di Stefano Grazia
Bello l’eroe con gli occhi azzurri dritto sopra la nave,
ha più ferite che battaglie, e lui ce l’ha la chiave,
Ha crocefissi e falci in pugno e bla bla bla fratelli,
ed io ti ho sollevata figlia per vederlo meglio,
io che non parto e sto a guardarti
e che rimango sveglio…
(Vecchioni, Stranamore)
Questa volta non faro’ nomi ma voglio raccontarvi questo episodio che e’ secondo me paradigmatico se non della incomunicabilita’ fra Genitori e Maestri almeno di un certo modo di fare, ed essere, Maestri. E piu’ in Italia forse che altrove, anche se non si puo’ davvero generalizzare. Il Maestro in questione e’ sicuramente bravo, forse anche molto bravo, anche simpatico, probabilmente anche mosso da buone intenzioni. Ed e’ stato anche uno molto molto vicino ad entrare nei Top 100 quando giocava. Siccome passava di li’ e abbiamo conoscenti in comune, gli chiedo di fare un’ora con Nicholas col quale aveva anche palleggiato una settimana prima per 10 minuti. Il suo commento poi,quella volta li’, con mia moglie era stato che se non ne aveva voglia, intendendo Nicholas, era meglio lasciar stare. Nicholas invece diceva che non era questione di voglia, era che quella volta era frustrato perche’ non riusciva a colpire bene, a sentire la pallina. Dunque siamo li’ al campo e bisogna chiarire che Nicholas viene da tre mesi di alti e bassi alla Bollettieri con un ultimo mese disastroso in cui per una ragione o l’altra (sospensioni disciplinari e studio)si era allenato con molta irregolarita’: nelle ultime due settimane ha toccato la racchetta un paio di volte e la nostra intenzione era dunque quella di ricominciare a ritrovare la sensibilita’ con la pallina, facendolo palleggiare cioe’ con qualcuno in grado meglio di me di metterti in palla anche in vista di un torneino del Gigetto a cui Nicholas si era iscritto. Inoltre stava anche provando tre o quattro racchette e quindi davvero l’obiettivo era ritrovare un po’ di continuita’ nel palleggio.
Bene, cominciano a palleggiare e Nicholas non e’ molto consistente:in effetti strappa un po’ e come dire, finisce in sovarotazione e comunque quando vuole forzare la pallina esce dall’alto verso il basso e sferza la parte bassa della rete. Esattamente dopo tre minuti, massimo cinque, il Maestro, Bello e Radioso come non mai, e’ di la’ dalla rete e cerca di convincere Nicholas a cambiare completamente il Dritto.
Nicholas e’ stupefatto e mi guarda: ora se c’e’ una cosa su cui tutti i Coaches della Bollettieri ma anche al di fuori hanno sempre concordato e’ che tecnicamente il suo dritto e’ perfetto o comunque scevro da difetti. E questo Maestro dopo tre minuti glielo vuole cambiare. Dopo tre minuti in cui ha cacciato diverse palle in rete e’ vero, ma sempre tre minuti. Si, va bene, sta giocando che e’ una schifezza, ma ho appena cominciato, mi vuoi lasciare il tempo di scaldarmi, di ritrovare un po’ di confidence, di consistency, di feeling? Macche’, il Maestro italiano ha gia’ capito tutto e gli vuole cambiare completamente il diritto che secondo lui e’ una ciofeca.. Nicholas mi guarda e si capisce che si sta trattenendo. Fa resistenza, si tira indietro, non vuol sembrare scortese pero’ non e’ d’accordo con quello che gli sta dicendo e siccome e’ angosciato e’ anche tutto irrigidito, plastico e non elastico, bloccato dal terrore o dall’ansia o forse solo dalla delusione. Il Maestro Italiano.Certo, il Maestro non e’ uno stupido e capisce che c’e’ una certa diffidenza, che l’Allievo e’ prevenuto e, a suo onore, prova a parlarne con lui e anche con me che assisto silenzioso sulla panchina e che quindi, a questo punto, mi sento in dovere di intervenire cercando di mediare le due posizioni, spiegando al Maestro quel che ci aspettavamo (non uno stravolgimento tecnico ma piuttosto un riscaldamento o una messa a punto) e a Nicholas che su certe cose il Maestro ha comunque ragione (nella fretta di voler far vedere il suo dritto esplosivo, lui