Colpo di Grazia 6 – Abuja Training

Nicholas Grazia
di Stefano Grazia
“Pain is your friend, your ally, it will tell you when you are seriously injured,
it will keep you awake and angry, and remind you to finish the job and get
the hell home. But you know the best thing about pain?”
“Don’t know!“
“It lets you know you’re not dead yet!”

(Scambio fra Viggo Mortensen, l’Istruttore Capo, e
Demi Moore in G.I.Jane,di Ridley Scott)
Quando ho saputo che mi sarei dovuto trasferire ad Abuja, da un lato ho provato il sollievo che si prova quando sai che per altri 3-4, magari 5 anni hai ancora un lavoro, dall’altro c’era ovviamente tutto il rimpianto per un mondo che stavo per abbandonare e che, per quanto deteriorato e non piu’ quello di una volta (ma anche li’: era Lagos ad essere cambiata o eravamo piuttosto noi a non avere piu’ 30-40 anni?) aveva fatto parte di me piu’ di quanto, negli ultimi 20 anni, lo avesse fatto Bologna o la Jamaica, di cui mi ero pure innamorato, e ovviamente a maggior ragione, a meta’ anni ottanta. In fondo era piu’ comprensibile e accettabile innamorarsi di un’isola caraibica che di una caotica megalopoli africana considerata spesso dai piu’ ottimisti il buco di culo del mondo, ma tant’e’, al cuore non si comanda e poi, come ho piu’ volte spiegato, erano gli ultimi bagliori di un crepuscolo di un certo tipo di vita, non tanto quella coloniale ma wquella ancora romantica dell’espatriato per forza, per lavoro o per amore (Noi preferiamo definirci Gentiluomini di Fortuna, rispondeva Corto Maltese all’Ufficiale Inglese trovato morente presso la Laguna dei Bei Sogni). Da Lagos ero già stato trasferito un paio di volte finendo prima in Congo e poi in Libia, e l’ultima volta in Angola. In entrambe le occasioni la mia fedelta’ a Lagos e al mondo che mi lasciavo dietro mi aveva impedito di apprezzare come meritavano sia Pointe Noire che Luanda: questa volta sono partito con animo, mente e cuore piu’ liberi, deciso a non volgermi troppo spesso e malinconico indietro. Sapevo che in fondo, a parte le corse sulla lunga spiaggia di Lighthouse costellata di relitti che quasi neanche la Skeleton Coast, questa volta l’unica cosa che mi sarebbe davvero mancata sarebbe stata l’Ikoyi Club, il Circolo a dieci minuti da casa nel bel mezzo di Ikoyi, con 9 campi da tennis, 18 buche da golf, tre piscine, ristoranti, squash, badmington, etc etc…un circolo dove, tra l’altro, in virtu’ di una partecipazione governativa, tutto (cibo, acqua minerale, coca cola…) costa meno che fuori. E dove ovviamente una volta che sei iscritto, non paghi i campi. Strano, ma vero.
Durante le precedenti missioni di una settimana-dieci giorni e in previsione dell’arrivo di mio figlio d’estate, mi ero quindi premurato di cercare qualcosa di analogo ad Abuja anche se sapevo gia’, dalle conversazioni avute con vari Coaches e Tennisti di Lagos, che ad Abuja non c’erano Circoli, che il Tennis lo si giocava piuttosto nei campi dei grandi Alberghi. Citta’ nuova, sorta dal nulla una ventina d’anni fa e costruita, unica citta’ in tutta l’Africa, con un piano regolatore e su un progetto di un famoso architetto giapponese, Abuja, eletta a capitale federale un po’ come Canberra in Australia e Brazila in Brasile, si svuotava nel week end e ancora fino a pochissimi anni fa era una citta’ popolata solo da funzionari e politici. La proprietaria della Dolce Vita, un ristorante pizzeria italiano, e’ nata e vissuta per 35 anni a Lagos dove l’ho conosciuta quando aveva poco piu’ di vent’anni e gia’ due figli. Tre figli e un paio d’amori sfortunati dopo si era spostata ad Abuja al seguito di un irlandese e aveva aperto, sfruttando l’esperienza di Lagos dove con la sorella aveva aperto un bar molto trendy, prima un Pub sulla terrazza del British Council e poi appunto la Pizzeria. Be’, ero andata a trovarla una sera e mentre mi offriva una pizza sulla terrazza del suo ristorante nella strada sottostante era un continuo passare di auto quasi fossimo sui viali di Bologna e lei mi diceva appunto che solo due-tre anni prima le strade erano deserte e il traffico inesistente. Siccome la stessa cosa era capitata anche a Luanda (ma li’ per via della guerra…), mi dicevo sconsolato che si vede che io arrivo sempre dopo la puzza …
