Analisi sui Giochi – Australian Open

Numeri

di Luca Brancher

Non vi siete mai posti dei quesiti di cui eravate certi che una risposta non ve la sareste mai data? Credo di sì, d’altronde per una buona fetta della popolazione mondiale la vita non è altro che un susseguirsi di domande senza opportunità di soluzione. La mia fortuna, però, differentemente da altri, è che talvolta i quesiti attorno a cui mi arrovello sono di natura a tal punto futile che, in fondo, con un minimo di buona volontà una riposta gliela si può pure tracciare.

Considerate il seguente scenario: una giornata qualsiasi, che fosse mattina o sera poco importa, indaffarato attorno ad alcuni files sul mio MacBook Pro, mentre, al contempo, in tv davano una partita di tennis di importanza relativa, per intenderci uno di quei terzi turni Slam il cui vincitore sarà vittima sacrificale, chiunque egli sia, di un tennista di tutt’altro livello al turno successivo. Un Anderson per Berdych, un Istomin per Nadal insomma. Quando, nel corso di un gioco, arriva una situazione di punteggio chiave, come direbbero gli esperti, ovvero, all’interno di un match in cui a dominare sono i servizi, la saldezza del turno di battuta  veniva messa in serio pericolo. “15-30! Attenzione, situazione pericolosa”. E’ evidente che sia così, non ci vuole uno studio particolare, ma mi sono sempre chiesto: c’è un’evidenza statistica che traduce questo assioma empirico in una verità corroborata da numeri? No, ed allora creiamola!

Ho recuperato l’evoluzione di tutti i giochi dell’Australian Open maschile conclusasi lo scorso mese di gennaio (quasi tutti, visto che la fonte da cui mi sono abbeverato, il noto sito www.diretta.it, non riportava la fedele cronaca di tre games, due relativi a primi turni, uno ad un secondo turno) e ho ricreato la situazione che da un po’ di tempo bramavo. Per ogni giocatore, nel proprio turno di servizio, ho ricostruito l’evoluzione di ciascun gioco in questa maniera: quante volte, nel corso del torneo, Mikahil Youzhny (lui perché vincitore del primo incontro che ha avuto cronologicamente conclusione a Melbourne quest’anno) si è trovato sulla situazione di 15-0? 36. In quanti casi ha poi vinto il gioco? 35. Perfetto, proseguiamo. Cosa posso dire di tutti i giochi passati attraverso lo 0-15? Questa più malagevole situazione l’ha affrontata 23 volte, scampando il pericolo in 14 occasioni. E così via, arrivando al 40 pari. Per tutti i 128 tennisti. Procedendo così ho recuperato 4.386 giochi.

UNA SITUAZIONE ATTESA.

I giochi, a grandi linee, dello scorso Australian Open sono andati così.

8 giochi su 10 sono stati vinti al servizio, il 20% dei giochi si è concluso con uno dei due contendenti che è rimasto a 0 (e nell’89% dei casi a 0 è rimasto chi era in risposta). Nel 30% circa il gioco si è chiuso a 15 ( e 1 volta su 5 si è concretizzato il break), mentre ai vantaggi è finito ¼ dei giochi totali, con il servizio che per ovvie ragioni ha vacillato di più. Teniamo presente che, questo torneo, si gioca su superfici rapide, motivo per cui è ragionevole credere che l’incidenza della battuta sia più alta rispetto al Roland Garros. Tra qualche mese, comunque, lo scopriremo.

GIOCHI

VINTI AL SERVIZIO

PERCENTUALE

TOTALE

4.386

3.475

79%

Incidenza su Totale

CHIUSI IN 4 PUNTI

914

811

89%

21%

CHIUSI IN 5 PUNTI

1.243

1.023

82%

28%

CHIUSI IN 6 PUNTI

1.194

895

75%

27%

AI VANTAGGI

1.035

746

72%

24%

I TOP 10

Cosa ci attendiamo dai top-10, quelli che in classifica vi erano compresi al 27 Gennaio scorso, edizione successiva alla finale tra Wawrinka-Nadal? Che i loro numeri siano più positivi ancora rispetto a quelli sopra riportati. E chiaramente così è.

