di Luca Brancher
E’ svedese, e non potrebbe essere altrimenti, la copertina del radar numero 23: Elias Ymer ha in effetti sorpreso tutti con la vittoria in un torneo di assoluto valore come lo è il challenger siciliano. Non è però l’unico giovane sotto la nostra egida ad aver vinto una competizione, dal momento che c’è da segnalare anche la vittoria della Kasatkina a Minsk, e tante altre belle prestazioni, a partire dalla Osaka, per non parlare dei tanti fuori radar messisi in luce. Siete pronti? Si parte!
MASCHILE
Elias Ymer – Boom! Il primo titolo challenger della promessa svedese arriva su un palcoscenico di tutto rispetto e contro avversari di grandissimo valore. Già a partire dalle prime battute si notava come Elias fosse particolarmente carico, e la splendida cornice del Trofeo CMC di Caltanissetta (106.000€ di montepremi) ne ha fatto da giusto sfondo. A cadere sotto i potenti colpi di Ymer è stata per prima la nutrita pattuglia argentina, a cominciare da Guido Andreozzi, superato per 7-6 6-4, per proseguire con l’esperto Maximo Gonzalez, che si è lasciato irretire dal giovane avversario in due tie break conclusi per 7-1 ed 8-6, ed infine Guido Pella, con cui Elias ha ingaggiato una battaglia punto su punto vinta per 7-5 al terzo. Una volta qualificatosi per la semifinale, Elias ha dovuto incrociare la raccheta col favorito del torneo, l’iberico Albert Ramos Vinolas, numero 63 della graduatoria mondiale, contro cui è uscito vincitore ancora una volta dopo una grandissima battaglia, ben definita dal punteggio di 11-9 con cui ha vinto il tie brek della prima frazione: subìto il ritorno dell’avversario nel secondo, perso per 6-3, Ymer è volato fino alla palla per il 5-1 nel terzo, quando ha vissuto un attimo di sbandamento che ha permesso a Ramos di rientrare sul 4-4. Qui, però, la maggiore freschezza dello svedese è venuta nuovamente fuori, con l’allungo per il 6-4 finale. Il grande momento di Elias è emerso anche in finale, dove ha passeggiato contro lo statunitense Fratangelo, che non ha mai tolto il servizio all’avversario ed è stato sconfitto col netto punteggio di 6-3 6-2. Primo titolo challenger per Elias e scalata al ranking che continua.
Hyeon Chung – Deve ancora assorbire il fuso orario, probabilmente, il giovane koreano, che al via nelle qualificazioni del torneo di ‘s-Hertogenbosch si è fatto superare dal tennista statunitense Nicholas Monroe, ormai dedito quasi esclusivamente al doppio, che è venuto a capo, per 7-6 6-4, di due set piuttosto sottotono da parte del nostro, che deve assolutamente recuperare la forma perduta.
Andrej Rublëv – Prima semifinale challenger per Andrej nella sua Mosca (50.000$), dove ha dapprima superato il finalista a sorpresa di Prostejov, Laslo Djere (6-1 7-6), poi per 6-3 3-6 6-4 l’argentino Renzo Olivo – che ha manifestato tutto il suo disappunto per il presunto cattivo comportamento di Rublëv in campo con una lettera pubblica – ed infine il più esperto connazionale Evgeny Donskoy per 6-4 6-7 6-4. In semifinale, però, il moscovita ha pagato dazio contro il moldavo Radu Albot, nonostante un secondo set vinto al tie break per 8-6 che sembrava aver girato la contesa in suo favore. E’ però solo questione di tempo per il primo titolo.
Kamil Majchrzak – Termina dopo una bella qualificazione il challenger di Praga (42.500 €) per il tennista polacco, che non ha dato seguito al buon primo set vinto (6-3) contro il francese Tristan Lamasine, finendo poi sconfitto per 6-0 6-3 nei restanti parziali. Si diceva della qualificazione di Kamil, in cui ha regolato anche l’ex numero 1 juniores, in crisi d’identità a dire il vero, Filip Peliwo (per 6-0 al terzo) e il francese Axel Michon (6-3 7-5).
Christian Garin – Due tie break sono fatali al cileno nell’incontro di primo turno, a Caltanissetta, contro Bjorn Fratangelo, conclusisi col punteggio di 8-6 e 7-4 in favore dello statunitense. Altra sconfitta prematura per Cristian, ma dato il prosieguo del torneo da parte del suo avversario, non è di certo una battuta d’arresto come questa a dover allarmare i suoi tifosi.