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(Nicholas e Coach Tim Rotimi)
Ad ogni modo, e ritornando al dunque: le mie ricerche erano state comunque fruttifere grazie a un paio di contatti che avevo conservato. Il primo era Coach Tim, cioe’ Rotimi Akinloye da me piu’ volte citato: era stato uno dei miei Coaches a Lagos dove lui frequentava il Lagos Lawn Tennis e poi all’American Schiool dove era stato l’Head Coach. Quando eravamo tornati a Lagos per sei mesi aveva lavorato un paio di volte a settimana anche con Nicholas prima di trasferirsi ad Abuja a fare il Coach privato in un resort che ospita i dipendenti di una grossa Compagnia di Costruzioni. Nel contempo continuava a lavorare per la Federazione come uno degli Allenatori della Squadra Nigeriana di Coppa Davis e soprattutto come Coach Itf. Infatti ora e’ appena tornato da un mese e mezzo in Italia per uno stage Itf alla Vavassori con 6 junior africani (ma nessuno dalla Nigeria). Tim dunque e’ stato il primo a cui ho dato un colpo di telefono e sono andato a trovarlo dove lavora, all’Abuja Country Club che al di la’del nome presuntuoso e’ uno scalcinato circolo con quattro campi in un’area un po’ decentrata e piu simile a un cortile da pollaio che a un circolo come l’intendiamo noi. Sarebbe stato certo il preferito da Archipedro e anch’io non avrei avuto nessuna remora se non fosse che logisticamente non era vantaggioso e poi, soprattutto, perche’ lo stesso giorno avevo scoperto il National Stadium che sotto le ruspe si avviava ad un poderoso restyling. A Lagos nessuno me ne aveva parlato in toni entusiasti ma, avrei scoperto di li’ a poco, anche ad Abuja nessuno era a conoscenza della sua esistenza: non gli Espatriati ma nemmeno i Locali. Tutti troppo pigri solo per pensare di mettersi in strada per raggiungere lo Stadio ma anche per immaginare che all’interno della cittadella sportiva (campi da calcio, da hockey, da basket etc) vi fosse un simile tesoro per un Tennista. Confesso che la prima volta che ho visto tutto quel ben di dio ho pensato a come si era sentito Mose’ quando, sulle ultime alture che delimitavano la fine del deserto, si era trovato di fronte alla Terra Promessa. Presa confidenza con le strade e trovato il modo di aggirare i check points che sono vere e proprie trappole per l’Espatriato al volante, il National Stadium rimane a 15-20’ da casa (e solo a 5-10’ dall’Ufficio …) e rimane quindi, soprattutto nel week end, la soluzione ideale.
In realta’ la situazione e’ ancora molto fluida e i 20 campi gia’ mostrano segni di scarsa manutenzione con un paio di reti di recinzione crollate e con diversi contrasti su come gestire il patrimonio campi con un gruppo che vorrebbe creare un Circolo ed altri che insorgono dicendo che i campi sono della Federazione e che nessuno deve pagare nulla. Alla fine insomma i soldi li vengono a chiedere solo a me e a pochi altri ma la somma e’ talmente risibile (100$ all’anno piu’ 5$ al mese) che non c’e’ certo da mettersi li’ a discutere. L’unico vero svantaggio, a parte la mancanza di un bar, e’ che solo un paio di campi sono illuminati e allora per chi lavora non puo’ essere l’unica opzione. Ma per Nicholas e’ perfetto e, in chiave futura, e’ anche a un tiro di schioppo dall’American School.
Una volta scoperti i Campi del National Stadium, tutto il resto veniva di conseguenza.