GIOCHI

VINTI AL SERVIZIO

PERCENTUALE

TOTALE

797

708

89%

Incidenza su Totale

CHIUSI IN 4 PUNTI

187

180

96%

23%

CHIUSI IN 5 PUNTI

250

233

93%

31%

CHIUSI IN 6 PUNTI

225

186

83%

28%

AI VANTAGGI

135

109

81%

17%

Decisamente l’evidenza è spinta verso il giocatore al servizio, così come si nota una leggera, ma non fondamentale, predominanza dei games conclusisi entro i 5 punti (54% contro il 49%). Nulla di sconvolgente, è chiaro che i giocatori unanimemente considerati come più forti siano coloro i quali tengono la battuta con maggiore frequenza, ed anche in maniera più sbrigativa. Ci sarebbe anche da aggiungere che questo dato è sporcato dai match in cui un top ten ha affrontato un altro top ten.

LE VARIE SITUAZIONI E LO SVILUPPO DEL PUNTEGGIO

DOPO UN PUNTO

15-0

2.811 giochi sono passati attraverso la situazione più scontata – slice ad uscire per i destri e poi colpo comodo a chiudere – ovvero il 64% dei giochi. Nell’88% dei casi (2.460 per la precisione) ad aggiudicarsi il gioco è stato poi il tennista in battuta, nei restanti si è concretizzato il break. Wawrinka, il futuro campione, con i suoi 73 15-0 sarebbe stato il tennista ad aver raggiunto per più volte questo punteggio (incidenza del 66% dei giochi), se non fosse stato superato da Dimitrov, con 74% (incidenza 79%) , ma lo svizzero ha subito il break in un’occasione di meno (4 contro 5). Nei percorsi netti più evidenti si staglia come assoluto protagonista Benoit Paire (30 su 30), eliminato al terzo turno da Roberto Bautista-Agut,

Vasek Pospisil (24 su 24), fuori anche lui al terzo turno, ma senza giocare, e Ivan Dodig (23 su 23), che ha lasciato durante il secondo turno con Dzumhur a causa di un malore. Sull’altra sponda, negativa la performance di Aljaz Bedene, 3 giochi su 9 contro Stephane Robert, e di Jimmy Wang, 2 su 7 contro il connazionale Lu. In risposta il tennista con la migliore attitudine sotto 15-0 è indubbiamente l’iberico David Ferrer, che ha recuperato 16 volte su 48 tale svantaggio (33%), mentre Nadal, sulle 64 volte in cui ha fronteggiato tale situazione, è riuscito nel break solo 13 volte, mai ha invece ribaltato le sorti il ceco Lukas Rosol, 19 volte su 19 perdente. Il canadese Milos Raonic è transitato per il 15-0 con la maggiore frequenza nel corso dei suoi turni di battuta (incidenza del 81%, 44 su 54).

0-15

Nel 36% dei casi il primo punto è stato vinto dal tennista in risposta, con recordman di giochi che sono transitati lungo questa situazione Stanislas Wawrinka (6 quelli persi su 37), score qualitativamente migliore rispetto a quello del finalista Nadal (28 tenuti su 36).

WAWRINKA ED I SUOI GIOCHI DA 0-15

GOLUBEV

FALLA

ROBREDO

DJOKOVIC

BERDYCH

NADAL

TOTALE

Vinti

1

3

3

8

12

4

31

a 0

0

0

0

0

0

0

0

a 15

0

2

0

0

4

3

9

a 30

1

1

1

4

6

0

13

vant.

