di Daniele Sforza
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Us Open junior, anno 2007. Kristina Kucova, 17enne di Bratislava, esplode di gioia. Al termine di un match molto lottato e finito solo al tie break del terzo set, grazie a un rovescio lungo di Urzula Radwanska, ha portato per la prima volta un trofeo Slam, di singolare femminile, in Slovacchia.
Da quel momento saranno altre due ragazze, sorelle, a tentare la strada del successo in uno Slam, invano. Ana Karolina Schmiedlova nel 2012 si è dovuta arrendere, nel tempio del Roland Garros, alla tedesca Annika Beck, uscendo sconfitta in rimonta con il punteggio di 26 75 63. L’anno scorso è stata invece la volta di Kristina Schmiedlova, che si è arresa a Wimbledon, alla forte lettone, neo vincitrice del 50k di S.Pietroburgo, Jelena Ostapenko, uscendo con il punteggio di 26 63 60.
A raggiungere Kristina nella storia di questa piccola nazione, composta a malapena da 5 milioni e 500 mila persone, ci ha pensato quest’anno, Tereza Mihalikova, nel primo Slam stagionale, agli Australian Open.
In pochi avrebbero scommesso sulla giovane di Topolcany, nonostante si sappia come, in uno Slam junior, specialmente femminile, non ci siano certezze. A tutto questo si aggiungeva il fatto di non essere nemmeno accreditata di una testa di serie e di trovarsi in uno spot di alto livello. Tanto che il cammino è già arduo nel primo turno, quando elimina con un 64 al terzo set la wild card australiana Kraemer ed ancora più duro è il match che la vede opposta alla seconda testa di serie, Jil Teichmann, dove si ritrova addirittura sotto 4-2, servizio Teichmann, nel terzo set. “E’ stato un match pieno di alti e bassi. Quando stavo perdendo al terzo set, sentivo che stavo giocando bene ma sapevo di poter fare meglio, così quando mi sono trovata sotto 4-2 e servizio Teichmann mi sono semplicemente detta: ‘Ora inizia tutto e posso farcela’. Da questo momento ho commesso meno errori di lei alla fine del set, ed ecco il motivo per cui sono riuscita a vincere”.
A seguire, nel terzo turno, un’altra battaglia contro la giocatrice di casa Sara Tomic, sorella di Bernard. “Contro Sara è stato veramente difficile, avevo forse solo 4-5 fan in tutto lo stadio, per fortuna non mi sono concentrata sul pubblico ma solo sul match e sono riuscita a conquistare anche questa partita” .
Da quel match in poi la strada verso il successo è in discesa, con le vittorie su Robillard-Millette (doppio 62), Greet Minnen (64 75) e poi un 61 64 nei confronti della promessa del tennis britannico, Katie Swan, che durante il proprio cammino aveva lasciato le briciole a quasi tutte le avversarie.
“Quando ho vinto questo torneo c’erano tantissimi giornalisti che volevano chiedermi qualcosa e avevo tante cose da fare a cui si aggiungeva il fatto di dover tornare a casa dopo la finale. Quando sono tornata a casa qui, c’erano ancora tanti media che volevano parlare con me, poi sono andata a giocare due tornei in Egitto e posso dire che non mi sentivo come una vincente di uno Slam, sembrava come se avessi perso al primo o al secondo turno. Ora però, mesi dopo, quando guardo il trofeo dal mio letto, finalmente mi accorgo di aver realizzato questo sogno veramente”.
Questo successo ci porta a raccontare la storia di Tereza dal principio, quando aveva 5 anni e non era questo lo sport verso cui era stata indirizzata. “Quando ero piccola facevo nuoto perché mio padre voleva che mi impegnassi in questa disciplina sportiva. I miei genitori mi hanno sempre detto che ero veramente iperattiva, così quando, a 5 anni, dissi loro che odiavo l’acqua fredda mi portarono da mia zia (dalla parte di mio padre) e lei mi ha portato per la prima volta sui campi da tennis. Ho giocato con lei e con la sua famiglia e mi è davvero piaciuto. Dall’età di 6 anni, ho poi iniziato a giocare nel club della città, il Tc Topolcany”. Con la racchetta da tennis è vero amore, non c’è altra cosa che la slovacca voglia fare. Vuole solo giocare a tennis e diventare una tennista professionista. “ Non posso dire esattamente quando ho capito di poter diventare una tennista a livello internazionale, amo il tennis e quando pensavo al mio futuro non potevo che vedermi come una tennista. Ad essere onesti non riesco ad immaginarmi con un altro ruolo, che sia quello dell’infermiera o della cameriera…”.
