dal Lemon Bowl (Roma), Luca Fiorino (@LucaFiorino24)
La mattina, solitamente, prima di rivolgermi parola dovrebbero contare almeno fino a mezzogiorno. Oggi difatti per alzarmi dal letto ho dovuto fare uno sforzo tale che per la stanchezza mi sono rimesso a dormire. Meno male che esiste il posponi. Con un ritardo di circa mezzora rispetto alla tabella di marcia e dopo aver opportunamente studiato l’orario di gioco nel dettaglio tra un biscotto e un sorso di latte, esco di casa. La giornata prevede ben 16 incontri di semifinali e, ahinoi, ad essere ancora protagonista c’è la pioggia.
È assurdo pensare come in certe cose occasioni quando si ha un impegno ci sia sempre qualcosa o qualcuno a farti arrivare in ritardo mentre quando non si è di fretta pare che i semafori siano sempre verdi e le strade, che una volta ci sembravano salite, siano improvvisamente diventate in discesa. Parcheggio l’auto, poso la mia attrezzatura in postazione e corro verso i campi sotto al pallone. Per fortuna nessuno dei tre match in programma alle ore 10:30 è iniziato, stanno ancora palleggiando.
Ad aspettarmi c’è Alessandro Nizegorodcew, presente sui campi del New Penta 2000 da prima delle ore 8:00. Che appassionato, ma soprattutto che stacanovista! Arrivati a questo punto del torneo tutti gli incontri diventano interessanti e c’è solo l’imbarazzo della scelta. Comincio a seguire la partita tra Brenda Fruhvirtova e Matilde Ercoli, speranzoso che la giovane romana possa impensierire, almeno in parte, la fortissima ceca. Niente da fare. Brenda è strepitosa, gioca con una naturalezza ed una intelligenza sbalorditiva. Il rovescio bimane è sublime, trova angoli stretti e con una precisione davvero incredibile. Quando il papà-coach Hynek sostiene che la figlia sia la migliore al mondo nella sua categoria probabilmente non sbaglia. Matilde fa suo solo il game di apertura del secondo parziale e poche ore dopo, a quattrocchi, mi confessa: “Ero un po’ tesa ma lei è davvero fortissima. Se possibile, oggi ha giocato di gran lunga meglio rispetto a ieri“. Onore a lei per lo splendido Lemon Bowl giocato, non sarà di certo una giornata storta a rovinare una gran settimana.
Do uno sguardo alle battute finali dell’incontro under 8 tra Carla Giambelli e Diletta Vasamì. Il punteggio è severo e la piccola del Villasanta Tc dimostra a tutti il perché sia da inizio torneo la prima candidata al titolo. Quest’anno nella strada verso il successo non c’è Brenda Fruhvirtova, per sua fortuna. Ma attenzione a cantare troppo presto vittoria. Direi che è il caso di chiudere la polemica tra me ed il sottoscritto cit.
Nell’ultima partita delle ore 10:30 finisce anche l’incontro tra la sorprendente Nadin Barbarossa (in foto) e Anna Demirtzi. Una cavalcata pazzesca quella della giocatrice dello Janus Tc, abile a sbarazzarsi della cipriota per 6-4 6-1. Un tennis più intelligente di quel che avevo intuito, impreziosito da strettini e vincenti di tutto rispetto. Domani l’impresa contro la più piccola delle sorelle ceche è ardua, ma la quasi certezza della sconfitta non è una buona ragione per non combattere dal primo all’ultimo punto. Vero Nadin?
Di lì a poco in appena 40 minuti di gioco arriva il secondo doppio bagel di giornata. Praticamente perfetta la prestazione di Angelica Giovagnoli che non ha lasciato neanche le briciole alla sua avversaria, Maria Luisa Di Gioia. Un vero e proprio martello pneumatico la testa di serie numero uno, che non ha mai spesso di spingere e tenere in mano il pallino delle operazioni. Complimenti!
Ad attendere in finale la giocatrice dell’Olympia Ct c’è nientepopodimeno che Linda Fruhvirtova, oggi meno brillante del solito, quantomeno nel primo parziale. Brava a tenere botta ed a rimanere attaccata fino a fine set la sua avversaria, Emma Valletta. L’under 12 del Dario Zavaglia Ct ha poi mollato di testa e di nervi nel secondo set, quando la forte ceca è salita in cattedra con vincenti da ogni dove. Sono curioso di assistere all’incontro di domani, l’esito finale è più in discussione di quanto si possa pensare.
Suscita tutta la mia simpatia Gaia Mais, la vincitrice del match di under 8 femminile. Brava, paffutella e decisa a non mollare nonostante qualche lacrima tra primo e secondo parziale. Il punteggio è 6-7 6-2 7-2 in suo favore ma merito anche alla ottima Camilla Farsetti.