0

0

2

4

2

1

9

Persi

0

1

0

3

0

2

6

I giochi così sviluppatisi hanno visto concretizzarsi un break nel 36% delle situazioni. Daniel Brands, che è stato sconfitto al termine di un primo turno maratona dal transalpino Gilles Simon, pur essendosi trovato per 8 volte sullo 0-15, non ha mai concesso, in queste occasioni, il suo servizio, ed è l’unico, dei 128 giocatori che hanno preso parte al torneo di Melbourne, a vantare tale record. Tommy Haas, che non è durato nemmeno due set contro Garcia Lopez, e Bernard Tomic, k.o. dopo un set contro il futuro finalista Rafa Nadal, non hanno mai recuperato una situazione tutt’altro che compromessa, ma questo loro record negativo è legato semplicemente al fatto che in rare situazioni tale evento si è materializzato (rispettivamente 2 ed 1 volta). Ben più significativo, da questo punto di vista, il primato del kazako d’acquisizione Mikhail Kukushkin, sconfitto all’esordio dal colombiano Alejandro Falla, breakkato 8 delle 9 volte in cui è stato sullo 0-15. Stanislas Wawrinka, che per più volte è andato sullo 0-15 in risposta (45), in 1/3 dei casi ha concretizzato il break (Gimeno-Traver, 2, e Smyczek, 1, ce l’hanno fatta sempre), mentre Brands, nella partita maledetta contro Simon, mai ha tolto il servizio all’avversario nelle 8 volte in cui ha vinto il primo punto alla risposta. Il ceco Jan Hajek, infine, col 69% dei suoi giochi di battuta, detiene la più alta percentuale fatta registrare a Melbourne di giochi che hanno registrato tale punteggio.

DOPO DUE PUNTI

30-0

Il prosieguo del dominio al servizio si è verificato nel 42% dei casi (1.827), vale a dire che 2 punti su 3 dal 15-0 sono passati alla situazione più auspicata per il giocatore in battuta. Grigor Dimitrov, talento bulgaro che in maniera molto promettente ha inaugurato il 2014, si è avvalso di un fondamentale di prim’ordine, tanto da essere stato il tennista ad aver raggiunto, nonostante l’eliminazione ai quarti di finale, per più volte il 30-0, 54, concludendo in maniera vittoriosa sempre, meno che nel secondo gioco del secondo set del secondo turno contro il rappresentante di Taipei Yen-Hsun Lu. D’altro canto che il gioco si concluda con la vittoria del tennista in battuta è una scontata conseguenza, come dimostra il fatto che giocatori capaci di emulare il Lu qui sopra citato costituiscono il 6% del totale, una piccola rappresentanza. L’ottavo di finale tra Roger Federer e Jo-Wilfried Tsonga, invece, comprendeva i due tennisti con la più alta frequenza di giochi di questo tipo conclusisi sempre in maniera vittoriosa: 46 per lo svizzero, 34 per il transalpino.

ROGER FEDERER ED I SUOI GIOCHI DA 30-0

Avversario

Vinto a 0

Vinto a 15

Vinto a 30

Vantaggi

Totale

Giochi Totali

DUCKWORTH

4

2

3

0

9

14

KAVCIC

2

2

1

1

6

13

GABASHVILI

3

3

0

0

6

13

TSONGA

5

5

0

1

11

16

MURRAY

4

2

2

0

8

20

NADAL

3

3

0

0

6

15

Totale

21

17

6

2

46

91

 

Alex Bogomolov (1 su 3), Jimmy Wang (0 su 3), Aljaz Bedene (1 su 3) e Tim Smyczek (0 su 2) gli emblemi degli sperperatori di tale tesoro, mentre Dimitrov, tanto bravo nei giochi in cui teneva inizialmente la palla in mano, si è scoperto meno capace di riemergere dalla situazione sfavorevole, visto che nelle 36 occasioni in cui è andato sotto mai ha ribaltato il punteggio: Wawrinka, per 44 volte costretto ad inseguire, almeno 2 break li ha racimolati, percentuale imbarazzante se paragonata al 33% di Lu (4 su 12) e del francese Lucas Pouille (2 su 6), impegnato e sconfitto al primo turno dal serbo Dusan Lajovic. Ivo Karlovic, nell’ultimo decennio esemplificazione della figura del Big Server, con i suoi 10 30-0 su 16 turni di servizio, è il tennista con la più alta incidenza: peccato che Ivan Dodig lo abbia estromesso dal torneo, sarebbe stato interessante valutare di quanto questa percentuale del 63% si sarebbe spostata.

