(Nduka Odizor)
di Enrico Maria Riva
C’è un paese in Africa con una popolazione di quasi 170 milioni di persone, con il terzo Pil del continente e con una delle aspettative di vita più basse al mondo. Ha una federazione (NTF) affiliata all’Itf, organizza tornei internazionali, ma di giocatori, anche solo discreti, non ne vede l’ombra. In Nigeria ci sono 6 uomini e 7 donne che quest’anno hanno conquistato punti a livello Atp o Wta ma solo i maschi possono vantare una classifica poiché le femmine non hanno raggiunto i tre tornei minimi. Lawal Shehu ha 26 anni e con i suoi 2 punti è il miglior giocatore del paese; il risultato lo ha ottenuto battendo due connazionali, di cui uno per ritiro, in due futures locali. Alla 14enne Sarah Adegoke è bastata una sola vittoria contro una connazionale in un 25k locale per portarsi a casa ben 9 punti. Non importa che le altre due partite del 2011 le abbia perdute 60 60.
Onta e disonore per un paese abituato a ben altro e con una storia sportiva che ricorda con orgoglio. Erano gli anni ’60 quando una Nigeria da poco indipendente decise di non cancellare del tutto il passato coloniale britannico e sotto la guida di Lord Rumens, con la collaborazione di Ibrahim Sangari (scomparso proprio quest’anno) e Raheem Adejumo, introdusse il tennis nelle scuole secondarie. Un’operazione che portò i suoi frutti negli anni ’80 quando il paese arrivò ad avere un giocatore tra i primi 60 del mondo. Se la storia dei padri fondatori è legata ormai a ricordi mitici (di Edward Agori si dice che avesse il più forte rovescio africano della storia e che se fosse diventato professionista avrebbe potuto ambire ad uno Slam), quella delle generazioni del boom del petrolio è scritta negli annali. Il più forte tennista nigeriano di tutti i tempi fu senza dubbio Nduka Odizor, numero 52 del mondo nel giugno del 1984, un titolo Atp a Taipei e sconfitto agli ottavi di Wimbledon ’83 dopo aver battuto il numero 5 del mondo Vilas all’esordio; grazie ai suoi risultati Lagos ospitò tornei con i più forti del periodo, tra tutti Thomas Muster.
Poi il lento declino fino al disastro dei giorni nostri. Nel 2008 la NTF ha investito parecchio per formare allenatori e giocatori nuovi, creare una squadra di Davis competitiva e attrarre gli sponsor ma i risultati non l’hanno ancora premiata. Le critiche alla dirigenza di Lagos arrivano indistintamente da giornalisti e addetti ai lavori e una delle pecche su cui tutti concordano è la soffocante burocratizzazione della struttura. Jonathan Igbinova non vanta gli stessi successi di “The Duke” ma è stato tra i primi 500 del mondo nel lustro passato. Interrogato sulla federazione l’ha definita come un “impero cieco” governato dalla corruzione e dall’incompetenza ma una volta spostata l’attenzione sui suoi colleghi non ha modificato il tiro definendoli “una generazione persa di giocatori pigri”.
Shehu (ve lo ricordate? quello dei 2 punti) non l’ha presa bene e ha detto la sua sulle cause dell’attuale crisi del tennis nigeriano. A sentire il miglior giocatore del paese la federazione non attrae abbastanza sponsor che possano finanziare coach e viaggi; i principali atleti nigeriani si allenano da soli e non hanno soldi per andare a competere negli Itf all’estero. Gli da manforte Alfred Otu, ex coach ITF: “la ragione per cui i nostri giocatori non riescono ad emergere neanche nei tornei di casa sta nel fatto che la maggior parte di loro non sa neanche cosa sia un torneo futures”.
La rinascita avrebbe potuto passare per coloro che il paese l’avevano abbandonato per trasferirsi negli Stati Uniti. Nel 2005 Odizor, Imonitie, Abdullahi, Mmoh, Olagbigi-Kassim e altri ex giocatori si riunirono in Texas per discutere dello stato del tennis in Nigeria e indicarono una road map per uscire dalla crisi. Nel 2008 in Florida nacque la NTF-USA che si attivò rapidamente per collaborare con la controparte africana nella creazione di un’accademia internazionale. L’iniziale entusiasmo ha però faticato a mantenere il suo slancio e quest’anno la NTF-USA ha deciso di aggiustare il tiro. I 100 soggetti più rappresentativi del tennis nigeriano sono stati coinvolti nella stesura delle modifiche che presto verranno pubblicate sul sito della federazione d’oltreoceano (http://www.nigeriantennisfoundation.com). Si tratta di un piano decennale che ha come obiettivo riportare la Nigeria nel tennis che conta. Per farlo si punta soprattutto sulla diffusione dello sport nelle scuole e sulla creazione di nuove accademie che permettano ai giovani di studiare e nello stesso tempo di viaggiare e fare esperienza.
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