Frances Tiafoe – Prosegue il tour sulla terra rossa europea Frances Tiafoe, che non riesce evidentemente a sprigionare lo stesso potenziale espresso su quella verde americana, se è vero che, nel challenger di Praga, ha fallito la qualificazione: dopo aver battuto due tennisti cechi, Michal Konecny (3-6 6-1 6-4) e Robin Stanek (7-6 7-5), un altro giocatore locale ha sancito l’immediata uscita di Frances dal torneo, ovvero Marek Michalicka, che l’ha sconfitto per 6-2 6-4.
Gianluiqi Quinzi – Così come a Napoli è Marco Cecchinato ad estromettere il marchigiano dal torneo di Caltanissetta, qui però solo a livello di secondo turno. Gianluigi aveva vinto un bell’incontro di primo turno, per 6-4 3-6 6-3, contro il dominicano, in crescita, Jose Hernandez-Fernandez, ma non ha potuto molto contro il siciliano, che lo ha battuto con il punteggio di 6-4 6-3.
FEMMINILE
Jelena Ostapenko – La campagna su erba della lettone è cominciata dalla cittadina olandese di ‘s-Hertogenbosch (WTA International), dove era iscritta, col novero della settima testa di serie, nelle qualificazioni: qui ha sconfitto nettamente la statunitense Catlin Whoriskey (6-0 6-2) e più a fatica la belga Ysaline Bonaventure (6-4 4-6 6-2), ma ha fallito l’approdo al main draw per opera della statunitense Jessica Pegula, uscita vincitrice in rimonta nel turno decisivo per 4-6 7-5 6-4.
Darija Kasatkina – Terzo titolo da 25.000$ in stagione per la russa di Togliatti, che dopo la Florida (Daytona Beach) e l’Italia (Caserta) conquista anche la capitale bielorussa di Minsk, garantendosi così, con l’aggiornamento delle classifiche del 22 giugno, di entrare per la prima volta in carriera tra le top-200 della graduatoria mondiale. Partita con le credenziali della sesta testa di serie, Darija si è regalata un primo turno piuttosto tranquillo contro la giovane promessa locale Iryna Shymanovich (6-3 6-0), ha vinto di carattere contro l’ucraina Elizaveta Ianchuk (7-5 6-3), è dovuta ricorrere ad un durissimo terzo set per avere ragione di un’altra bielorussa, Sviatlana Pirazhenska (6-3 4-6 7-5) ed è venuta a capo di un complicato primo parziale per superare la sorprendente qualificata Lidziya Marozava (7-6 6-1). In finale, così come nei turni precedenti, non si è trovata di fronte una tennista accreditata di alcuna testa di serie, bensì la qualificata ucraina Ganna Pozhnikhiraenko, contro la quale, nonostante un labile break iniziale, veniva graziata dal ritiro di quest’ultima dopo appena 7 giochi, quando Kasatkina conduceva 4-3 e servizio.
Anhelina Kalinina – L’erba di Surbiton (ITF da 50.000$) non aiuta l’ucraina, uscita all’esordio contro la russa Marta Sirotkina, brava a non demordere dopo il primo parziale perso e vincitrice per 4-6 6-3 6-4.
Oceane Dodin – Wild-card in tabellone a ‘s-Hertogenbosch per la transalpina di Lille, che per un gioco del destino è stata opposta ad un’altra tennista entrata in tabellone mediante invito, l’olandese Michaella Krajicek. Quest’ultima ha dimostrato di poter fare molto bene al servizio, tanto da chiudere l’incontro con 16 aces all’attivo, e l’incontro è stato molto legato ai turni di servizio, almeno fino al 6-5 della prima frazione, quando la Dodin, anche a causa dei primi due doppi falli dell’incontro, concedeva le prime palle break, che regalavano il set alla tennista di casa. Nella seconda partita emergeva come questo avvenimento avesse mutato irrimediabilmente gli equilibri, tanto che la Krajicek volava sul 5-2, perdeva nel gioco successivo per la prima volta la battuta, ma sfruttava un nuovo passaggio a vuoto dell’avversaria, quando era al servizio sul 4-5, per volare al secondo turno.