Mi sono dunque organizzato, qui ad Abuja, nel modo seguente: la Compagnia ti offre l’iscrizione a un Circolo e io ho scelto l’IBB Golf che e’ ovviamente il piu’ caro: a differenza dell’Ikoyi Club non e’ un Club Omnicomprensivo, e’ solo un bellissimo Circolo di Golf da fare invidia all’Europa (a differenza di quello di Lagos molto piu’ scalcinato) e ha comunque due campi da tennis con superficie di quel materiale plasticato a nido di api…C’e’ un Resident Coach che e’ stato Top 5 in Nigeria nei tempi immediatamente successivi a quelli di Tim
Poi mi sono iscritto all’Hilton pagando di tasca mia: all’Hilton sono dei ladri e una bottiglia di Lucozade per esempio costa 500 Naira quando al supermercato – o all’ikoyi Club – costava 200 e anche l’acqua costa 400 Naira, 2 euro… Uno stick di Suya, la carne o il pollo trattato alla Nigeriana…in pratica una sorta di McDonald, inteso come fast food, Nigeriano … all’ikoyi Club uno spiedino costa 80 Naira…ce ne facevamo una decina a testa…Qui costa 1500 a sspiedino…Mangiare un filetto (buonissimo ma in porzioni minimaliste) e bere solo acqua ti costa 50$ a cranio: vai in tre, spendi 18.000 Naira e poi torni a casa e se non sei a dieta ti prepari la cena perche’ la fame certo non l’hai placata … Insomma, sono dei ladri, ma hanno una bellissima piscina, una buona palestra e tre campi in cemento. E il tutto a 12’ di jogging lento da casa, 20’ di camminata, 5’ di auto (in pratica un unico vialone) …
Ma la Training Home di Nicholas rimane il National Stadium e infatti il primo giorno che vi ha messo piede ne ha subito ricavato una ottima impressione. A parte che e’ tutto gratis, durante la settimana i campi sono praticamente deserti o al massimo frequentati da qualche tennista nigeriano che si allena. In piu’ Coach Tim e’ coinvolto in un qualche modo come Consulente in futuri programmi della Federazione Nigeriana e per quanto sia molto scettico e disilluso nei confronti della propria Federazione (ogni mondo e’ paese) si muove anche allo Stadio come uno dei padroni di casa, sicuramente il Coach piu’ importante della Zona e quindi avere a che fare con lui conferisce anche una sorta di protezione (nel senso che per esempio non veniamo assillati da code di questuanti ognuno con la propria ricetta per correggere il tennis di Nicholas … Anche se ,devo dire, dopo averci visti all’opera, sul campo e col Senso Training del Prof Buzzelli, credo che alcuni degli atleti pagherebbero di tasca propria per poter essere allenati da noi piuttosto che dai propri Coaches … O perlomeno si interrogano su dove sarebbero potuti arrivare loro, con la loro fame agonistica e determinazione, avessero avuto le stesse possibilita’ di Nicholas … Ogni tanto, in effetti, vengo assalito dai sensi di colpa.
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Dicevo della vicinanza con l’American School: si decidesse di riportare Nikko all’ovile in effetti potrebbe continuare ad allenarsi qui e fare tornei a Novembre/Dicembre (Eddie herr-Orange Bowl-Lemon Bowl), a Pasqua e d’Estate… Sto gia’ mettendo le mani avanti, eh? Puo’ essere e comunque alla fin fine in questi due mesi estivi mentre tutti i migliori suoi coetanei sono in giro per l’Italia o per l’Europa a disputarsi i punti ETA o a sfidarsi per un posto al sole inteso come risultato che dia visibilita’ e quindi sponsor, La Canaglia di Lagos si e’ ritrovata ad Abuja per tutta una serie di motivi che sarebbe troppo lungo spiegarvi in dettaglio ma che alla fine si traducono nel famoso filosofico postulato: O Cosi’ o Pomi’. Io ero appena stato trasferito, Nicholas era uscito dall’anno di Bollettieri con le ossa rotte e col morale a pezzi da una serie di batoste sportive, psicologiche, morali e disciplinari, mia moglie era invece semplicemente distrutta e poco propensa a mettersi un’altra volta in giro ad inseguire improbabili qualificazioni in un Tabellone Eta. C’era anche da dire che per ottimizzare vacanze e tempo tutti insieme, l’ideale e’ che durante le vacanze scolastiche (estive, natalizie, pasquali) Moglie e Figlio mi raggiungano in Africa mentre io dovrei utilizzare le mie ferie e i miei tre viaggi aerei per raggiungerli negli States. Le cose non sono mai cosi’ semplici e ci sono spesso complicazioni inaspettate e quest’anno c’era un visto, quello di moglie e figlio, che scadeva il 7 luglio. Onde evitare complicazioni conveniva rientrare iu Africa prima di quella data.
