Lucrezia Stefanini – Foto di Vincenzo Delnegro
di Daniele Sforza
Una splendida Italia conquista l’accesso alle fasi finali che si terranno a Lleida a settembre e non lascia per strada nessuno dei 5 match (e rispettivi set) giocati in tutto il torneo. A seguito dei match con il Portogallo le due italiane protagoniste dei singolari, Samsonova e Stefanini, ci hanno raccontato la loro stagione.
Di seguito le parole di Ludmilla Samsonova, impegnata nel primo singolare contro il Portogallo.
Hai esordito quest’oggi contro Mariana Oliveira vincendo 6-0 6-1, che partita è stata?
È stata una partita difficile, era l’esordio, la prima volta che giocavo con la maglia della nazionale però anche grazie al coach (Maria Elena Camerin), sono rimasta più tranquilla e avevo le idee chiare su cosa fare.
Che aiuto può dare una giocatrice come la Camerin?
Un grosso aiuto, ha una grande esperienza sul gioco e mi può dare molti consigli sulla tattica da attuare in campo.
Che emozioni si provano a giocare per la nazionale?
Bellissime, non ci sono parole per descriverle.
Visto che siamo in anno di Olimpiade, sarebbe più importante vincere queste o uno Slam?
Senza dubbi un’Olimpiade, è sempre stato il mio sogno.
Sei soddisfatta per la stagione? Hai giocato tra gli altri tornei in Australia e a Wimbledon…
Ultimamente sto vivendo un periodo difficile da un certo punto di vista perché non ho più il mio team e sono seguita dalla federazione, che ovviamente ringrazio per questo. In Australia è andata bene mentre a Wimbledon mi aspettavo qualcosa di più.
Come ti sei trovata sull’erba?
Secondo me non è la mia superficie preferita però posso giocarci bene.
Obiettivi per la stagione?
Vorrei riuscire a prendere un po’ di ranking Wta, giocando qualche $10.000 e poi vorrei giocare in America bene.
A seguire l’intervista con Lucrezia Stefanini, impegnata nel secondo singolare vinto 6-2 7-5 contro Ines Mesquita.
Un match infinito che stava anche per ribaltarsi quando da 5-2 sei stata ripresa. Come è andata?
Non era una giornata molto positiva per me perché non sentivo molto i colpi, poi ha iniziato a piovigginare, ero un po’ tesa perché era il primo match, insomma una serie di fattori … l’importante è stato portarla a casa.
Che sensazioni si provano a giocare con la maglia azzurra nonostante non sia la prima volta?
Si, avevo giocato lo scorso anno ed è sempre un onore giocare per l’Italia, mi piace tantissimo giocare in squadra e quando si vince è sempre meglio.
Settimana scorsa hai raggiunto la finale nel $10.000 di Schio, pensavi di fare così bene?
No, non mi aspettavo di fare finale. È stata una bella settimana, ho giocato veramente bene e forse è anche per questo che ora sono un po’ stanca.
Ti sei qualificata in tutti e 3 gli Slam, mancano solo gli Us Open, punti a qualificarti anche lì? Che esperienze sono state?
Speriamo! L’obiettivo è giocare in tabellone anche lì. Esperienze bellissime che mi hanno aiutato a crescere, maturare, a vedere come è il tennis Pro e come si comportano i vari giocatori. Spero di tornarci anche da giocatrice vera.
Guardandoti giocare è impossibile non notare il dritto bimane, come è nato? È un colpo che ti piace?
Mi piace. Iniziando a giocare a tennis impugnavo la racchetta troppo bassa con il dritto e mio padre mi ha detto di provare a due mani in modo da staccare la mano in futuro, alla fine non ho più staccato la mano (risata).
Obiettivi per la stagione?
Adesso mi prendo una vacanza e poi inizierò con 2 $10.000 e un $25.000 e poi volerò in America per gli Us Open.
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