di Fabio Ferro
Il primo Slam dell’anno, gli Australian Open, ha tre protagonisti certi in Novak Djokovic, Roger Federer e Rafael Nadal. Se per Federer abbiamo una buona certezza dello stato di forma, per Nadal e Djokovic mancano dei risultati rassicuranti e, allora, quale migliore occasione per gli inseguitori di inserirsi nella corsa al titolo? Vediamo chi sono i pretendenti al trono d’Australia e come si presentano agli Australian Open.
Innanzitutto, chi sono gli inseguitori e veri pretendenti al titolo? sicuramente i Top 10, da Wawrinka e Cilic, più alcuni outsider che potrebbero fare il colpaccio della stagione o della vita.
Stan Wawrinka, il Caterpillar. L’anno scorso ha vinto lui, superando un Djokovic in forma e un Nadal malconcio. Dopo il successo in Australia, Stan ha avuto evidenti problemi di identità, ma ha saputo rimettersi in carreggiata e il suo 2014 si è chiuso con tennis di altissimo livello e una Coppa Davis che fa tanta fiducia. Nel 2015 ha giocato ad Abu Dhabi, esibizione, ma non è stato un test attendibile e ha perso con Nadal, abbastanza fortunato, una partita piuttosto brutta tra gratuiti e ritmo quasi assente. Un po’ di luce è arrivata nel torneo 250 di Chennai, vinto abbastanza agevolmente e senza cali di tensione, ma senza incontrare avversari di pari livello. Wawrinka resta la maggiore incognita nel tabellone dello Slam Australiano.
Kei Nishikori, Ken Shiro. Il giapponese, capace di sferrare colpi ad un ritmo forsennato, proprio come il cartone animato giapponese, è l’attuale n.5 al mondo e probabilmente merita questa posizione per la continuità che esprime lontano dagli infortuni. Per quanto sia velocissimo sul campo e piuttosto elastico, è piuttosto fragile. Per tale motivo, in chiave Slam, solo allo scorso U.S. Open ha brillato sulla distanza dei 3 su 5. La sua prestazione, salvo complicazioni fisiche, è quasi certo che lo porti nei turni che contano. Il 2015 lo ha visto impegnato a Brisbane, dove ha massacrato Tomic per poco più di un set e dove ha fatto partita pari nella semifinale con il Raonic delle grandi occasioni.
Andy Murray, la vecchia canaglia. È molto difficile decifrare l’umore e la condizione di Andy, non solo per il fatto che in campo straparla e ha sempre un motivo per coprirsi di insulti, che vinca o che perda. Ha giocato un 2014 davvero stressante ed è arrivato senza benzina alle Finals, dove ha raccolto davvero poco. Ma ha dimostrato che, quando serve, con tanta umiltà si sa rimboccare le maniche e giocare meglio e di più. Quest’anno non ha giocato competizioni ufficiali, ma ha preso parte all’esibizione di Abu Dhabi, arrivando in finale e battendo Feliciano Lopez, in un match fantastico, e contenendo un Nadal incapace di accelerare. La finale non è poi stata disputata, per ritiro di Djokovic. Manca un confronto attendibile per lo scozzese, che ha lamentato fastidi alla spalla dopo il match con il maiorchino, salvo poi presentarsi alla Hopman Cup come se niente fosse.
Tomas Berdych, il costante. Il ceco, quando fa parte dei top ten, ci ha abituati ad una costanza di rendimento e ad un piazzamento praticamente sempre uguali. Tomas è costantemente tra il numero 5 e il numero 7 ormai da anni, non deludendo mai le aspettative, ma limitandosi a piazzamenti onesti negli slam, salvo rarissime occasioni. Il cemento australiano è la superficie che più gli si addice, ma non riesce mai a brillare davvero nelle occasioni che contano. Il 2015 lo ha visto impegnato nell’Atp 250 di Doha, dove ha giocato un ottimo tennis in tutti i match, tenendo gli avversari sempre ben lontani dai suo serviziofino alla finale persa da David Ferrer. Il Tennis che ha espresso è il suo solito, pochi errori, tanta sostanza e tanta potenza. In realtà c’è una variante, gli angoli dal lato del dritto. Il ceco ha infatti sfoggiato un maggiore uso delle rotazioni e una maggiore incisività nella ricerca dei cross, attitudine che gli permette di aprire il campo e sfondare in lungolinea, sua azione prediletta. Che sia la volta buona per Berdych?
