Internazionali d’Italia Under 12 – Alessio Pinto
Se anche in una giornata di pioggia infame c’è una folla di spettatori che applaude un tennista ad ogni suo punto, o son tutti parenti, o in quel campo c’è un campione. Seconda ipotesi. Perché sui campi del Circolo Canottieri Roma, prima edizione degli Internazionali d’Italia BNL under 12, si aggira un fulmine che è una stella, che irradia il pubblico e acceca ogni avversario. Lui è Geoffrey Blancaneaux, parigino, nato nel 1998 e numero 1 di Francia under 12. Fratello minore di Maximilien, che ha 14 anni e gioca pure a livelli altissimi, numero 10 di Francia e tra i primi 100 d’Europa. Ma i due fratelli sono diversi. Nei gusti, negli idoli, nel modo di giocare. E forse anche nelle aspettative in loro riposte. Michel Blancaneaux, ex campione francese di canottaggio che segue costantemente entrambi i figli, da buon padre non vorrebbe far torto a uno dei due, ma non mente su quello che pensa: “Maximilien è uno dei 14enni migliori d’Europa, è molto solido, e mi dà tante soddisfazioni. Ma ad ogni suo match, io sono lì dietro il campo che soffro e lo incito. Con Geoffrey, invece, so quasi sempre come finisce…Lui mentalmente è straordinario, non ha un colpo migliore di altri ma sa sempre come fare il punto, non importa come. In campo è sempre rispettoso ma lotta a ogni quindici anche se sta dominando, gli piace fare lo ‘show’ coinvolgendo il pubblico, ama lottare nella tensione”. E infatti a vederlo giocare, non ci sono punti deboli. C’è solo un fisico ancora tutto da modellare, irrobustire. Ma sembra quasi non servirgli. Gli avversari li butta fuori dal campo in due colpi, i più bravi gli tengono per un po’ lo scambio, due metri dietro la riga. Palla corta inutile fargliela perché è una scheggia, a rete meglio non chiamarlo perché chiude volee e smash da tutte le posizioni. E infatti le sue partite non durano mai più di 45 minuti. Già decine di titoli juniores in tutta Europa, dall’Italia a Israele, e ultima grande soddisfazione, la vittoria del torneo di qualificazione che vale l’ingresso al Roland Garros under 12. Non a caso Geoffrey, che vive a Soisy sur Seine e si allena al Tennis Club Mennecy Essonne (30 km a sud di Parigi), è già ampiamente seguito dai vertici del tennis francese e non solo, visto che a soli 12 anni è già sponsorizzato da Asics e Wilson. E’ proprio questo, secondo suo padre, l’unico rischio che potrebbe minare un’apparente carriera da predestinato: “Geoffrey non sogna di diventare un grande tennista, lui sa che avverrà. Si allena in un centro isolato immerso in una foresta ed è ben seguito dai suoi allenatori. Ama questo sport, ogni giorno va in campo solo per giocare a tennis, non fa mai allenamenti specifici. Io gli insegno il rispetto per gli avversari, per le palle e il campo, e questo mi basta. Non so se l’anno prossimo lo manderò in Federazione (in Francia c’è l’obbligo di avere 13 anni per poter essere seguiti dalla Federazione) perché lui sta bene così, è un tipo tranquillo e gli basta sempre quello che ha. A volte vedo Gasquet, conosco la sua famiglia e mi riferiscono che trattavano Richard proprio come ora fanno con Geoffrey. Troppe aspettative, dalla stampa agli allenatori. E allora viviamo alla giornata e non facciamo programmi. Fin quando va tutto bene, che bisogno c’è di cambiare?” Nessuno, in effetti. Perché per sporcare un talento puro e completo come quello di Geoffrey Blancaneaux, ci vorrebbe ben altro.
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