Naomi Osaka – Ritorno in campo dopo un mese molto positivo per la giapponese, che si erge fino alla finale dell’appuntamento su erba da 50.000$ di Surbiton. Brava soprattutto nel secondo turno, dove è riuscita a stravolgere l’inerzia di un incontro iniziato molto male con l’elvetica Xenia Knoll – 0-6 7-6 6-0 il particolare risultato – mentre al primo turno si era imposta di giustezza sulla qualificata brasiliana Luisa Stefani (doppio 6-4). Nei quarti ed in semifinale Naomi ha vissuto due partite praticamente in fotocopia, con un primo set vinto 6-4, un secondo sfuggito per 7-5 al tie break ed un terzo parziale vinto abbastanza comodamente, solo che il nome delle avversarie, Su-Wei Hsieh ed Anett Kontaveit, rende il tutto molto più esaltante. Peccato che in finale non sia stata in grado di mantenere il break di vantaggio conquistato ad inizio partita contro la russa Vitalia Diatchenko, che invece è rientrata nel parziale, vinto al tie break per 7-5, prima di dominare il successivo per 6-0. Come esordio sull’ erba però non c’è male.
Elizaveta Kulichkova – Non è un momento particolarmente fortunato per la siberiana, che non dà seguito alla quarta testa di serie di cui era stata accredita nelle qualificazioni di ‘s-Hertogenbosch, finendo sconfitta in un match durato più di due ore e mezza contro la nordamericana Maria Sanchez, vincitrice al fotofinish per 7-6(1) 4-6 7-6(5). Questa partita era valida per il secondo turno, mentre nel primo Elizaveta aveva sconfitto la giapponese Junri Namigata per 6-3 6-4.
Jill Teichmann – Battere in successione due tenniste esperte e forti come Mathilde Johansson e Maria Elena Camerin non è assolutamente impresa da poco, soprattutto se sei una giovane tennista che cerca di trovare il suo palcoscenico. Questo è quanto è accaduto alla tennista svizzera impegnata nel 25.000$ di Padova, dove ha prima sconfitto nettamente la giocatrice francese per 6-0 6-2 e poi di peso la veneta per 7-5 6-3 – recuperando da 0-3 nel secondo parziale. Sullo slancio, Jill ha sconfitto la slovacca Petra Uberalova, che si era imposta per 8-6 nel tie break del primo, prima di cedere di schianto fino al 6-1 5-1, quando una tremebonda Teichmann le ha concesso di rientrare fino al 6-4, qualificandosi così per la semifinale, dove poco ha potuto contro l’ungherese Reka-Luca Jani (3-6 3-6).
FUORI RADAR
Settimana che ha regalato gioie a tennisti già noti, ma anche piazzamenti d’onore inattesi per facce assolutamente nuove.
Maschile
Il migliore: per una volta questo spazio vogliamo consacrarlo ad un giovane ragazzo che ha saputo cogliere un titolo in una delle sue prime uscite. Si tratta del sudafricano Lloyd Harris (1997) che si è aggiudicato la competizione da 10.000$ di Maputo, in Mozambico, superando ben tre teste di serie, tra cui spicca la numero 1, il portoghese Frederico Ferreira Silva, unico del lotto a togliergli un set, ma comunque sconfitto col punteggio di 6-4 3-6 6-3. Per il resto, poco da segnalare, alcuni grattacapi li ha vissuti nel secondo turno contro Evan King, soprattutto in un secondo parziale spintosi al tie-break dopo il 6-3 del primo, mentre comode le altre imposizioni, da quella del primo turno contro la wild card Courtney Lock, 6-4 6-1 a quella su un altro statunitense, Evan Song (6-1 6-2). In finale, opposto a Jeremy Beale, australiano che lo aveva sconfitto solo 10 giorni prima, il ragazzo di Città del Capo ha studiato quattro giochi prima di piazzare una striscia di nove giochi consecutivi utile a fissare il punteggio sul 6-2 6-1. E per Lloyd era il tempo della festa.
Moscow Challenger, Russia – 50.000$ (terra, outdoor)
Si fermano al secondo turno le prove di due giovani russi presenti al via del challenger moscovita: curiosamente i due ragazzi che a breve vi nomineremo avevano superato il primo turno col medesimo punteggio, 6-4 4-6 6-3, ma se Daniil Medvedev (1996) si era sbarazzato di una wild card come lui, il connazionale e coetaneo Evgeny Tyurnev, Karen Khachanov (1996) si era imposto sul bielorusso Yaraslau Shyla. Simili anche i risultati del turno successivo, con Medvedev sconfitto dall’esperto iberico Daniel Munoz de La Nava, testa di serie numero 7, per 6-0 7-6(8) e Khachanov superato da Evgeny Donskoy col punteggio di 6-3 7-6(1).
