E’ giusto sottolineare che, in particolar modo nei primi giorni, la mole di incontri (più di 350 per una singola giornata divisi in 5 circoli) è stata enorme e non abbiamo potuto visionare tutti i ragazzi; non si offendano dunque i ragazzi (o i genitori) di chi avrebbe potuto essere in lista. Detto ciò, tra i tantissimi visionati, queste sono le nostre scelte. Le vostre?
Il Diritto. Per il miglior diritto del torneo siamo costretti ad assegnare due oscar ex aequo. Il primo è quello, devastante, di Daniele Iamunno, 15enne campano del TC Napoli, vincitore dell’under 16 con un anno di anticipo, un autentico Andreev del Vesuvio (il fondamentale ricorda molto quello del tennista russo, con una impugnatura piuttosto esasperata con la quale riesce però ad imprimere una potenza notevole). Qualche purista storcerà il naso, non stiamo parlando di gesti bianchi, ma di una brutale mazzata con presa full western. Però il colpo è portato in modo così naturale, così continuo, così convinto, che, per una volta, lasciamo perdere i dogmi della biomeccanica. Daniele è uno di quelli che quando va in campo è convinto, a forza di botte di diritto, di poter tirare giù un muro. Il secondo diritto lo abbiamo ammirato durante il torneo under 12 femminile ed è quello della finalista Linda Cagnazzo. La giovanissima pugliese, classe 2001, ha messo in mostra un colpo naturale bellissimo, che le porta in dote un gran numero di punti a partita. Anche in questo caso la presa è un po’ estrema e quando non piega a dovere le gambe (o quando è un po’ tesa e il braccio rallenta) arrivano errori in serie. Ma è un fondamentale che potrà portare lontana questa ragazza dall’indubbio talento. Da citare anche il diritto di Luca Nardi da Pesaro, campione dell’under 10, potente preciso e decisamente vario.
Il miglio rovescio (bimane). E’ quello di Matilde Paoletti, che al Lemon Bowl quest’anno ha messo a segno il suo personalissimo poker (vittoria nel 2010 e 2011 nell’under 8 e nel 2012 e 2013 nell’under 10). Tennista dal senso geometrico eccezionale, ha nel rovescio il colpo più pulito e penetrante. Nota di merito anche per Emilia Occhipinti, vincitrice del torneo femminile under 16, che può contare su di un rovescio bimane potente ed esteticamente molto bello.
Il miglior rovescio (a una mano). E’ il gesto più caro agli esteti, quello che da sempre ruba l’occhio dello spettatore. Lorenzo Musetti da Carrara, tesserato per il CT Spezia, semifinalista under 12, anche lui, come Trione, con un anno di anticipo, ne è stato probabilmente il migliore interprete. Ci fa tutto, col rovescio: top spin in manovra, colpo piatto nelle accelerazioni e nei passanti in corsa, variazioni in back, palle corte a ripetizione, lob millimetrici. Uno spettacolo. Il rischio è di diventare troppo leziosi e di perdere, a tratti, il filo conduttore del match. Ma è dal talento che si costruisce una grande organizzazione di gioco. Da ricordare anche il rovescio di Andrea Fiorentini, classe 2001, finalista nel torneo under 12 maschile
Il Servizio. Non mettetevi a ridere, ma il miglior servizio visto al Lemon Bowl è quello di Andrea Meduri, vincitore dell’under 8 (!) maschile e ultimo prodotto di quella autentica fucina di talenti che è il CT Porto San Giorgio. I suoi aces tirati con le palle mid sul campo di dimensioni ridotte sono un perfetto spot per testimoniare la bontà del progetto “Tennis 10’s”, la campagna con cui l’ITF promuove l’utilizzo di campi, palle e racchette a misura di bambino. Il maestro Antonio Di Paolo (lo stesso che ha cresciuto Quinzi) allena giornalmente il servizio di Meduri, rigorosamente all’inizio della sessione (e non alla fine come accade troppo spesso).