0-30

Quando il gioco si fa duro… Lo 0-30 è una situazione in cui, chi è campione, deve dimostrarlo. Il futuro trionfatore, Stanislas Wawrinka, per esempio, ha scampato il pericolo 10 volte su 13, concendendo il servizio soltanto nel 23% dei casi e mostrando al tempo stesso talento e freddezza. In effetti l’analisi dell’Australian Open qui condotta dimostra che non è propriamente semplice recuperare la scia quando i punti in dote del ricevente sono 2 più del battitore: 44% i casi in cui se ne esce indenne, altrimenti è break, all’interno di una situazione, per ovvie ragioni, alquanto anomala (14% del totale). Oltre a Wawrinka, ad essersi trovati spesso in cattive acque sono stati l’iberico David Ferrer e il talento bruciato Donald Young, che hanno vissuto sulla propria pelle quanto sia dura riemergere: 7 break su 12 occasioni sono stati subiti. Per trovare ruolini intonsi bisogna ricorrere a giocatori usciti anzitempo, come il ceco Vesely, lo spesso citato tedesco Brands, il francese Benneteau e l’argentino Del Potro, che sono scampati al break nell’unica occasione in cui sono andati sotto 0-30, mentre Jeremy Chardy, Jerzy Janowicz ed Andy Murray, pur perdendo in un caso la battuta, si sono salvati negli altri 5, agli antipodi rispetto ad Ebden, Hajek ed Odesnik, che hanno subito 6 break su 7. Se Wawrinka si è mostrato impenetrabile in battuta, col 77% di giochi vinti, altrettanto bravo è stato in risposta, con 9 break colti in 18 occasioni (50%), non ai livelli di Cilic, Falla e Pospisil (4 su 4), né tantomeno di Andy Murray, col suo quasi perfetto 16 su 18. La maledizione già menzionata di Brands diventa ancora più interessante a questo livello, con 5 giochi non vinti, mentre l’Australian Open horribilis di Hajek si rispecchia nel 54% (7 su 13) di situazioni in cui si è trovato sullo 0-30: curioso che Ryan Harrison, dal canto suo, non vi sia mai transitato nonostante i 15 giochi di servizio.

LA MALEDIZIONE DI BRANDS, IL SORTILEGIO DI SIMON

Giochi Recuperati da

0-15

0-30

0-40

15-40

PB Annullate

1^ Set

3

1

0

0

6/7

2^ Set

2

1

0

0

4/4

3^ Set

0

0

0

1

5/6

4^ Set

1

1

0

0

1/1

5^ Set

2

2

0

2

8/8

TOTALE

8

5

0

3

24/26

 

15-15

Dopo due punti, come se nulla fosse accaduto, ma la fine del gioco è più vicina: è il 15 pari. La soluzione per eccellenza a Melbourne (44% contro il 42% del 30-0) non poteva non essere la più frequentata da Stanislas Wawrinka, a segno 44 volte su 49 (90%, incidenza del 45% su tutti i giochi), dato più rilevante rispetto agli unici che hanno chiuso intonsi il torneo (Karlovic, 4 su 4, e Dancevic, 6 su 6, ma entrambi eliminati al primo turno), ma non al livello del ceco Tomas Berdych (37 su 38) e del canadese Milos Raonic (18 su 19). Disastroso il tedesco Jan-Lennard Struff, breakkato 1 volta su 6 da Mikhail Youzhny, poco meglio hanno fatto Michael Russell (1 su 4) e Michael Llodra (0 su 2, nonostante il conclamato servizio, disinnescato da Berrer o più probabilmente da se stesso). Berdych è stato capace di breakkare nel 26% delle 46 occasioni, ma il record spetta a Vincent Millot, col 67% delle 9 volte in cui gli è accaduto tra Odesnik e Murray. Marinko Matosevic, che ancora deve assaporare la gioia del superamento di un turno negli Slam, non si è aiutato nell’incontro fiume contro Kei Nishikori non avvantaggiandosi mai dal 15 pari nelle 13 situazioni materializzatesi.

MARINKO, MAI UN BREAK DA 15-15!

Avversario: NISHIKORI

PERSO A

Occasioni

15

30

Vantaggi

1^ Set

3

2

1

0

2^ Set

4

2

1

1

3^ Set

2

0

1

1

4^ Set

3

3

0

0

5^ Set

1

0

0

1

TOTALE

13

7

3

3

A sorpresa, il 15-15, è stata la soluzione di punteggio più vissuta da Aljaz Bedene (10 volte su 14), mentre lo è stata di meno per il già “chiacchierato” Llodra (2 su 15).