Del resto visto che i risultati erano stati quelli che erano e i test psicologici, attitudinali, medici, auxologici, antropometrici e atletici avevano delineato un quadro non certo entusiasmante, non era nemmeno il caso di farla troppo lunga: bisognava anzi fare buon viso a cattiva sorte o meglio rendersi conto che noi e solo noi siamo responsabili del nostro destino, chi e’ causa del suo mal pianga se stesso, chi semina vento raccoglie tempesta ma soprattutto che solo chi cade puo’ risorgere.
Vorrei potervi raccontare che alla fine fra squilli di trombe e un raggio di luce le acque del Mar Ross si sono divise e in mezzo vi camminava La Canaglia, redenta e purificata … In realta’ mentre scrivo siamo ancora agli inizi di agosto (il pezzo verra’ pubblicato presumibilmente a fine mese quando noi saremo gia’ in Florida) e pur fra qualche indubbio miglioramento il risultato finale sperato (ben al di sotto dal Lieto fine vagheggiato poc’anzi) e’ ancora tutto da costruire. Stiamo parlando piu’ che di gioco o fondo atletico, di Comportamento e Capacita’ di Organizzarsi. Se vogliamo anche di Motivazioni e Fire Inside. Il Traguardo Finale o Punto di Non Ritorno e’ stato fissato, e nemmeno da noi, a Dicembre. A quel punto verranno tirate le somme: noi intanto abbiamo gia’ pagato l’Application Fee per la Scuola di Abuja. Ma quest’articolo era nato come un resoconto generale sul Training in Abuja e anche in particolare sul Training Out in The Back Yard. Vediamo dunque, se vi interessa, come se fossero tornati i vecchi tempi dell’Aneddotica, cosa abbiamo fatto IN SOLDONI e sfruttando il Territorio.
Secondo Roi dovevamo lavorare soprattutto sul Fondo atletico. O meglio dovevamo continuare a fare le stesse cose ma aumentare il lavoro aerobico. In realta’ era esattamente quello che avremmo fatto (e che abbiamo fatto l’anno scorso, ricordate?, ad Agosto) con una Periodizzazione in cui l’obiettivo era di arrivare alla prima settimana di Settembre nelle migliori condizioni atletiche MA ANCHE DI GIOCO possibili visto che per tutto settembre ci saranno sfide incrociate per selezionare i Gruppi. Il Prof Buzzelli mi aveva preparato un Programma di 6 settimane che io pero’ sono stato costretto a seguire a somme traccie (e non me ne voglia il Prof) soprattutto perche’ in Africa entrano in campo tante variabili che ti inducono spesso ad improvvisare. Rainy Season (Stagione delle Pioggie) e’ una. L’altra e’ la mancanza di strutture coperte. Un’altra ancora l’impossibilita’ di poter andare in palestra con un Under 18, non so in Italia ma qui, nelle palestre private e degli hotel, non ti lasciano. Poi: l’Inaffidabilita’ dei Coaches Palleggiatori, l’imprevedibilita’ del tempo. E soprattutto c’era anche questo piccolo dettaglio, il fatto che io comunque sono qui per lavorare e i rapporti complicati (ed esacerbati da un anno difficile) fra Madre e Figlio sul Campo da Tennis hanno aggravato le difficolta’. Insomma una Routine con Orari Costanti era impossibile da tenere anche perche’ il mio lavoro impone la coltivazione di relazioni sociali (visite domiciliari ma anche cene, cocktails, parties …e partite di doppio tristonazze con altri colleghi!).
Ad ogni modo Nicholas dunque di solito si sveglia e va a correre coi cani per 30’ (circuito cittadino fra le vie esterne al nostro compound e denominato L’Otto di Limpopo Street), poi va a giocare 2-3 ore al mattino al National Stadium e infine gioca altre 1- 2h al pomeriggio (di solito fa un match) all’Hilton, al National Stadium o all’IBB … Seduta di Atletica a seguire in cortile…Il SensoBuzz lo facciamo 4-5 volte a sett per 30-60’ nel cortile di casa, da solo o all’interno di una seduta di 1h30-2h… A volte la schedule salta per via della pioggia: se spioviggina in un posto potrebbe non farlo in un altro ma se cambi training site, di solito cambi anche il Coach, l’unica eccezione e’ Moses… gli altri Coaches non si muovono.
