di Giacomo Bertolini
“LA LISTA D’ATTESA” CAPITOLO SESTO: IL TEAM RUMENO
Speciale capitolo nel sesto appuntamento con la “Lista d’attesa” che, eccezionalmente, va a prendere di mira non una singola giocatrice ma addirittura un team intero, con diverse connazionali da troppo tempo alle prese con una maturazione lenta e quanto mai altalenante.
Finisce infatti sotto la lente d’ingrandimento della “Lista d’attesa” l’intera squadra rumena, un gruppo cresciuto in sordina nelle ultime stagioni grazie a colpacci inattesi di tenniste quali Dulgheru, Cirstea, Niculescu e Begu, senza contare la sensibile crescita dell’ostica Halep e i buoni riscontri a livello Itf di Cadantu e Mitu.
Composto da tenniste solide, determinate e in modi casi versatili, il team rumeno da diversi anni a questa parte si è affacciato senza preavviso nel tennis che conta sfornando una serie di tenniste assolutamente interessanti e alquanto spigolose in campo, salvo però palesare anche notevoli margini di miglioramento che, inevitabilmente, ad oggi fanno del gruppo in questione una pattuglia ancora alle prese con un’identità non ben definita.
La Romania, forte delle parentesi vincenti e convincenti delle sue atlete ci crede, anche se poi la realtà complessiva svela un gruppo, sicuramente dotato di ottimo potenziale, ma forse ancora troppo acerbo, privo di una leader trainante e giocoforza ancora impantanato nei sottogruppi della Federation Cup.
Eppure, dal 2008 ad ora, i presupposti per fare della Romania il team sorpresa del circuito Wta c’erano tutti, complici soprattutto le inaspettate tanto quanto precoci imprese delle prime due “cavie” di lusso: Sorana Cirstea e Alexandra Dulgheru.
Classe 1990 la prima, classe 1989 la seconda, entrambe iniziano con successo a calcare i circuiti Itf dove non tardano, giovanissime, a fare incetta in ricchi tornei, dimostrandosi subito all’altezza di cornici maggiori.
Non si fanno infatti attendere per le due nuove forze rumene i primi exploit nel panorama Wta che, incredibilmente, si trova a fare i conti con i loro ripetuti colpacci: a 18 anni per la Cirstea è già tempo di festeggiare il primo sigillo Wta a Tashkent, mentre per la Dulgheru la consacrazione arriva con il 600.000$ di Varsavia che la vede clamorosamente in trionfo dopo essere partita dalle qualificazioni.
Tenniste del calibro di Safina, Schnyder, Jankovic, Chakvetadze e Pennetta finiscono ripetutamente al tappeto, la Romania, tenuta in vita nel maschile dai veterani Hanuscu e Ungur, accoglie a braccia aperte un ciclo di giovani guerriere, determinate a gettare scompiglio in una classifica affamata di campionesse da top ten.
Classifica che, specialmente nel biennio 2009-2010, subirà per le due nuove tessere del mosaico Wta, una nuova, sensibile impennata con risultati straordinari distribuiti sulle più diverse superfici e durante l’arco di tutta la stagione.
Alle prese con le prime conferme il braccio delle rumene non trema affatto e la loro personalità combattiva e tenace in campo incontrerà ben pochi ostacoli: Sorana Cirstea stravolge i pronostici del Roland Garros issandosi sino ai quarti di finale, per poi confermarsi in seguito con il terzo turno a Wimbledon e Us Open, per Alexandra Dulgheru invece arriva il secondo titolo in carriera con il bis da campionessa in carica nella “sua” Varsavia, oltre ai primi ottimi riscontri a livello Slam.
L’emergente scuderia rumena diventa improvvisamente concreta realtà e anche se il 2011 di Cirstea e Dulgheru, entrate di diritto nelle prime 30, si rivelerà decisamente sottotono, a ritagliarsi prepotentemente un posto da nuove rivelazioni ci pensano le due nuove scommesse di questo generoso movemento: Simona Halep e Irina Camelia Begu.
Già regina al Bonfiglio e al Roland Garros Junior, Simona Halep, liberatasi parzialmente dell’ingombrante seno, non trova più intoppi e freni e, dopo aver confermato la finale nel torneo marocchino di Fez, affetta a grandi falcate il ranking sino alla piazza 47.
Decisamente diversa invce l’esplosione del jolly Begu che, più grande della Halep di un anno (è classe 1990) e senza spinte Junior alle spalle, si inventa dal nulla la settimana della vita a Marbella dove, dalle quali, trova la prima finale in carriera dopo aver battuto in semifinale il colosso Kuznetsova, rimontata a sorpresa 36 76 64.
Un boom che, supportato dai numerosi successi Itf e dalla nuova finale Wta raggiunta a Budapest, finisce per catapultare la giovane Begu a ridosso delle prime 50, risultato stupefacente per una tennista dal fisico incredibilmente esile e dal servizio non propriamente micidiale.
In buona sostanza alle porte del 2012 lo squadrone rumeno, tra continui alti e bassi, continua a mettere a segno a rotazione risultati soddisfacenti e a presentare periodicamente nuovi, talentuosi ricambi.
E l’andamento della stagione che ci siamo lasciati alle spalle non poteva che continuare su questa curiosa falsa riga.
In casa Romania a intermittenza, Dulgheru esclusa, brillano tutte: la Cirstea conferma il suo primato dimostrandosi sempre più macchina da guerra ben oliata negli Slam, la Begu riesce a cogliere il primo sigillo in carriera a Tashkent, la Halep si inventa una settimana perfetta a Bruxelles cedendo solo in finale alla Radwanska, mentre una rinata Niculescu (classe 1987) ritrova gli stimoli perduti regalndosi la top 30 a suon di risultati degni di nota.
Difficile, anzi difficilissimo, tratte un bilancio complessivo dal frammentato e caotico scenario rumeno e, ancora più complesso, è definire, tenendo fede al titolo della rubrica, quello che da loro possiamo attenderci.
Con una Dulgheru in crisi verticale (sprofondata a 23 anni fuori dalle 200) e l’accoppiata Begu-Halep ancora in fase di rodaggio, l’unica in grado di poter compiere il definitivo salto di qualità, salvo miracoli in casa Niculescu, sembrerebbe essere l’attuale numero 1 della compagine Sorana Cirstea, la cui entrata almeno nelle prime 20 ,tuttavia, si sta procrastinando ormai da troppi mesi.
Con il rischio paradossale che il nutrito gruppetto di professioniste rumene si assimili passivamente in un blocco inconsistente e pericolosamente indistinguibile l’unica soluzione sembra aspettare (tanto per cambiare!) l’ennesimo ricambio dalle retrovie, dove già si sussurrano, con sempre più insistenza, i nomi di ben tre possibili outsider in rampa di lancio: Alexandra Cadantu (classe’90), Cristina Mitu (classe ’91) e Cristina Dinu (classe ’93).
In attesa delle loro Top Ten di sicuro i rumeni intanto posso consolarsi con una gamma di valide possibilità che, nelle prime 200 del ranking Wta, poche altre nazioni posso vantare!.
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