DOPO TRE PUNTI

40-0

Game! Beh, non proprio. Il 40-0 è sicuramente la situazione tra le elencate maggiormente agognata quando andiamo a servire, e spesso e volentieri si traduce nella facile acquisizione del turno. Nel 27% dei giochi si è giunti  a questo punto, e, nei 1.199 giochi che rappresentano tale percentuale, solo 17 volte si è palesato l’incomprensibile recupero: ne è stato immune Grigor Dimitrov, 39 volte a segno su 39, mentre tra i big lo scivolone è capitato a Wawrinka  (contro Djokovic nel quarto set) ed a Gasquet (nel gioco d’esordio contro Davydenko).

DIMITROV, SOLIDO TRAGHETTATORE

Avversario

Giochi Totali

Giochi Persi

Giochi Vinti

Numero di 40-0

Incidenza

KLAHN

20

0

20

8

40%

LU

15

2

13

8

62%

DIMITROV

20

1

19

11

58%

BAUTISTA

18

1

17

7

41%

NADAL

21

4

17

5

29%

TOTALE

94

8

86

39

45%

L’unico ad incappare due volte in questa sorte è stato il francese Jeremy Chardy, sorpreso nel terzo turno da David Ferrer, ed in giochi non di poco conto: la prima occasione quando si trovava a servire per il secondo set, poi nel game conclusivo del match. D’altronde l’iberico è anche l’unico ad essersi reso artefice della rimonta per due volte, come già visto: Wawrinka, in 29 chances, ce l’ha fatta una volta sola (contro Falla). Nonostante la prematura sconfitta, Llodra ha dominato il 60% dei suoi giochi (9 su 15), passando per questa situazione, mentre l’umorale Hajek mai è riuscito a raggiungerla.

 

30-15

Stan Wawrinka non ha ucciso i propri turni di servizio, come si desume dal fatto che non fosse tra i migliori nella sezione dedicata ai “40-0”, tuttavia non ne ha ceduti poi molti, nelle 6 partite giocate: un dato lampante a supporto di tale tesi sono il 94% di giochi conquistati dei 50 passati attraverso il 30-15. Non il 100% di Raonic (24 su 24) o di Dolgopolov (19 su 19), ma il maggior tempo trascorso sul campo aumenta il valore della sua impresa:

DOLGO, INFALLIBILE DA 30-15

Avversario

1^ Set

2^ Set

3^ Set

4^ Set

Totale

BERANKIS

3

4

1

 

8

Vinti a 15

1

3

1

5

Vinti a 30

1

1

2

Vinti ai V

1

0

1

CHARDY

2

2

4

3

11

Vinti a 15

1

2

2

1

6

Vinti a 30

2

2

4

Vinti ai V

1

1

il canadese e l’ucraino guidano un plotone di 19 giocatori col ruolino intaccato, sorte assolutamente non condivisa da una serie di tennisti già citati, come Llodra (0 su 2), Wang (2 su 7), Bogomolov (1 su 3) e Struff (2 su 5), e nemmeno dal pur migliore Sam Groth, bombardiere aussie estromesso all’esordio da Vasek Pospisil, che 2 volte su 3, nei 15 giochi di battuta, ha attraversato questa fase dopo 3 punti, fattore che non gli ha però evitato una secca sconfitta in 3 set. Di parziali funesti ne sa qualcosa Jeremy Chardy, a cu addirittura mai è riuscito il break nelle 23 occasioni occorsegli, destino opposto a quello di Yen Hsun Lu (6 break su 13), ma anche di Tommy Robredo, che maggiormente ha fronteggiato in risposta tale evenienza e che in 7 casi su 44 ha comunque ottenuto dei poco probabili break, poiché il 30-15 (soluzione standard, delle quattro, dopo 3 punti, dal momento che si è verificata nel 42% delle occasioni) ha generato un misero 13% di break

0-40

E’ poco superiore, invece, la percentuale di giochi tenuti al servizio (15%) dalla situazione-incubo, vale a dire lo 0-40, la vera e propria anticamera del break, che rimane comunque desueta (5%). Lu e Gabashvili, coi loro ruolini così differenti, sono i tennisti ad esserci transitati per più volte, ben 6, non scongiurando mai il break, come invece, almeno in un’occasione, accaduto al transalpino Vincent Millot, con lo stesso numero di chance. I più grandi “Lazzaro” del tennis mondiale sono stati però James Duckworth, al cospetto di Roger Federer, e il cinese Di Wu, contro il gigante Kenny De Schepper, con 2 rimonte a segno su 2. Andy Murray, invece, veste i panni del “boia”, dal momento che delle 10 volte in cui ha vissuto in risposta tale momento, mai ha concesso la grazia ai suoi avversari,

NON CONCEDETE 0-40 A MURRAY

Avversario

Occasioni

Vinto a 0

Vinto a 15

Vinto a 30

Vinto Ai V.

