Verena Hofer è una delle giovani più promettenti nel panorama tennistico italiano, già campionessa nazionale under 14 nel 2011 e under 16 nel 2013. La giovane bolzanina, che si allena presso il TC Ortisei, ha da pochi mesi compiuto la maggiore età e si prepara al passaggio definitivo da juniores a professionista.
L’anno scorso la vittoria nel $10.000 a Santa Margherita Di Pula in coppia con Martina Pratesi le ha permesso di fare un bel balzo in avanti in classifica e di chiudere il 2014 dentro le prime 1000. I risultati di questo 2015 si concretizzano nella buona condizione ritrovata sul finire dell’estate quando, un paio di settimane dopo il suo compleanno, si regala il best ranking alla piazza numero 722.
Infine la scorsa settimana ottiene una wild card che la introduce direttamente nel main draw del ritrovato $10.000 di Ortisei, letteralmente il torneo di casa sua. La raggiungiamo al telefono in una tranquilla domenica pomeriggio. Una vocina timida risponde alle mie domande disturbate dai rumori stridenti del treno che mi fa da sottofondo.
Partiamo dalla tua ultima partecipazione al torneo di Ortisei. Sei entrata in main draw con una wild card e al primo turno ti sei trovata davanti Anna Turco. Sei partita fortissimo 5-0 nel primo set…poi cos’è successo?
“Ho iniziato bene ma in casa è davvero difficilissimo reggere la tensione, sapevo che tutti tifavano me. Sono entrata in campo molto nervosa ma ho iniziato comunque bene perché sono andata subito avanti 5-0. Poi ho perso il game di servizio e sul 5-2 mi sono innervosita davvero tanto: sono diventata sempre più corta coi colpi mentre al contrario lei entrava sempre di più in campo e sbagliava sempre meno. Ho avuto due set point sul 5-3 e poi un altro sul 5-4: lei a quel punto non aveva nulla da perdere, mentre io commettevo troppi errori. Ho perso 7-5 il primo set. Anche nel secondo set sono partita subito forte 2-0 poi ho mollato un po’, ero sempre troppo corta, lei è andata 4-2 avanti ed è finita 6-4. È stata durissima, c’era tanta gente presente e tutti tifavano per me, li sentivo… normalmente non sono nervosa in campo, non mi lascio condizionare dal pubblico, ma stavolta ho sentito davvero tanto la pressione su di me”.
Parlaci un po’ della tua esperienza negli Slam a livello juniores. Qual è quello che preferisci per atmosfera e organizzazione?
“Nel 2014 ho avuto la fortuna di giocare tutti e quattro gli Slam. È stato veramente bellissimo, è un’esperienza incredibile già solo poter vedere come si allenano i giocatori top player. Anche lì devo ammettere che ho fatto un po’ di fatica in campo per l’agitazione: ero tesa, soprattutto a Londra perché ho giocato per la prima volta nella mia vita sull’erba a Wimbledon, non potevo scegliere davvero posto migliore per fare il mio debutto! L’Australia mi è piaciuta molto ma Wimbledon resta sempre il torneo più affascinante per l’accuratezza che riservano in tutte le cose, dai campi alle decorazioni dei fiori. Ma tutti gli Slam sono organizzati impeccabilmente devo dire. A Wimbledon però c’è sicuramente l’atmosfera più bella”.
Quando hai cominciato a giocare e quando ti sei sentita di dire sono una tennista, questo sarà il mio lavoro da grande?
“Ho iniziato molto piccola, a 4 anni, perché io abito proprio sopra al circolo di Ortisei, i miei genitori gestiscono il bar del circolo. Quando ero piccola sciavo anche a livello agonistico, questo fino alle scuole medie quando ho dovuto decidere quale sport continuare e il tennis ha avuto la meglio, anche per una questione di comodità, avevo i campi da tennis praticamente in casa! Così dalla seconda media mi sono dedicata completamente al tennis, anche se qui da noi lo sport nazionale è lo sci!”
Diciotto anni sono un’età di transizione importante per una giocatrice. Com’è stato il passaggio da junior a pro?
“Mah devo dire che in realtà avendoli compiuti a settembre non ho ancora sentito le conseguenze di questo passaggio: all’inizio dell’anno ho giocato ancora tornei under 18 e solo a fine anno ho giocato qualche $10.000. Dopo il mio compleanno mi sono praticamente solo allenata e il vero cambiamento sarà programmare la prossima stagione come vorrò io tra i $10.000 e i $25.000. Dividendo tutto in tre settimane di allenamento e una di torneo sarà più facile gestirmi le forze per tutto l’anno. Devo ancora pensare bene al calendario ma a gennaio penso forse di andare in Germania a Stoccarda, ma non ho ancora deciso a dir la verità, poi forse in Tunisia”.
Sei comunque molto giovane, questo ti permette di avere dei margini di miglioramento a livello tecnico o è più questione di preparazione atletica?
“Io cerco in allenamento di puntare più sulla parte atletica perché faccio un po’ di fatica a muovermi, devo migliorare molto sulla resistenza a partire ovviamente dai fondamentali tecnici, quindi quasi tutta parte atletica per me!”
Chi è il tuo allenatore e chi riesce a seguirti nei tornei?
“Mi alleno con Stefano Bassetto e Patrick Prader, che fortunatamente viene quasi sempre con me ai tornei, mi accompagna, mi fa praticamente da sparring partner da 6 anni, mentre con Stefano mi alleno da sempre. È molto comodo avere il supporto di Patrick perché gioca benissimo e mi alleno davvero molto bene con lui”.
Quest’anno hai giocato tanto in Italia, Austria, Turchia. La tua programmazione per il 2016 prevede altri tornei all’estero?
“Sì, di sicuro inserirò più tornei all’estero anche perché io sono più vicina ad Austria e Germania e spesso mi conviene anche economicamente. Devo dire che i tornei in Turchia e Tunisia sono i più comodi perché stai lì nel villaggio tre settimane e puoi giocare tre tornei di fila. Mi piace molto viaggiare però per mangiare in questi posti spesso è un po’ un casino…”
Scalando passo dopo passo la classifica quali differenze noti nell’affrontare i tornei?
“Indubbiamente quando hai i punti per entrare in tabellone diventa tutto più facile ma la differenza la noti subito rispetto all’under 18, poiché la discriminante non è tanto tecnica ma tutta mentale: le giocatrici da $10.000 hanno molta più esperienza di noi giovani e questo si vede soprattutto nella gestione dei punti decisivi. Io fortunatamente posso ritenermi abbastanza forte mentalmente, ho provato anche ad avvalermi dell’aiuto di uno psicologo ma devo dire che la concentrazione è uno dei miei punti di forza”.
In tutto questo viaggiare per tornei riesci ad avere dello spazio per te, del tempo libero?
“Eh molto poco in realtà! A volte mi piace semplicemente stare a casa a riposarmi, incontrare le amiche, andare al cinema, fare shopping…cose semplici! Non posso nemmeno sciare perché papà me lo proibisce, ha paura che mi faccia male…anche se a me piacerebbe molto!”
Grazie mille a Verena e in bocca al lupo per la prossima stagione!
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