di Roberto Commentucci
Al Lemon Bowl la conferenza “Scelte di programmazione e crescita dei giovani agonisti”
Buon successo di pubblico per la conferenza “Scelte di programmazione e crescita dei giovani agonisti” organizzata dal Comitato Regionale del Lazio in occasione del torneo internazionale Lemon Bowl. Oltre 80 persone, in maggioranza genitori e maestri, hanno gremito la club house del Circolo New Penta 2000, quartier generale della manifestazione. Dopo il saluto del Presidente del CR Lazio, Fabrizio Tropiano, i lavori sono stati aperti da Massimiliano Brocchi, docente dell’Istituto Superiore di Formazione “Roberto Lombardi”, e da Silvano Papi, stimato coach privato. Notevoli i punti in comune fra le due presentazioni: entrambi hanno messo in guardia dai più comuni errori che si commettono in età giovanile, ovvero l’eccessiva importanza che viene attribuita a risultati immediati e posizioni in classifica, spesso a scapito di una equilibrata crescita tecnica, fisica e tattica. Brocchi ha dettato alcune regole da rispettare nella messa a punto della programmazione degli under (anche in termini di numero di match) mentre Papi ha mostrato alcune interessanti statistiche, facendo vedere come molti azzurrini che in passato avevano primeggiato nelle graduatorie giovanili Tennis Europe e ITF si siano poi persi senza arrivare al professionismo.
E’ stata poi la volta di Carlo Ragalzi, in passato preparatore atletico di azzurri di vertice come Bolelli e Santangelo. Ragalzi, che ha parlato a braccio, ha messo in evidenza l’importanza di impostare, in un’ottica di lungo termine, un corretto lavoro fisico fin dai primi anni di attività, necessario sia per la prevenzione degli infortuni, sia per creare le basi di abilità motorie su cui poi andrà innestato il futuro percorso di costruzione dell’atleta professionista.
Molto interessante è stato l’intervento di Federico Di Carlo, esperto di mental training, che ha messo in evidenza come, rispetto ad altri paesi, in Italia il ruolo del preparatore mentale sia meno conosciuto e diffuso, nonostante tutti concordino sulla grande importanza del “mental” nel tennis professionistico di alto livello. Anche alla parte mentale quindi, va dedicato allenamento e attenzione specifica, in modo da abituare il giovane agonista a riconoscere e a gestire le sue emozioni durante il match e potersi esprimere al meglio.
In chiusura Roberto Commentucci, coordinatore dell’evento, ha illustrato i vantaggi di una programmazione di gare diversificata per superficie, atta ad evitare il rischio della specializzazione precoce, che a gioco lungo, specie nel nostro paese, in cui l’attività è troppo concentrata sulla terra rossa, limita lo sviluppo tecnico dei giocatori, anche ad alto livello.
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