SOEDA

3

2

1

MILLOT

4

2

1

1

LOPEZ

1

1

ROBERT

2

2

FEDERER

0

Totale

10

5

3

0

2

a differenza dei magnanimi De Schepper (chiaramente contro Wu) e Dolgopolov (1 su 3). Ha dovuto sudare 7 camice, nonostante la partenza sprint, Frank Dancevic, che ha vissuto, ahilui, in ben quattro occasioni, questa angoscia, contro lo spregiudicato Benoit Paire (27%, pur salvandosi in due casi), mentre Juan Martin Del Potro  non può imputare al servizio la sua insufficiente campagna australiana, dal momento che mai ha concesso tre palle break di fila su 47 turni di battuta.

15-30

Su Rafa Nadal tanto cose, le più disparate, si dicono, ma una di queste è ampiamente condivisa: le sue doti di fighter sono sotto gli occhi di tutto. Non un caso quindi, che, trovatosi per 26 volte sul 15-30, lo spagnolo si sia salvato ben 16 volte, nonostante gli avversari di valore affrontati, con una percentuale del 62%, superiore a quella media (58%), per un’esperienza vissuta in ¼ dei games disputati. Di sicuro fa piacere scoprire come ci siano quattro giocatori non di primo piano come Robin Haase (6 su 6), Lukas Rosol (5 su 5) e Joao Sousa (4 su 4) che non si sono mai lasciati sfuggire il gioco, ma resta ben più impresso il numero relativo a Tomas Berdych, che ha concesso soltanto 2 break in 21 occasioni. D’altro canto la solidità al servizio del ceco lo ha spinto fino ad una semifinale in cui in 4 set solo una volta si è smarrito l’ordine dei servizi, un’esperienza solo sognata da tennisti come Odesnik, Montanes (0 su 4) e Bedene (1 su 7), che vantano primati ben differenti. Il sempre presente Wawrinka si è comportato al di sotto della media generale (15 su 33), mentre Tursunov vanta la palma dell’invincibile (5 break su 5) e ancora una volta Brands quella del beffato (0 su 11),

Golubev invece è il più frequentante in media (6 su 8, 75%), col canadese Dancevic che solo 1 volta su 15 è stato costretto da Paire sul 15-30.

DOPO QUATTRO PUNTI

40-15

Situazione psicologicamente piuttosto comoda, quella del 40-15, ma attenzione a sottovalutare il rientro dell’avversario: il 96% di giochi vinti in battuta tranquillizza abbastanza il servitore, ma ci sono comunque delle eccezioni. Lo svizzero Wawrinka, ad esempio ne ha sì vinti molti, ma 2 volte su 48 si è fatto bagnare il naso, differentemente da Djokovic (34 su 34), Murray e Berdych (31 su 31): i primati negativi in questo punteggio spettano, come è facile suppore, a tennisti prematuramente eliminati, Wang (2 su 4) e Smyczek (0 su 1). Il futuro campione elvetico, dal cartellino non intonso in battuta, è comunque riuscito a sporcare il proprio in risposta, però con un solo acuto su 37, performance molto lontana da quella di un abile stratega come David Ferrer (4 break su 29).

FERRER ALLA RISPOSTA

Avversario

Giochi in Risp.

Break

Incidenza

Giochi da 40-15

Break

Percentuale

GONZALEZ

14

8

57%

5

1

20%

MANNARINO

20

9

45%

3

0

0%

CHARDY

14

5

36%

6

2

33%

F. MAYER

20

9

45%

8

1

13%

BERDYCH

18

3

17%

7

0

0%

Totale

86

34

40%

29

4

14%

Igor Sijsling, che ha saggiato sulle sue corde tutta la bravura della speranza locale Thanasi Kokkinakis, non ha comunque demeritato al servizio, con l’80% di giochi sul 40-15 (12 su 15), ed il 92% di susseguente successo.