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(Nicholas e Coach Moses)
Se piove dovunque di solito salta una seduta di tennis sostituita da seduta di atletica…Sabato pomeriggio gioca a calcio…Sabato e domenica mattina fa anche, e questa volta sui campi del National Stadium, test atletici e patterns con me al cesto e un ragazzino come hitting partner…Durante la settimana ha 3-4 differenti coaches o hitting partners o ragazzini con cui palleggiare, fare drills, fare partita… Qualche volta la sera dalle 7 alle 9 ci scappa un doppio all’Hilton (io e lui contro un Coach e Gabri’ o un Collega della Compagnia)…Il Lunedi’ sera invece Nicky si fa un’ora di yoga all’Hilton…
Ovviamente devo parare le accuse di chi mi dira’: si, ma se non c’e’ un obiettivo e comunque ‘un programma che abbia un capo e una coda’ l’allenamento servira’ a ben poco…
Parole sacrosante e che sottoscrivo. Purtroppo noi si fa quel che si puo’, date le circostanze e le contingenze. Be’, come ho detto il programma era di far arrivare Nicholas ben allenato a settembre e per ben allenato intendo con un fondo aerobico migliore e poi magari anche piu’ veloce ed esplosivo. Vedremo coi tests a fine agosto se ci siamo tiusciti: gia’ adesso ha dei tempi o scores migliori su tests eseguiti 2 settimane fa (sui 10 metri, sulle 20 yards, nei Pat Etcheberry Tests etc). Ma come ho piu’ volte sottolineato sembra esserci una discrepanza su muoversi nelle sessioni atletiche (anche quelle specifiche per il tennis) e poi applicare il quanto nel corso di una partita, fra come sa muoversi quando vuole e il tran tran che invece adotta il piu’ delle volte, non una vera e propria abulia da bradipo ma insomma, un qualcosa che evidentemente non ti lascia sperare granche’.Dal punto di vista tecnico l’unica cosa che ci interessa e’ la Consistency anche se abbiamo richiesto allenamento specifico nel Servizio, Risposta e Gioco al Volo. In specifico:
Nelle prime due settimane in cui si e’ allenato al mattino con Moses, un buon coach palleggiatore, il programma programma e’ stato semplice: un’ora di palleggio (In pratica al Lunedi’ il Focus verteva per esempio sul dritto, Martedi’ sul Rovescio, Mercoledi’ Volley & Smashes, Giovedi’ Servizio, Venerdi’ Return of Service) e poi Match, Best Of 3.
Da quando e’ tornato Rotimi ‘Tim’ Akinloye, abbiamo fissato tre allenamenti mattutini di due ore: questi tre allenamenti sono piu’ tecnici, con drills al cesto e palle vive, curando soprattutto consistency e patterns di gioco.