La Tattica. Lo stratega del torneo è Riccardo Trione da Bari, scuola Angiulli, semifinalista nell’under 12. Un ragazzino dal repertorio tecnico completo, che sa fare di tutto e che, soprattutto, fa sempre la scelta giusta al momento giusto. Buona visione di gioco, schemi razionali, intelligente uso della palla corta, ottimo senso geometrico, gli hanno consentito di resistere a lungo al forcing del finalista Andrea Fiorentini, più grande di lui di un anno, che ovviamente lo sovrastava per potenza.
La voleè. Pare sia un colpo fuori moda, che non si insegna neanche più. Ma non ditelo a Michele Vianello, spavaldo romagnolo vincitore dell’under 12 maschile. Tra tutti i 1827 iscritti, è suo il maggior numero di discese a rete, spesso addirittura dietro al servizio. E una volta arrivato lì, nei pressi della rete, il ragazzino è davvero temibile: le sue doti acrobatiche (grande fisico!), l’ottima coordinazione e l’eccellente tecnica di esecuzione hanno strappato l’ammirazione di tutti gli osservatori.
La purezza tecnica. Ci siamo lambiccati il cervello per mezz’ora, ma un difetto tecnico, anche minimo, non glielo abbiamo trovato. “Guarda questo: è perfetto” Si davano di gomito, indicandoselo l’un l’altro, i maestri presenti. Stiamo parlando di Daniele Minighini, classe 2004, dello Sporting Club Eur, sconfitto al secondo turno dell’under 10, ma solo perché il bravo pariolino Castellano è, per ora, troppo più potente di lui. Una tecnica perfetta in tutti i particolari, grande sensibilità, spiccata intelligenza tennistica. Nato con la racchetta in mano, per la gioia del papà, maestro nazionale.
La grinta. E’ una ragazzina timida e ben educata. Ma non lasciatevi ingannare, in campo diventa una piccola belva, disposta a tutto pur di non mollare la partita. Stiamo parlando di Camilla Rizza, da Porto San Giorgio, vincitrice dell’under 14 femminile. Né il campo veloce, né le avversarie, sono riuscite a scalfire la sua rocciosa, solidissima fortezza. Camilla quando i punti scottano sa soffrire come poche, difende l’incredibile. La tecnica è certamente migliorabile, ma una presenza agonistica così importante è davvero rara. In futuro dovrà migliorare però la fase offensiva, oggi deficitaria. Da citare anche Giorgia Di Muzio, vincitrice del torneo under 12 femminile, che in più di una circostanza (in particolare durante la finalissima contro Linda Cagnazzo) ha messo in mostra doti da combattente non indifferenti.
La Forza Mentale. E’ stato certamente sorprendente Nicolò Tresoldi (nella foto a sinistra), classe 2004 e figlio dell’ex calciatore Emanuele Tresoldi, piccolo tennista dai colpi precisi e potenti, mentalmente un vero e proprio “mostro”. Set point annulati, palla break annullate da giocatore navigato, errori ridotti all’osso nei momenti decisivi, sguardo penetrante dal quale, però, non traspare mai la paura.
La Sorpresa. Sono molti i giovani tennisti in lizza per l’Oscar di maggiore sorpresa del torneo e non si offendano i tanti bravissimi ragazzi che tanto bene (a sorpresa) hanno fatto al Lemon Bowl 2013. Il premio va al piccolo sardo Niccolò Pia, classe 2002 (primo anno under 12) non classificato che è partito dal primo turno di qualificazioni raggiungendo, dopo 8 vittorie consecutive, il secondo turno del main draw. Tennis bello da vedere, grande grinta, una bellissima sorpresa.
L’Eminenza Grigia. Un solo dato. Su 40 semifinalisti, ben 9 vengono da una sola regione: le Marche, il nuovo Eldorado del tennis giovanile italiano. Il segreto? Tra i tanti, ne citiamo uno. Si muove dietro le quinte, con il suo incessante lavorìo, la sua passione, la sua competenza. Si chiama Emiliano Guzzo, ed è il bravissimo Presidente del Comitato Regionale della Federazione. Fateci due chiacchiere, e sarete anche voi travolti dal suo entusiasmo.
Leggi anche:
- None Found