15-40

Solo 15 volte su 100 (o per essere precisi 529 su 3.472) il giocatore in battuta si è ritrovavo in questa scomoda situazione, salvandosi nel 29% dei casi. Non una condanna, certo, ma bisogna essere piuttosto abili per uscirne vivi, come accaduto a Rafa Nadal, che si è salvato 7 volte su 15, cedendo quindi il break con più frequenza di quanto non abbia mantenuto inalterato l’ordine dei servizi: trovare qualcuno immacolato è piuttosto dura.

Numeri 7

Jiri Vesely e Richard Gasquet, per esempio, ci sono riusciti 2 volte su 2, ma la base è comunque bassa, più degno  d’attenzione il risultato di Fognini, che ha subito il break solo una volta su 6. Da citare, ma in negativo, Garcia-Lopez, Ramos e Soeda, sempre breakkati nelle 6 occasioni capitate loro. Un esempio di cosa vuol dire mettere in cassaforte tale vantaggio è l’iberico Bautista Agut, 8 volte a segno su 8, non un caso quindi che l’iberico sia giunto fino agli ottavi e nel 2014 abbia battuto già per due volte il numero  5 al mondo (prima Del Potro, poi Berdych), ma positivo è anche il ruolino di marcia di Wawrinka (14 break su 21), mentre è quasi superfluo ricordare il primato negativo di Brands, contro il diabolico Simon: 0 su 5. Duckworth, di cui abbia già elogiato le doti di rimontatore, e il nipponico Soeda, meno abile da questo punto di vista, si sono sobbarcati un surplus di emozioni, trovandosi la maggior parte dei casi sul 15-40 (55%, 6 su 11), al contrario di Stepanek, poi ritiratosi, che, prima del k.o., aveva avuto un decorso più tranquillo.

30-30

Il 30-30 pari è una situazione da prendere con le molle, ma che in un campo rapido come quello di Melbourne ha regalato parecchie soddisfazioni ai giocatori in battuta: 73% delle volte il tennista al servizio si è aggiudicato il gioco, per una situazione concretizzatasi nel 40% delle occasioni. Milos Raonic è stato un mattatore fino a quando il suo torneo è durato (10 su 10),

MILOS RAONIC SPRINT VINCENTE

Avversario

Gio

Giochi Vinti

Giochi da 30-30

Vinti a 30

Vinti ai Vant.

GIMENO-TRAVER

18

15

3

2

1

HANESCU

16

16

0

DIMITROV

20

18

7

4

3

Totale

54

49

10

6

4

Stan Wawrinka è quello, come spesso accaduto, che ne ha giocati di più (con un ratio di successo di 29 su 33), Pospisil, Gojowczyk e Haase sono altri insospettabili dalla fedina penale pulita (7 su 7), mentre Kukushkin, Gonzalez, Russell e Wang sono stati pochi freddi, per essere eufemistici, vincendone appena 1 su 4: capitolo a parte meriterebbe Bernard Tomic, che in un solo gioco, nell’unico set disputato con Nadal, ha concesso questa situazione al suo avversario, finendo breakkato. Lo sloveno Bedene, non esattamente in grandissima forma contro il francese Robert, si è quantomeno tolto lo sfizio di fare 2 su 2 in risposta, mentre lo spagnolo Robredo ha mostrato nervi saldi in 8 occasioni su 37, ben più di quanto non abbia fatto il connazionale Granollers nel primo turno contro Cilic, con 0 break strappati su 8. Radek Stepanek e Somdev Devvarman i più presenti, col 67% dei giochi in questa situazione. (8 su 12)

DOPO CINQUE PUNTI

40-30

“Ed ecco che forse l’abbiamo scampata”. Sì, è così, il 40-30 9 volte su 10 è il preludio ad un game vinto al servizio, è qualcosa ne sa Tomas Berdych, che ha concretizzato il vantaggio in tutte e 33 le occasioni in cui vi ha transitato.