Quando non si allena con Tim abbiamo alcune diverse opzioni:
1)con Moses di solito fa un paio d’ore : mezzora di Consistency e poi partita;
2)con Kevin Conia, coach all’IBB, fa partita: finora ha sembre beccato di brutto e malamente, un po’ perche’ l’altro gioca per fargli male (e va benissimo) un po’ perche’ la superficie e’ inusuale (plastica a nido d’ape) e non e’ quella su cui si allena;
3)con Davou e Jude, i due Coaches all’Hilton, fa partita ed e’ partita quasi ad armi pari
4)con Kabirou, un ragazzotto dall’eta’ doppia, quella effettiva di 19 anni e quella dichiarata ‘da torneo’ sui 14, fa partita o lo usiamo come sparring nel week end per i Patterns. Proprio Kabirou al termine del primo allenamento con noi si era profuso in mille ringraziamenti arrivando a sottolineare che le cose che facevamo noi lui non le aveva mai fatte e forse nemmeno immaginate e che si rendeva conto che se fosse stato allenato cosi’ anche lui sicuramente ora sarebbe un giocatore migliore. Vabbe’, un po’ ruffiano forse, ma in effetti qualche giorno dopo, facendogli fare anche a lui un po’ di Buzzelli o semplicemente gli esercizi sull’agility ladder, si poteva riscontrare come, a dispetto di un atleticita’ da ‘nero’, coordinazione e agilita’ e quindi anche rapidita’ nel breve erano diusastrosi e quindi i margini di miglioramento sensazionali. Questo non per sottolineare i nostri meriti ma semmai per evidenziare lo stato disastrato del tennis nei paesi del Centro Africa dove il materiale umano ci sarebbe anche ma solo pochissimi Coach (e Tim e’ uno di questi) sanno cosa fare ma non sono messi nelle conmdiuzioni di farlo. Ovviamente i migliori atleti vengono dirottati verso sport meno cari, tipo il calcio e l’atletica, con maggiori tradizioni e possibilita’ di emigrare all’estero verso un College. Nel Tennis tutto e’ legato all’improvvisazione e alla ricerca di uno Sponsor, cioe’ di un Mecenate o di un Benefattore che si faccia carico delle spese per mandarti all’estero o in giro per tornei. Leggevo l’altro giorno dell’arresto di una ex promessa arrestata a 30 anni all’Asereoporto di Lagos mentre cercava di imbarcarsi per andare a giocatre un fantomatico torneo ma anche con una borsa piena di droga. Pieno di vergogna l’ex promessa dichiarava poi che tutto era cominciato nel 2005 quando era morto il suo Sponsor e quindi, trovandosi senza soldi, aveva accettato di fare da corriere della droga per potersi pagare i viaggi per i tornei. Scusa banale e di comodo finche’ si vuole ma questo e’ un destino qui comune a molti sportivi nigeriani la cui mediocrita’ aurea o semplicemente la mancanza di una vera opportunita’ non ha permesso il salto di qualita’. Certo, alcuni si perdono per mancanza di un background culturale che permetta loro di soprasvvivere alle tentazioni, alla lontananza da casa, all’assillo dei brothers and sisters che richiedono una fetta di torta anche quando la torta e’ in realta’ una caramella … E’ un peccato, certo, perche’ sia qui che in Angola, si possono vedere ragazzini che fino ai 10-12 anni potrebbero competere coi migliori in Europa o in America… Ovviamente in Nigeria ci sono anche molte famiglie ricche ma di solito i figli sono grassi, viziati o poco interessati allo sport… Qualcuno pero’ viene inviato,magari anche solo per sfuggire ad un ambiente piu’ ristretto o pericoloso, a studiare all’estero e magari anche ad allenarsi in qualche Academy in America, magari solo per inseguire l’Obiettivo del College …Ce ne sono un paio anche all’Img in Bradenton, uno al Tennis e uno alla Soccer Academy… Nicholas era all’Hilton ad allenarsi e si sente chiamare…era uno dei due, il calciatore… Come e’ piccolo il mondo!
Torniamo pure ai nostri allenamenti: esaurita la parte tennistica, resta da esaminare la parte riguardante l’Atletica. Il SensoBuzz dunque lo facevamo soprattutto alla sera o quando la pioggia ci obbligava ad improvvisare. Normalmente quando rientro dall’Ufficio oppure talvolta anche col buio, dalle 7 alle 9, Nelle prime tre settimane abbiamo forse privilegiato un po’ di piu’ l’aspetto aerobico e la resistenza mentre adesso, a tre settimane dalla partenza per gli States, stiamo concentrandoci maggiormente sulla velocita’ e la rapidita’. Lo stesso SensoBuzz permette, a seconda di come viene impostato, di allenare sia la Resistenza che la Velocita’: Al momento in cui scrivo stiamo usando intervalli di tempo fra uno stimolo e l’altro molto bassi.