Surbiton Challenger, Gran Bretagna – 42.500 (erba, outdoor)
Esordio a Surbiton sull’erba europea per Jared Donaldson (1996), che in vista delle qualificazioni di Wimbledon ha saggiato così il manto più classico che ci sia. Forte della settima testa di serie, il nativo del Rhode Island ha bagnato la sua prima volta con un successo ai danni del qualificato bulgaro Dimitar Kutrovsky (6-2 6-7 6-3), prima di venire sorpreso dall’australiano Matt Ebden (2-6 3-6), poi vincitore della manifestazione.
Bosnia F5 – 15.000 $ (terra, outdoor)
Ci ha preso gusto a viaggiare Deiton Baughman (1996), che corona in questo modo la tappa di Sarajevo col secondo titolo in carriera, dopo quello ottenuto in Florida lo scorso gennaio. Deiton ha mostrato ancora una volta una delle doti che già avevamo potuto notare in passato, ovvero il non demordere mai, soprattutto in semifinale dopo il 6-0 subito dalla prima testa di serie, Nils Langer, poi battuto per 6-2 7-5, ed anche nell’atto conclusivo, contro il croato Duje Kekez, che sembrava involato verso il titolo, dopo aver perso il primo parziale per 7-5, con un parziale di 8 giochi a 2, che gli permetteva di comandare di un break nel set conclusivo. Come detto Deiton ha tirato fuori gli artigli, recuperando lo svantaggio e piazzando il break decisivo al decimo gioco, che consacrava così il 6-4 conclusivo. Nei primi turni lo statunitense aveva passeggiato, cedendo due giochi al croato Josip Smoljan, quattro all’olandese Sander Arends e sei ad un altro croato, Nino Serdarusic.
Russia F3 – 10.000 $ (terra, outdoor)
Artem Dubrivnyy (1999) ottiene un risultato sorprendente a tutto tondo sulla terra battuta di Kazan, dove ha ricevuto la terza wild card della sua giovanissima carriera. Il sedicenne russo si è fatto strada non senza fatica tra le strette maglie dei suoi tanti connazionali, a partire da Vitaly Kozyukov (6-7 6-2 6-3), per proseguire con Alexander Bublik (5-7 6-2 6-3) e Alexander Perfilov (6-2 5-7 6-3), fino al capolinea, in semifinale, costituito dall’ucraino Vladyslav Manafov, prima testa di serie e poi vincitore della competizione, che gli ha lasciato la miseria di 5 giochi (6-4 6-1), non rovinando la bella settimana di quello che dovrebbe essere un tennista di cui risentiremo presto parlare.
USA F16B – 15.000 $ (cemento, outdoor)
Non riesce ancora a cogliere il primo titolo in carriera Ernesto Escobedo (1996), che impegnato sui campi della Università della Virginia, a Charlottesville, ha subito un doppio 6-4, in finale, per mano di Tennys Sandgren. Per il californiano, che era ottava testa di serie nel seeding, a poco sono servite le vittorie convincenti su Ryan Haviland (6-0 7-5) in semifinale, su Sanam Singh (6-4 6-4) nei quarti e su Michael Shabaz (7-6 6-1), e la rimonta nel turno inaugurale su Hunter Jeremy Nicholas, battuto col punteggio di 2-6 6-4 6-0.
Giappone F6 – 10.000 $ – (cemento outdoor)
Duck Hee Lee (1998) conquista a Kashiwa il suo terzo titolo stagione, il quinto in carriera, completando un percorso che evidenzia, ben più della seconda testa di serie, quanto ormai il ragazzo di Chungcheong sia “sprecato” a questi livelli. Due soli i giochi concessi al connazionale Ju-Hae Moon all’esordio (6-1 6-1), cinque quelli a Issei Okamura al turno successivo (6-1 6-4), quattro al qualificato Yusuke Takahashi (6-2 6-2), cinque al vincitore del precedente future giapponese Takashi Saito (6-2 6-3) e otto in finale all’esperto – all’anagrafe fa registrare ben 20 anni di più rispetto a Lee – Toshihide Matsui (6-4 6-4), per un totale di 10 set vinti su 10 e 24 giochi persi in questi parziali. Urge trovare al più presto banchi di prova più prestigiosi per valutarne le effettive qualità.