Milos Raonic, Cannonball. Il canadese è il Top 10 che più ha evoluto il gioco nella pausa invernale. Fino ad ottobre lo abbiamo visto giocare sempre e solo in dritto a sventaglio e affidarsi al servizio eccezionale, cercando di portare i match al tie-break. Oggi è un giocatore diverso, usa il rovescio per offendere e per difendere, non varia ancora molto, ma sa fare davvero molto male. Cerca la rete e ci sa giocare, basti andare a pensare alla finale di Brisbane 2015, nella quale Federer è impazzito nel cercare soluzione agli attacchi di Milos. Alla fine lo svizzero ha prevalso, ma solo perchè era lui, un altro giocatore avrebbe perso pazienza e partita. Se Raonic riesce ad essere propositivo, Melbourne può essere la sua nuova casa.
David Ferrer, il vecchio leone. Contrariamente a quanti lo davano per vecchio e in inesorabile calo, David ha cominciato il 2015 con il botto, vincendo il torneo ATP 250 di Doha e battendo, nell’ordine, Verdasco, Brown, Karlovic e Berdych in finale. Fisicamente è più muscoloso, specie nella parte superiore e l’impressione è che i suoi colpi siano più pesanti. Durante la pausa invernale ha lavorato tanto e, tra le altre cose, ha cambiato anche allenatore dopo tanti anni. La preparazione gli ha giovato e anche i nuovi schemi in campo sembrano funzionare bene. Probabilmente lo rivedremo in posizioni più consone al suo blasone.
Juan Martin Del Potro, a volte ritornano. L’argentino è appena tornato alle competizioni, ma ha subito dimostrato di non dover riprendere da zero, anzi. Il tanto lavoro svolto in recupero gli ha permesso di migliorare tono e preparazione atletica. Tuttavia, i suoi colpi non hanno lo stesso suono di qualche tempo fa. Che sia solo una questione di ritmo o di fiducia nel polso? Difficile dirlo, ma da lui ci aspettiamo sempre grandi cose e, soprattutto, le sue catenate.
Grigor Dimitrov, provaci ancora. Il bulgaro esprime un tennis fantastico, ma con i top players ha una media bassissima, anzi pessima. Ad inizio anno ha giocato a Brisbane, anche piuttosto bene, fino alla semifinale contro Roger Federer. Ogni volta che il destino pone Dimitrov contro Federer, Grigor le prende di santa ragione. Non regge il confronto e la tensione, almeno per ora. Melbourne, però, ha una superficie molto veloce e ciò gli potrebbe consentire di giustiziare qualcuno dei più grandi.
Feliciano Lopez, sempreverde. Quando Feliciano si presenta in un torneo su superficie veloce, sono in molti a tremare. Lo spagnolo ha la capacità di fagocitare gioco e di restituire servizi slice e colpi back-spin davvero ostici. Nel 2015 ha dato più volte prova di una condizione ottimale e di avere ancora voglia di giocare bene a tennis. È in forma e il servizio splende per rendimento. Attenzione!
Simone Bolelli, bentornato. Simone si presenta con la pettorina n.51 agli Australian Open, ma gli va ancora evidentemente stretta. Ha cominciato l’anno giocando davvero bene e battendo, tra gli altri, David Goffin, n.21 delle classifiche e giocatore dotato di un tennis tecnico e completo. La capacità di Simone di comandare il gioco e la sua attitudine al gioco sui campi veloci lo obbligano ad un buon risultato nella campagna australiana. Può portare a casa scalpi importanti, giocando alla pari con i Big. Noi ce lo auguriamo e, soprattutto, ci divertiamo nel vederlo giocare come sa fare.
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