Sicuramente non tutti avranno assistito alla cavalcata di Tereza negli Australian Open e perciò non saranno a conoscenza delle sue caratteristiche tecniche. “Provo a giocare di tutto, ho un buon servizio che mi aiuta molto sui campi più veloci, corro bene e per questo posso colpire bene in difesa. Come tutti, cerco di giocare meglio da fondocampo con colpi aggressivi e a volte provo a chiudere i miei colpi a rete con volley o dryvolley. Se dovessi dire qual è il mio colpo peggiore affermerei (ride) il dropshot, infatti ora sto provando a migliorarlo”.
Per farlo, continua ad allenarsi con lo stesso coach che la segue praticamente da sempre, “Jan Studenic, con cui mi alleno dall’età di 9 anni. Passo molto tempo con lui anche perché lui è ancora con me nei tornei e ci alleniamo per 4-5 ore al giorno”. In questi anni Dominika Cibulkova è diventata un punto di riferimento in Slovacchia per tutte quelle ragazze che vogliono approcciarsi al tennis, anche se non rappresenta il modello di Tereza. “Dominika è una brava ragazza e soprattutto una bella persona. Non ho parlato molto con lei ma è sempre gentile e prova a dare il 100%, sia sul campo che in allenamento. Tuttavia non posso dire che sia il mio idolo, sono la più grande fan di Serena Williams, la considero veramente la regina del tennis”.
Nonostante la ancora breve carriera, tanti sono i ricordi. “Ci sono tante situazioni strane vissute sul campo da tennis e non posso raccontartele tutte. Sicuramente ricordo quando, durante un match del Rg 2014 ho colpito un uccello con il mio dritto. Uno dei miei più bei ricordi negli Australian Open è stato chiedere l’intervento dell’Hawk eye per un punto”.
Molto chiari gli obiettivi per la sedicenne slovacca, numero 13 del ranking Junior e numero 947 nel Ranking Wta. “Il mio obiettivo è quello di chiudere la stagione nella top 10 junior e nel frattempo, come già fatto, giocherò tornei a livello Pro per provare a raggiungere la top 100 nel giro di due anni”.
Quando hai 16 anni e cominci a vincere in uno sport, devi decidere cosa farne della scuola. Terka, questo il nickname dato dai suoi amici, è riuscita a organizzare il tutto al meglio, anche grazie all’aiuto dei professori. “Seguo un piano individuale a scuola e dovrei diplomarmi in due anni. Le mie insegnanti sono davvero brave e capiscono i miei problemi, poiché sanno che non sono in Slovacchia così tanto tempo, inoltre ho la possibilità di imparare e fare test grazie a Internet”.
Tanti sono i rapporti di amicizia con le altre colleghe ma su tutte spicca quello con la connazionale e già citata per essere stata finalista lo scorso anno a Wimbledon Junior, Kristina Schmiedlova. “La maggior parte delle tenniste dice che sono la ragazza più pazza e strana che abbiano mai incontrato (ride). Cerco di essere felice tutto il tempo ed è questo il motivo per cui inizio a cantare o ballare o fare qualunque cosa mi passi per la testa, anche quando sono in un luogo pubblico. Non c’è molto tempo per me ma quando lo ho cerco di passarlo leggendo, guardando film, andando al cinema e facendo cose normali… se si esclude quest’ultima cosa che ti dico (risata). Io e Kristina (Schmiedlova ndr) facciamo video divertenti, vines e abbiamo anche un account Instagram dove noi postiamo queste cose divertenti… e nessuno crede che siamo realmente noi”.
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