di Big Lebowski
Rimandandovi al preciso comunicato dell’efficiente Ufficio Stampa del torneo (qui) per quanto riguarda la cronaca numerica, vi racconto invece (ed ha a che fare più di quello che potete pensare con i risultati della giornata) che le abbondanti piogge di ieri hanno fortunatamente ceduto il posto ad un cielo azzurro come raramente vediamo da queste parti portando via lo smog ed abbattendo i valori delle polveri sottili che in certi periodi mi fanno dubitare se sia bene crescere una bimba in questo luogo del mondo..
La giornata sarà presumibilmente lunga con la possibilità di vedere molto tennis di buon livello, anche se ci sono da sbrigare alcune faccende di lavoro, prima di tener fede ad una regola milanese che ho fatto mia e che dice che non c’è nulla che si possa fare il venerdì pomeriggio che non possa essere rimandata al lunedì mattina.
Siamo tra l’altro passati dai 10/15 gradi di ieri agli oltre 25 di oggi (anche questo avrà la sua importanza per determinare i risultati odierni) e l’atmosfera è decisamente da long week-end, ma non per i nostri giovani tennisti la metà dei quali dovrà giocare due partite in rapida successione.
Al mio arrivo al Circolo diversi degli otto match femminili che aprivano contemporaneamente il programma sono già terminati, anzi vedo che sta già battagliando anche qualche maschietto.
Ma sul 9, che è sostanzialmente il Centrale anche se non confondere con lo storico e vintage Campo Tribuna dove si disputano le finali, la “mia pallettara” della puntata precedente, l’anomala russa Amina Anshba, sta attendendo (saltellando senza sosta) la sua avversaria Yastremska, l’ucraina tds 2, che si è assentata per una pausa prima di iniziare il set decisivo.
Noto che è l’unica ragazza che gioca con un pantaloncino “maschile” ed una “volgare” t-shirt , mentre la sua avversaria si ripresenta abbigliata in uno splendido e ben indossato completino Nike anche se mi appare da subito un tantino provata, mentre Amina la scruta con sguardo determinato quasi volendole comunicare che soltanto ora sta iniziando ad entrare nel match.
La bella ucraina si ritirerà sullo 0-5 (per disperazione credo) e sono certo non sarà felice se dovesse incontrare a breve sul suo cammino questo chihuahua attaccato alle caviglie per non essere volgare, così come immagino non sia stata felice chi la ha affrontata nel secondo match di giornata che Amina ha poi vinto 62 60 prima di andare a giocarsi (e vincere) anche la semifinale di doppio per sciogliere un pochino i muscoli.
Non so se avete mai vissuto questa situazione: incontrare delle persone così clamorosamente antipatiche ma particolari da diventare simpatiche oltre che meritevoli di considerazione, perché proprio questo mi è capitato nei confronti della ormai definitivamente “mia pallettara di fiducia”.
Per restare nel femminile, contemporaneamente, Pervushina era ad un passo dal precipizio; sotto 4-2 nel terzo affrontava una palla game che avrebbe potuto portare ad un passo dalla vittoria la sua brava avversaria, la svizzera-francese In-Albon, spesso impegnata in Italia.
La russa, però e ben per lei, ha in questa occasione dimostrato di possedere un coraggio non comune, traendosi d’impaccio con grande presenza mentale e una almeno apparente inconsapevolezza della paura di perdere. E quindi evidenziando di possedere dei “cojones calientes”, come direbbe il famoso coach delle Azzorre aggiungendo, tornando indietro un attimo, che il tennis è l’unico sport (esclusi quelli gaelici) che le donne (o gli uomini) praticano indossando “las sotana”, se non ci avevate fatto mai fatto caso.
In semifinale le sopracitate russe troveranno la loro connazionale Potapova e la sorpresa slovena Juvan proveniente dalle qualificazioni che oggi era evidentemente on fire, avendo ceduto solo 5 game in due partite sulla carta complicate che ho trascurato.
Mi sono invece dedicato a lungo ai derby “buon sangue non mente” , per capirci ai due bellissimi match in cui il figlio di Julia Salnikova ha prima superato il figlio di Tracy Austin e poi quello di Lynn Dabors-McNally, tutte e tre ex tenniste professioniste anche se di diverso livello. Non avendo ora il tempo di affrontare un discorso serio riguardo alla genetica nello sport, cosa che Gianni Brera faceva brillantemente anni fa, mi ripropongo di discuterne in un futuro prossimo o di lanciarlo come spunto di discussione.
Arrivo su Tsitsipas-Bryde mentre quest’ultimo è avanti di un set e un break, ma non mi potrò godere appieno il suo peraltro evidente talento perché l’altro si aggiudica in rush quattro game consecutivi per chiudere 64 il secondo.
Il terzo sarà combattuto, ma per quel che ho visto Tsitsipas mostra una marcia in più anche sotto l’aspetto mentale mostrando una rara sicurezza dei propri mezzi oltre ad un comportamento ineccepibile. Ad esempio quando in un frangente delicato concede il punto all’avversario invece di rigiocare come avrebbe il diritto di fare, oppure quando non tradisce evidenti emozioni in occasione di situazioni negative o sfortunate, preferendo riconcentrarsi immediatamente e così facendo spesso aggiudicandosi il punto successivo. Ottima mano, splendidi servizio e gioco di volo, diritto importante e rovescio ad una mano stilisticamente ineccepibile anche se non potentissimo, ha ancora ampi margini di miglioramento in particolare nella fase difensiva. Inoltre gli farebbe comodo qualche chiletto in più specie se questo gli dovesse dare la possibilità di aggiungere un po’ di ulteriore potenza.