Serbia F1 – 10.000 $ (terra, outdoor)
Conferma il suo feeling con la terra battuta Dmitry Popko (1996), che si laurea campione, a tre settimana di distanza dal suo primo alloro, a Belgrado, mettendo in scena una prova di forza abbastanza evidente, dal momento che il kazako ha chiuso la competizione senza cedere alcun set e vincendo tutti gli incontri in maniera abbastanza inequivocabile. Nel turno inaugurale è stata la volta del serbo Goran Markovic, sconfitto per 6-0 6-2, poi del connazionale Bojan Zdravkovic, a cui è andata leggermente meglio – 6-1 6-2 – del francese Florent Diep, che lo ha almeno impegnato per un set – 7-5 6-2, del tedesco Nico Matic – che ha provato a resistere nel secondo set prima di arrendersi per 6-2 6-4 – e dello slovacco Adrian Partl in finale, che però non ha retto la forza di Dmitry, impostosi per 6-3 6-4. Chissà che il Kazakhstan non abbia trovato un giocatore forte e futuribile in casa.
Georgia F5 – 10.000 $ (terra, outdoor)
Sicuramente singolare quanto capitato al ceco Marek Rehacek (1996) a Pantiani, questa settimana: lui, che mai era stato capace di superare le qualificazioni di nessuno degli oltre dieci avvenimenti a cui aveva preso parte in carriera, è riuscito addirittura a continuare la sua avventura fino alla semifinale, persa seccamente contro il nostro Marco Bortolotti. Resta però il percorso quasi netto fino alla giornata di sabato, sotto i cui colpi, dopo l’azero Guliyev in qualificazione, sono caduti il georgiano Shota Meparidze (6-3 6-2), il canadese Kevin Kylar (medesimo punteggio) ed un altro locale, Giorgi Javakhishvili (6-3 4-6 6-3).
Italia F13 – 10.000 $ (terra, outdoor)
Johan Sebastien Tatlot (1996) sta cercando con insistenza il suo quarto titolo pro’ in Italia, ma tutti i suoi tentativi vengono respinti a pochi passi dall’epilogo sperato. Presente questa settimana a Bergamo, il parigino è stato prima graziato dal ritiro dello sfortunato tedesco Moritz Baumann, che conduceva nel primo turno per 7-6 4-3, poi ha rimontato il toscano Daniele Capecchi – 3-6 6-1 6-3 – ed infine ha sconfitto Davide Della Tommasina per 6-4 6-2, guadagnandosi una semifinale di prestigio contro il trapanese Gianluca Naso, che però ha avuto la meglio soprattutto nei momenti cruciali dell’incontro, con l’allungo sul 5-5 della prima frazione ed il tie break vinto a 0 nel set successivo.
Brasile F1 – 10.000 $ (terra, outdoor)
Inizia la stagione future brasiliana, ma senza grandissime novità: il migliore tra le nuove leve è stato Marcelo Zormann (1996), incapace di superare il gap generazionale contro Caio Zampieri, impostosi per 6-2 7-6. Si frantumano così le speranze di titoli ad Itajai del giovane di Lins, nonostante la bella vittoria al primo turno su Ricardo Hocevar – 7-6 6-7 6-2 – quella netta sul coetaneo Joao Menezes – 6-3 6-0 – e la sudata su Tiago Lopes – 6-3 6-7 7-5.
Femminile
La migliore
Anastasiya Komardina: prosegue la stagione positiva della russa classe 1997, che dopo il quarto di finale ottenuto la scorsa settimana nel 25.000$ di Andijan, migliora la sua prestazione in un torneo pari-grado uzbeko, a Namangan, conseguendo addirittura la finale, dove però ha pagato dazio contro la tennista locale Nigina Abduraimova. Molto buono l’impatto col torneo della moscovita, che perdeva soltanto 3 giochi nei due incontri di qualificazione, e passeggiava anche nei primi due turni del main draw, lasciando appena due giochi alla sudafricana Chanel Simmonds ed il doppio alla turca Basak Eraydin, entrambe rispedite a casa con un set a 0. Le difficoltà si presentavano tutte assieme nei quarti di finale, dove Anastasiya era costretta a rimontare un set di svantaggio alla giapponese, prima testa di serie, Hiroko Kuwata, sconfitta con un 4-6 7-5 6-3 che evidenzia tutte le pericolosità vissute: superato questo scoglio, Komardina dominava nuovamente la sua avversaria in semifinale, in questo caso la quarta giocatrice del torneo, la locale Sabina Sharipova (6-2 6-1), ma cadeva in finale, come detto, con la Abduraimova, che la regolava per 7-6 6-2 e le impediva così di aggiudicarsi il primo torneo da 25.000$, che sarebbe stato anche il terzo in generale nell’ultimo mese.
