di Salvatore Greco (con la collaborazione di Daniele Sforza)
Non c’è discussione che tenga né opinioni che valgano più di tanto, nell’area che copre migliaia di chilometri tra Trieste e Vladivostok il tennis ormai da tempo dice la sua in maniera consistente e se la piccola Repubblica Ceca porta alla luce giocatori (ma soprattutto giocatrici) di sicuro talento con una continuità che ha dell’impressionante, anche altre nazioni con meno tradizione e strutture sicuramente non all’altezza di quelle boeme iniziano a portare alla ribalta atleti e atlete interessanti.
È sicuramente il caso della Bielorussia il cui movimento tennistico femminile trascinato dai brillanti successi di Viktoria Azarenka e dalla più che onesta carriera di Olga Govortsova sta portando avanti giovani interessanti che si sono messe in mostra di recente anche in Italia a Trani alla European Summer Cup dove il nostro Daniele Sforza ha intercettato la più brillante del gruppo, la sedicenne Vera Lapko.
Ai più attenti osservatori del circuito ITF di sicuro il nome della Lapko non suonerà nuovo, forte com’è la giovane bielorussa del suo primo titolo da professionista conquistato nel torneo da 10.000 $ di montepremi sul cemento di Sharm El Sheikh nel marzo di quest’anno. Un torneo che oggettivamente non l’ha vista affrontare avversarie di grandissimo calibro, fatta eccezione per la finale contro un’altra strepitosa promessa come la ceca Markieta Vondrousova, ma che resta un risultato di tutto rispetto per una ragazza di appena sedici anni che guarda già avanti con fiducia e concentrazione.
“Penso di completare il mio periodo da juniores quest’anno, con gli US Open, però nel caso in cui il prossimo anno decidessero di darmi una wild card per un torneo del Grand Slam junior probabilmente la accetterei senza pensarci un istante. È sempre importante giocare i tornei under-18, ti servono per giocare meglio in quelli professionistici” ha dichiarato ai nostri ‘microfoni’ e d’altro canto la scelta paventata dalla Lapko di passare presto al professionismo tenendo qualche torneo junior come materasso di sicurezza è sempre più diffusa tra le giovani leve di più spiccata qualità. Inoltre con gli Slam juniores Vera Lapko ha qualche conto in sospeso soprattutto dopo la semifinale conquistata a Wimbledon di quest’anno e persa in modo tragico dopo aver gettato al vento cinque set point al servizio quando era avanti 5-2 nel secondo set contro la russa Anna Blinkova. Di quella partita Vera parla ancora con rammarico ma anche con una certa maturità:
“Ovviamente ho tantissimi rimpianti per quel match, ma allo stesso modo penso che tutto accada per una ragione: devo imparare dai miei errori. Inoltre dopo il match non mi sono abbattuta e lo dimostra anche il fatto che poi sono riuscita a raggiungere la finale in doppio (in coppia con la slovacca campionessa degli Australian Open Tereza Mihalikova e persa dalla coppia ungherese Galfi-Stollar n.d.r.)”.
Sul piano tecnico il gioco della Lapko è di impostazione piuttosto moderna, molto solida nei fondamentali da fondo e dotata anche di una discreta mano a rete quando si rende necessario. Manca di qualcosa nei colpi di apertura, soprattutto il servizio che resta un po’ debole nonostante l’altezza considerevole della ragazza. In generale perché spicchi davvero anche rispetto ad altre talentuose coetanee come la succitata ceca Markieta Vondrousova, sembrerebbe ancora mancarle un colpo che faccia davvero la differenza e la sollevi da un gioco efficace ma senza acuti.
Di certo su tutti questi fattori tecnici e mentali Vera Lapko potrà lavorare con pazienza dal momento che è ancora giovanissima e che può contare su uno sponsor di rilievo come la Banca bielorussa per lo sviluppo, cosa che – probabilmente per vincolo di contratto- la giovane di Minsk ripete senza stancarsi a ogni singola
intervista a cui si presta e che suscita qualche mugugno visto che una banca del genere dovrebbe in teoria avere altri obiettivi di investimento che non la crescita di una giovane e pur promettente tennista.
Al di là di discorsi impossibili da farsi senza avere in mano dati certi, quello che conta è che nel panorama delle giovani promesse del tennis femminile il nome di Vera Lapko merita più di qualche attenzione soprattutto visto che le ambizioni a breve termine della ragazza sono ben chiare:
“Il mio obiettivo è quello di vincere qualcosa. Direi gli US Open juniores, poi giocherò dei tornei pro’ quindi spero di vincere anche lì, magari per chiudere l’anno tra le prime 250-300 giocatrici al mondo”.
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