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Facciamo un esempio, per capirci. All’inizio abbiamo privilegiato esercizi con tempi sui 3-4 secondi di intervallo e molte ripetizioni, magari con un elasticone intorno alla vita che ti facesse da resistenza (tre serie con 30 toccate l’una e recupero di 2’fra le serie) oppure la Butterfly con 4 coni su cui viene posto un ‘bicchierino’ di diverso colore: il giocatore parte dalo centro e ad ogni segnalazione (acustica o luminosa) corre verso il cono corrispondente, vi gira attorno, torna al centro ,effettua un split steps ed e’ gia’ pronto per ripartire. Venti giri, dieci ripetizioni, recupero di 2’ 30’’. Un altro esercizio, di carattere piu’ esplosivo, e’ quello che si vede nella foto con i due ostacoli: ad ogni lato dell’ostacolo viene posizionato un bicchierino di diverso coilore. Con il termine bicchierino intendo uno dei sei sottobicchieri di plastica, tutti di colore diverso, che accompagnano il Senso Touch. Per convenzione si stabilisce poi che al suono acustico acuto corrisponde il nero, a quello grave l’arancione, a quello medio quel che volete voi…I colori sono invece 4: giallo, verde, rosso, blu. I tempi fra un impulso e l’altro vanno da 0.5 a 5 secondi. In questo esercizio con gli ostacoli l’Atleta parte dal centro e ad ogni segnale salta l’ostacoilo rientrando dal lato del bicchierino corrispondente al segnale acustico e/o luminoso. 16 salti con recupero sui 2 minuti. Altri esercizi riguardano piu’ la rapidita’ con 4-5 bicchierini disposti di fronte in semicerchio a un metro di distanza dal giocatore e 10-12 toccate da ripetere per 8-10 volte con intervalli di 45 secondi. O stesso esercizio con distanze maggiori e intervallo di tempo sui due secondi e mezzo –tre ma con simulazione del colpo: dritto, rovescio, volley… Gli esercizi suggeriti dal Prof Buzzelli sono una quindicina ma il limite e’ la vostra fantasia. Alla fine se ne riescono a fare 3-4 in un’ora, a volte noi ne facciamo solo 2-3 in 45’, all’interno di una seduta piu’ lunga che ha contemplato anche Dynamic Stretching all’inizio, balzi pliometrici, piccoli circuit training, ripetute sui 20’’, scatti piu’ brevi, addominali, esercizi con la palla medica …Alla fine della fiera pero’, direte voi, tutto questo e’ servito? E’ Nicholas un giocatore migliore e/o si muove meglio di quando era arrivato? Non ne ho la minima idea perche’ lui e’ uno di quelli che potrebbe giocare da dio o da idraulico (I played like a plumber!, disse una volta Agassi dopo una sconfitta) ma anche a volte nella stessa partita puo’ muoversi come una farfalla e pungere come un’ape per 5-10’ e poi far vomitare i poveri, prima e dopo … E poi magari, lo stesso giorno, preso dal senso di colpa, andarsi a fare un’ora di atletica e battere tutti i suoi records a dimostrazione che piu’ che un problema fisico e’ un problema intrinseco mentale. Al momento in cui scrivo peraltro inoltre mi sono,ancora una volta, licenziato da Coach e sto adottando, per l’ennesima volta, la Tattica dell’ ‘Arrangiati! Quando mi dimostrerai che mi meriti di nuovo, mo’ torno…’ Perche’ oggi, domenica, siamo arrivati sul campo con mille promesse e dopomezzora non avevamo ancora cliccato…A questo punto dico: ok, no problem, andiamo a casa… E lui: no, io non vengo, voglio allenarmi… Solo che poi non si allena…Insomma, la solita rumba. Fortuna che arriva Tim e quindi si allena con lui per due ore mentre io e mia moglie ci giochiamo un paio di serts. Dopo lui vorrebbe allernarsi ancora ma noi giustamente ci rifiutiamo. E lui comincia la litania dei Per favore. Niente, siamo irremovibili. Solo che mica lo possiamo lasciare li’ da solo. E nemmeno corrergli dietro. Insomma per farlo entrare in auto devo promettere a uno dei ragazzotti Nigeriani con cui stava parlando 2000Naira per tenerlo fermo e permetterci di catturarlo. Vabbe’, poi non le ha volute. Insomma, arriviamo finalmente a casa e io e mia moglie andiamo a giocare un doppio. Al nostro ritorno Nicholas vuole allenarsi ma io insisto sul fatto che con me si allenera’ di nuovo solo quando mi dimostrera’ di esserselo davvero meritato. Allora si allena da solo un’ora e un quarto con ostacoli ,coni, e poi Buzzelli. Mentre sto scrivendo,e sono quasi le nove e mezzo di sera, lo sento ancora tirare la palla medica contro il muro, di dritto e di rovescio…

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