Kashiwa – 25.000 $ (cemento, outdoor)
Non si conclude negativamente l’appuntamento giapponese per Ching-Wen Hsu (1996), che ha onorato la sua terza testa di serie fino alla semifinale, dove si è arresa alla numero 1 del tabellone, Riko Sawayanagi, dopo aver vinto piuttosto semplicemente al primo turno, contro Sari Baba (6-2 6-4) e ai quarti, al cospetto di Akiko Omae (periodico 6-1), e soffrendo al secondo turno opposta ad un’altra nipponica, Yuka Higuchi, sconfitta col punteggio di 2-6 6-4 7-6.
Adana – 10.000 $ (terra, outdoor)
A soli 15 anni Berfu Cengiz (1999) continua a lasciar intendere che forse la Turchia, dopo tutte queste competizioni ospitate, potrà raccogliere i propri frutti: la giovane ha sì ceduto nettamente in semifinale al cospetto di Lenka Wienerova (numero 6 del tabellone), ma per raggiungere questo livello aveva quasi ripetuto l’impresa dello scorso febbraio, quando ad Antalya aveva colto una finale. Da sottolineare, quindi, i successi contro l’austriaca Anna Maria Heil (6-4 6-0), la tedesca Alina Wessel (6-7 6-0 6-4) e la britannica Mirabelle Njoze (6-2 4-6 6-2), in un’escalation in cui è stata accompagnata dalla francese Margot Yerolymos (1997), la quale a dire il vero aveva effettuato un percorso netto – cedendo 2 giochi a Tamari Chalaganidze, 3 a Melis Sezer e 4 ad Ayla Aksu, entrambe le ultime due giocatrici ben comportatesi settimana scorsa e favorite per la vittoria finale – fino alla semifinale in cui si è arresa all’esperienza di Lisa Sabino (3-6 1-6).
Anning – 10.000 $ (terra, outdoor)
Sfrutta la prima testa di serie per ottenere il suo primo titolo pro’ la cinese Gao Xinyu,(1997), che ha dominato la finale contro Zhao Di, numero 2 del seeding, per 6-0 6-4. Settimana sostanzialmente tranquilla per la 17enne asiatica che ha raggiunto la semifinale senza grandissima fatica, lasciando 5 giochi a DU Zhima, 4 a Chen Pei Hsuan e 6 all’indiana Sowjanya Bavisetti. Giunta al penultimo atto ha lasciato il primo set, perso al tie break, a You Xiaodi (1996), ma si è ripresa la scena vincendo per 6-3 6-4 i restanti: per quanto concerne la sconfitta in semifinale, la You, buon torneo arricchito dal doppio bagel rifilato nei quarti a Kang Jia-Qi ed alle facili imposizioni su Haruka Kaji (6-1 6-3) e Zhang Ying (periodico 6-4).
Antananarivo – 10.000 $ (terra, outdoor)
Torneo in tono minore quello malgascio, per le ovvie difficoltà logistiche, con sole 23 atlete al via, ma con una trionfatrice da “radar”. Si tratta dell’ungherese Lilla Barzo (1996), partita da testa di serie numero 2 e brava ad evitare le insidie che le si sono frapposte nei turni finali, come la sudafricana Madrie Le Roux – unica a toglierle un set – e la statunitense Jaeda Daniel (1999). Quest’ultima era già stata brava a raggiungere la finale eliminando la testa di serie numero 1 al secondo turno, l’indiana Tatachar Venugopal e la numero 4 in semifinale, la tedesca Jasmin Jebawy (1996), che aveva così onorato la sua testa di serie, senza però sfruttare il corridoio che le si era aperto dopo la vittoria nei quarti di finale sulla francese Fiona Codino.