Numeri 5

Buono anche il record di Wawrinka (37 su 42), ma comunque imperfetto, mai quanto quelli di Wang (1 su 3), Stakhovsky (2 su 5) e Llodra (0 su 1). Curioso constatare, inoltre, quanto l’incidenza del 40-30 (64%) sia molto vicina a quella registrata dal 15-0, unica altra situazione in cui c’è la doppia possibilità di punteggio, anche se la posta in palio è ben più prestigiosa. La gloria può essere vicina anche per chi è in risposta, come ben sa Alejandro Falla, che nel primo turno contro Wawrinka ha strappato ben 3 break su 6 volte in cui l’elvetico conduceva, ma anche lo stesso Nadal, che 5 break, ma su 40 tentativi, li ha strappati, differentemente da quanto accaduto a Tsonga, mai a segno in 18 occasioni. Tommy Haas, pur infortunato, in 4 casi è giunta a questo punteggio, e 3 volte  ha tenuto il servizio, ma il caso più eclatante è quello di Berdych che in 33 casi su 39 ha “preferito” il 40-30 al 30-40, così come Leo Mayer, 11 volte su 12.

30-40

Rafa Nadal ha spesso fronteggiato situazioni pericolose, vale a dire il 30-40, che nel 46% di casi è stato sinonimo di break: l’iberico, però, è stato più bravo della media, come uso aspettarsi, concedendo solo 5 break su 18. E’ stato lui il giocatore che per più volte ha servito su questo punteggio, sebbene siano Gojowczyk e Haase (2 su 2) a fregiarsi del titolo dei più virtuosi. Di contro ci sono ben 8 tennisti con un negativo 0 su 3: sono Struff, Johnson, Golubev, Gonzalez, Guez, Huta Galung, Becker e Monfils. Male anche Bedene (1 su 7), Del Potro, Wang e Sela (1 su 6). In risposta, da segnalare l’exploit di Stephane Robert, con 15 break su 24 da 30-40,

Schermata 2014-04-11 alle 16.01.40

sebbene il palmares immacolato più apprezabile spetti ai già citati Bedene e Gonzalez (3 su 3). Kokkinakis, Huta Galung, Hanescu, Wang e Baghdatis, dal canto loro, nonostante la ghiotta occasione non sono stati in grado di concretizzare mai (0 su 3).

AI VANTAGGI

Il 23% dei giochi si conclude ai vantaggi, il 72% dei quali se li aggiudicano i giocatori in vantaggio. Spesso e volentieri questi sono dei tennisti francesi, o almeno questo si evince dall’ultimo Australian Open, con Roger-Vasselin e Simon a segno 19 delle 25 volte. Il record immacolato è dello sloveno Blaz Rola (10 su 10, unico a non perdere mai la battuta dopo il 40-40), eliminato al secondo turno da Klizan.

Schermata 2014-04-11 alle 15.57.28

Buone prestazioni di Nishikori e Federer (13 su 14). Male inveve Huta Galung , Becker (0 su 2) e Stakhovsky (1 su 6). Da lodare in risposta, come spesso lungo questa analisi, David Ferrer, 14 giochi vinti su 33, ed anche Alejando Falla (9 su 15), mentre da gettare nella polvere Martin Klizan, mai  a segno su 11 occasioni (e non ha solo giocato con Isner, contro cui peraltro ha vinto).

RIEPILOGO

GIOCHI

VINTI AL SERVIZIO

PERCENTUALE

% DI AVVENIMENTO

15-0

2.811

2.460

88%

64%

0-15

1.575

1.015

64%

36%

30-0

1.827

1.714

94%

42%

0-30

612

269

44%

14%

15-15

1.947

1.492

77%

44%

40-0

1.199

1.182

99%

27%

30-15

1.895

1.646

87%

43%

0-40

240

36

15%

5%

15-30

1.052

611

58%

24%

40-15

1.567

1.503

96%

45%

15-40

529

154

29%

15%

30-30

1.376

1.007

73%

40%

40-30

1.412

1.265

90%

63%

30-40

818

376

46%

37%

Vantaggi

1.036

746

72%

 

 

 

CONCLUSIONE

Da questo articolo non mi attendevo nulla, ma solo che ciò che era atteso venisse vieppiù confermato, contornando il tutto con alcune curiosità. Spero di esservi riuscito, di aver fatto cosa gradita e di non avervi tediato eccessivamente. Sono consapevole che nel tennis ogni punto, ogni gioco ed ogni set hanno una valenza differente, è quasi proverbiale, e in realtà in questo scritto non l’ho fatto presente, ma sarebbe stato impossibile procedere oltre. Al limite, considerate quanto sopra come un mero esercizio di stile.

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