Giusto il tempo di pranzare in compagnia di Maurizio e Silvia che mi ritrovo già sul campo a seguire le altre gare. Le pennette al sugo non me lo sono godute come avrei dovuto. Abbastanza breve ma intenso l’incontro nella semifinale under 8 tra Filippo Alfano e Marco Maria De Pascalis. Successo del piccolo dalla chioma bionda che vince e convince per 6-1 6-2.
Il meglio deve ancora venire, le emozioni, quelle forti, devono arrivare. Sarà una finale a sorpresa, perlomeno alla vigilia del torneo, nella categoria under 10 maschile. Splendido trionfo di Sebastiano Cocola su Giorgio Gatto per 10-8 al tie-break del terzo set. All’apparenza il ragazzino proveniente dal Siracusa Tc potrebbe sembrare lento e poco spettacolare ma vi assicuro che non è così. Penso sia in assoluto uno dei giovani più intelligenti tatticamente che abbia visto in questa edizione del Lemon Bowl. Tatticamente perfetto, è difficile che sbagli una scelta o più semplicemente una palla. Una partita avvincente in cui ambedue sono usciti dal campo stremati e fortemente debilitati.
Sul campo attiguo altra lotta ed altro tie-break decisivo a decretare il finalista della categoria under 10 maschile. La sfida, che ha visto opposti Daniele Rapagnetta e Fadi Bidan, è stata incerta sino all’ultimo. Nel primo parziale sono stati tre killer point a decidere le sorti del set in favore del giovane dell’Empire, soprannominato ufficialmente da papà Bidan “robot”. Impossibile fargli un 15 giocando di ritmo. L’aspetto che più mi ha impressionato di Daniele è la velocità dei piedi e la lettura anticipata del punto. Come però l’azzurro è calato di intensità nel secondo set, il mancino siriano ha iniziato a trovare le giuste contromisure provando a variare maggiormente il gioco, realizzando palle corte di una bellezza inenarrabile. Di fronte ad un pubblico dalle grandi occasioni, Fadi ha portato a casa l’incontro 7-3 al tie-break decisivo del terzo set mettendo a segno ben 6 punti di fila.
Ottima affermazione per Raffaele Ciurnelli, denominato da noi addetti ai lavori il “piccolo Raonic” per via della sua statura. Una partita favolosa in cui si sono visti scambi di pregevole fattura, palle corte e variazioni di ritmo francamente inaspettate all’età di 8 anni. L’avversario, Pietro Vernò non è stato da meno, mettendosi in luce non solo per il cappello giamaicano in stile Dustin Brown ma anche per la mano e i recuperi in scivolata.
Restano solo da raccontarvi gli ultimi due match, quelli della categoria maschile under 12. Il primo ad assicurarsi il pass per la finale di domani è stato Niccolò Ciavarella su Federico Scotuzzi. Il giocatore dello Sporting Club Eur mi ha sorpreso per solidità, continuità di rendimento ed una discreta fisicità. Non particolarmente in giornata il suo avversario, probabilmente provato dalla lunga settimana. Ma le sorprese non finiscono qui. La finale di domani infatti sarà un derby tra amici, romani e appartenenti allo stesso circolo. Ad approdare infatti alla giornata conclusiva del Lemon Bowl tra Enrico Baldisserri e Daniele Minighini è stato proprio quest’ultimo per 6-4 6-2. Un diritto da orgasmo (si può dire?) e quella forte impressione che quando il biondino classe 2004 entri in fiducia non ce ne sia davvero per nessuno. Davvero uno spettacolo vederlo all’opera. Chissà domani chi la spunterà, due stili diversi ma al contempo efficaci, a mio modo di vedere, nel tennis moderno. Voglio però spendere qualche parola sul giocatore del Bologna Ct e lo faccio riportando una confidenza fatta quest’oggi ad Alessandro: a mio modo di vedere Enrico ha tutte le carte in regole per affermarsi in futuro. Un tennis pulito ed estremamente efficace, oltre ad essere un ragazzo correttissimo seguito da un padre amante di questo sport. Unica pecca probabilmente il servizio ma le basi sono ottime e ci si può lavorare più che bene.
Purtroppo, devo informarvi che non ho visto neanche un punto degli incontri dell’under 14 considerato che questi si sono disputati sui campi in greenset del Palocco.
Vorrei lasciare un messaggio a tutti, vinti e vincitori, padri e madri: vincere a quest’età non è sinonimo di successo futuro e di esempi, oramai, ce ne sono a bizzeffe. Spesso le sconfitte aiutano a crescere ancor più delle vittorie. Imparare a giocare a tennis, divertirsi, assumere il giusto atteggiamento, fare esperienza e forgiare la mentalità dovrebbero essere gli obiettivi primari. Ecco perché il risultato conta relativamente. D’altronde come si dice, a chi sa attendere il tempo apre ogni porta.
La festa al Lemon Bowl ancora non è finita. Spero solo che al termine degli incontri di domani non soffrirò di depressione post-party.
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