Banja Luka – 10.000 $ (terra, outdoor)
A 13 mesi di distanza torna al successo la slovena Tamara Zidansek (1997), che si è imposta sull’agguerrita concorrenza nonostante lo spavento finale. Tamara, dopo aver perso solo 15 giochi per raggiungere la finale, con in particolare lo scalpo della numero 1, la bulgara Viktoriya Tomova, uscita con soli 3 giochi all’attivo dopo un netto 6-2 6-1, ha dovuto annullare un match point alla serba Marina Kachar nell’atto conclusivo, quando quest’ultima si è trovata a servire per il match sul 5-3 del terzo parziale. Superato quel momento di smarrimento, Tamara si è involata verso il 7-5 conclusivo. Tra le vittime della furia Zidansek, anche la coetanea e connazionale Nina Potocnik (1997), pure lei molto tranquilla fino alla sua fuoriuscita, dal momento che ha ceduto soltanto 3 giochi al primo turno alla serba Katarina Adamovic, 5 alla quarta giocatrice del tabellone, la ceca Tereza Malikova, e 2 alla bosniaca Jasmina Tinjic.
Madrid – 10.000 $ (terra, indoor)
Terzo titolo, nella terza stagione differente per la spagnola di origine moldave Aliona Bolsova Zadoinov (1997), trionfatrice nella manifestazione castigliana di questa settimana. Per la giovane promessa iberica passeggiata fino ai quarti di finale, dopo aver liquidato in due frazioni Marta Huqi Gonzalez, Isabelle Wallace e Marta Sexmilo Pascual, prima della rimonta su Rocio De La Torre-Sanchez in semifinale (6-7 6-1 6-3) e la vittoria punto su punto nell’atto conclusivo contro la connazionale Lucia Cervera-Vazquez (7-5 3-6 6-4). Siamo certi che il conteggio di vittorie nel 2015 non si fermerà qui.
Manzanillo – 10.000 $ (cemento, outdoor)
La 18enne paraguayana Camila Giangreco Campiz (1996) non è stata capace di concretizzare, nella semifinale messicana, un vantaggio di un set contro l’italiana Gaia Sanesi, venendo sconfitta in rimonta con un doppio 6-4 che le ha precluso l’approdo in finale. Non sono da cancellare le tre vittorie, 7-5 6-3 a Yolande Leacock, 3-6 6-3 6-4 contro Camila Fuentes e soprattutto il doppio 6-1 all’ucraina Veronica Miroshnichenko, ma un pelo di delusione è legittimo ci sia.
Sharm El Sheikh – 10.000 $ (cemento, outdoor)
Sfuma in finale il sogno del primo titolo per Sara Tomic (1998), che vede infrangersi tutto al cospetto di Alice Matteucci, che l’ha sconfitta col punteggio di 6-4 6-2. Fino ad allora l’australiana aveva svolto alla grande il suo compito, eliminando per 6-0 6-3 in semifinale la seconda testa di serie Rishika Sunkara e vedendosi ritirare, nei quarti, la romena Cristina Adamescu sul 5-0 in suo favore. Primi due turni altrettanto semplici, contro la serba Lidziya Samardzic (6-1 6-1) e l’indiana Eetee Maheta (6-2 6-3).
Tel Aviv-Ramat Gan – 10.000$ (cemento, outdoor)
Prima semifinale in carriera, in casa, per l’israeliana Alona Pushkarevsky (1997), che senza troppe difficoltà si è inserita nel lotto delle semifinaliste, dopo non aver concesso alcun set alla connazionale Sean Lodzki (doppio 6-2), alla francese Amandine Cazeaux (6-2 7-6) e all’ucraina Veronika Stotyka (7-5 6-1) e prima di arrendersi alla numero 1 del seeding Deniz Khazaniuk (2-6 1-6). Il penultimo atto è stato conseguito anche dalla belga Helene Scholsen (1996), che, accreditata della settima testa di serie, ha ripetuto quanto già fatto nelle Azzorre due mesi prima, arrendendosi solo alla locale Ofri Lankri (2-6 4-6), dopo aver sofferto nei quarti al cospetto della quattordicenne svizzera Leonie Kung (6-2 5-7 7-6) e aver regolato in tranquillità Kristin Younes (6-2 6-4) e Anna Sokiran (6-3 6-4).
Leggi anche:
- None Found