finiva per andare in rotazione). In realta’, pensavo fra me e me, avremmo dovuto fare un’oretta o due di cesti con l’handfeeding, io e lui, da soli e poi semmai chiedergli di palleggiare. Alla fine il Maestro si scusa e dice che si era sentito in dovere di intervenire, che per lui va benissimo anche palleggiare ma pensava che per 50 euro all’ora il palleggio non era giustificato, sarebbero stati soldi buttati via e blah blah blah, comunque se e’ quello che volete voi… Insomma, su un’ora 30’ di dicussioni filosofiche passando in rassegna tutti i luoghi comuni che sia io che mia moglie che mio figlio ormai conosciamo a memoria per esserceli detti e ridetti centinaia di volte in questi ultimi tre o quattro anni e che a dirla tutta ci stanno anche rovinando i rapporti famigliari. Il Maestro a un certo punto diceva a Nicholas di ascoltare suo padre, cioe’ io, quando gli dicevo che doveva essere piu’ umile e comunque accettare subito di fare comunque quello che ti richiede di fare il Coac…E io potevo vedere come nella nuvoletta del pensiero degli amati fumetti la risposta silenziosa di Nicholas: Anche se e’ una stronzata? Ed in cuor mio,ahime’, dargli ragione. Ma Genitore e Figlio questa volta se ne stavano entrambi zitti, Nicholas forse perche’ io ero presente e io perche’ mi sono ripromesso da anni,ma non sempre ci sono riuscito, di non minare l’autorita’ del maestro, di scuola o di tennis…L’Obiettivo di questi due mesi e’ di imporre a Nicholas una sorta di AutoControllo che gli permetta di fare senza discutere anche cose che lui ritiene inutili, ingiuste, senza senso. Insomma, di rispettasre l’Autorita’ degli Adulti. Insomma, una volta si sarebbe detto che gli avrebbe fatto bene un po’ di militare. Per questo nella sua educazione quest’estate e’ anche prevista la visione di G.I.Jane di Ridley scott e An Officer and a Gentleman di Taylor Hackford. Comunque ritornando al Maestro, il Genitore e La Canaglia, volevo sottolineare che alla fine il rapporto ‘formale’ fra il Genitore e il Coach era stato perfetto per tutta la durata della lezione e imp[rontato al piu’ profondo rispetto dei Ruoli. Cio’ nonostante non potevo fare a meno di constatare come vi fosse comunque una sorta di siderale distanza fra le due parti (Maestro da un lato, Allievo e Genitore dall’altro).Chissa’, perche’,forse, il Maestro Italiano in genere intende sempre l’ora come un’ora di Lezione invece che un’ora di Allenamento. O forse quel Maestro in particolare si sentiva troppo importante per poter essere disturbato solo per una seduta di palleggio e a fin di bene voleva offrire qualcosa di piu’. O semplicemente forse il prevenuto era lui che aveva sentito delle frequentazioni americane di Nicholas e voleva subito chiarire il suo pensiero, che oltre oceano sono dei cioccolatai e che l’accademia del bel gioco rimane l’Europa. O comunque semplicemente non c’era poi molto da fare: l’Allievo stava commettendo errori marchiani e un Maestro ha il diritto/dovere di intervenire. Se quello stesso Maestro lo avesse visto tre mesi prima o un mese dopo avrebbe potuto ammirare un giocatore nettamente diverso e senza che alcun mutamento tecnico sia stato prima o dopo apportato. Semplicemente ognuno dovrebbe essere messo nelle condizioni, quando ci palleggi per la prima volta, di riuscire a farti vedere di cosa e’ capace, poco o molto che sia. E poi semmai dopo, alla terza quarta occasione, cautamente, adesso sei sicuro che quei difetti sono radicati, allora puoi provare a vedere di suggerire qualche cambiamento. Forse non riesco a spiegare bene il disagio che ho avvertito ma non potevo fare a meno di pensare che se La Canaglia non era riuscito a lasciare una buona impressione,la colpa forse non era solo sua, qualche pecca ce l’aveva avuta anche il Bel Maestro che “con gli occhi azzurri dritto sopra la nave ha piu’ ferite che battaglie e lui ce l’ha la chiave”?
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