All’angolo c’è il “father &coach”, ed il ruolo è per lui particolarmente impegnativo e appropriato in quanto il buon Apostolos è occupato, oltre ovviamente a seguire con partecipazione attiva il primogenito, a dar retta ai piccoli brother e sister che avranno mediamente una decina d’anni. Nel breve intervallo tra i due incontri odierni, i piccoli hanno anche velocemente mangiato con il papà che ha trovato anche il tempo di allenare attivamente Stefanos prima che scendesse nuovamente in campo proseguendo sulla stessa falsariga e vincendo il primo set opposto a John McNally.
Ma di fronte si è trovato un vero cagnaccio, un fighter irlandese con fisico da quarterback, spiccato atletismo e ottima tecnica anche se talento inferiore rispetto al suo rivale ; ne è venuto fuori il più bel match del torneo anche sentendo i pareri di diversi coach e giocatori che hanno lasciato le loro occupazioni per concentrarsi sul campo di gara che era diventato gremito nel tardo e caldo pomeriggio milanese.
Il greco, quando era ormai complessivamente intorno alle cinque ore forse abbondanti di tennis quasi consecutive, è andato 4-1 con palla del 5-1; l’americano ha però servito per il match sul 65. Il tiebreak pareva la soluzione più giusta non esistendo, in questo caso mi verrebbe da dire purtroppo, la possibilità di un pareggio. La ha spuntata, di nervi, Tsitsipas anche se il lungo applauso del numerosissimo pubblico ha accomunato i due splendidi protagonisti.
Non ho visto l’altro semifinalista Rodionov (austriaco di passaporto ma del quale sono evidenti le origini russe) , per rispondere ad una domanda che mi avete fatto; ho invece ammirato in Ulises Blanch uno splendido atleta ed un talentuoso miscuglio di razze che vi invito a vedere domani in tv preferendo parlare un momento dell’ultimo italiano rimasto in gara che ha chiuso il suo torneo nei best 8 e quindi con un risultato tutto sommato apprezzabile anche se con una sconfitta decisamente troppo netta sia nel punteggio sia nella sostanza subita da parte del “poco spagnolo” sotto l’aspetto fisico e anche del cognome, ma indubbiamente nato a Malaga, Alejandro Davidovich-Fokina.
Questi aveva superato degli ostacoli assai più impegnativi tra ieri e oggi in mattinata, per cui immaginavo molto arduo il compito di Liam che però non ha praticamente giocato il match nel quale pensavo di farmi un’idea un po’ più precisa rispetto alle fugaci impressioni dei giorni precedenti.
L’italiano di formazione americana non mi è parso particolarmente talentuoso, ma sicuramente ci sono delle geometrie interessanti nel suo approccio oltre a una buona velocità e sapienza tattica, almeno per quel poco che mi sento di dire; appare evidente che la terra rossa non costituisce per caratteristiche tecniche il suo habitat preferito.
All’angolo c’era il padre che ha una spiccata cadenza romana anche se si rivolge poi al ragazzo in inglese e per lunghi tratti ha avuto al fianco Mosè Navarra (l’unico federales oggi presente, gli altri hanno probabilmente fatto il weekend lungo come i milanesi tanto non hanno niente da imparare); tra uno che lo consigliava in italiano e l’altro in inglese la situazione mi è apparsa grottesca e un po’ confusa, anche se non ha niente a vedere con la sconfitta derivata dalla superiorità schiacciante dell’avversario.
Il padre mi è parso un eccellente persona con un linguaggio anche del corpo molto misurato; mi ha colpito quando a fine match è andato a complimentarsi con il tecnico avversario e ha poi raggiunto di corsa il giocatore spagnolo che si stava allontanando per stringergli calorosamente la mano perché è certo che questi ha giocato un match sublime, ancora meglio dei suoi ultimi nei quali ha fatto fuori senza concedere un set Ayeni e Popyrin, entrambi tra i più interessanti che ho visto quest’anno.
Due chiacchere veloci che ho fatto con Mr. Caruana più tardi, mi hanno mostrato una persona cordiale, con la testa sulle spalle e le idee chiare; augurandomi che non ci siano troppe interferenze che potrebbero generare confusione, mi sembra abbiano un progetto serio del quale conoscono perfettamente le difficoltà, ma il giocatore è solido, ha molta voglia di lavorare e lo farà ,credo, nei giusti contesti. Non sceglierà la strada del college americano come si vociferava, ma un percorso più classico fatto di Slam junior e un cauto ingresso nel mondo del tennis vero.
Per chiudere, sabato, e poi anche domenica, sarà presente Supertennis che trasmetterà qualcosa in diretta e qualcosa differito. Da non perdere, in particolare, Tsitsipas vs Davidovich-Fokina , se smaltiscono le prevedibili scorie di oggi.
Mi è rimasto qualche argomento in sospeso che tratteremo nel commento finale che sarà occasione anche per un confronto con i miei dieci lettori che ringrazio per l’attenzione.
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